Tu sei qui: PoliticaQuestione casa, dialogo aperto tra Monetta e Gravagnuolo
Inserito da (admin), mercoledì 17 febbraio 2010 00:00:00
Questione casa, ecco la lettera di risposta di Matteo Monetta, candidato sindaco nell’omonima lista civica, a Luigi Gravagnuolo, candidato sindaco delle liste “Solo per Cava” e “Cava Millennio”:
“Posso mettere per iscritto al signor Gravagnuolo che noi cittadini possiamo organizzare, frazione per frazione, delle squadre di quattro comuni cittadini e denunciare immediatamente un abuso in costruzione.
Poi, come semplice cittadino, gli spiego come deve fronteggiare questa lotta. Basta applicare la legge, facendo semplicemente quello che lui ha fatto finora. Bisogna demolire immediatamente un abuso in fase di costruzione e non far prima costruire e poi dopo anni e false speranze si sveglia lo Stato e decide di demolire tutto e tutti.
Una e solo una cosa chiedo: ma quando quelle persone hanno commesso l’abuso, lo Stato dove stava? Perché, da tanti anni, non esiste un piano regolatore sul nostro territorio? E perché un cavese deve andare a Nocera o a Pagani?
Carissimo Gravagnuolo, mi voglio fermare qua, perché il discorso è ampio e non si può risolvere dietro ad un pc o ad un giornale.
Cercate di capire una volta e per sempre che in quelle case abitano e sono cresciuti bambini, si sono formate famiglie, e non parlate solo di muri e finestre, ma di un dramma sociale che ci troveremo addosso tutti”.
Matteo Monetta, candidato sindaco nella omonima lista civica
La replica di Gravagnuolo
Pronta la replica di Luigi Gravagnuolo a Matteo Monetta in relazione al problema abusivismo e, più in generale, al problema della casa.
“Caro Monetta, rispondo a te e, tramite te, a quanti si riconoscono nella Tua candidatura a Sindaco. Ti do del tu, in quanto oggi siamo due cittadini sullo stesso piano, entrambi candidati. Ho apprezzato i contenuti e lo stile della tua risposta alle mie domande. Se quelle che hai messo per iscritto sono le tue convinzioni, può partire un dialogo tra noi.
Tu dici che puoi garantire che voi cittadini siete pronti ad organizzare “frazione per frazione, delle squadre di quattro comuni cittadini e denunciare immediatamente un abuso in costruzione”. Ne deduco che siete quindi, come me, determinati a far sì che, da oggi in poi, a Cava dobbiamo evitare che venga messa anche una sola pietra abusiva. Era quanto ti chiedevo con la mia prima domanda e mi fa piacere costatare che su questo punto siamo pienamente d’accordo.
Alla mia seconda domanda (Mi può spiegare Monetta attraverso quali atti, o azioni, fronteggerebbe nuovi tentativi di realizzare immobili abusivi?), rispondi che “basta applicare la legge, facendo semplicemente quello che lui ha fatto finora. Bisogna demolire immediatamente un abuso in fase di costruzione, e non far prima costruire e poi dopo anni e false speranze si sveglia lo Stato e decide di demolire tutto e tutti”. Il “lui” in questione sono io.
Anche su questo punto siamo completamente d’accordo, con l’unica sottolineatura del fatto che sono proprio le leggi attuali a consentire spesso di bloccare l’azione di demolizione immediata, consentendo ricorsi a diversi ordini giudiziari, nelle cui pieghe spesso l’autore dell’abuso riesce finanche a violare i sigilli ed a procedere la costruzione in spregio alle regole. Ricorderai che per uno dei cinque immobili abbattuti durante la mia amministrazione e per qualcuno di quelli a rischio i sigilli sono stati violati anche fino a sette volte! Comunque, sono d’accordo con la sostanza del ragionamento: bisogna “applicare la legge”.
Fin qui la tua risposta alle mie domande. Chiedi poi tu a me: “ma quando quelle persone hanno commesso l’abuso, lo Stato dove stava?”. E lo chiedi a me? Perché non lo chiedi a quanti mi hanno preceduto, che hanno tollerato tutto ciò ed oggi fanno finta di essere molto “comprensivi” verso le vostre ragioni? Dove stavano quando commettevate gli abusi? Erano dei turisti al Municipio o amministravano il Comune?
Io, da questo punto di vista, ho la coscienza a posto. Una volta un cittadino che si firmava Teo Blù, un evidente pseudonimo, ma so che tu lo conosci bene, mi ha scritto (cito a memoria): “Sindaco, so di aver realizzato un abuso commettendo un reato. So di aver fatto una sciocchezza colossale. Ma le giuro che, se chi c’era prima di lei avesse abbattuto anche solo una stanza abusiva a Cava, io mai e poi mai mi sarei avventurato su questa strada”. Monetta, dov’era prima lo Stato lo sai meglio di me, come sai dov’è stato durante la mia amministrazione.
Mi chiedi ancora: “Perché, da tanti anni, non esiste un piano regolatore sul nostro territorio?”. Non è vero, il PRG esiste, ma è di natura così vincolistica che ha finito per favorire indirettamente l’abusivismo. Per il vigente PRG non si può fare assolutamente nulla a Cava, questa è la verità. Ed a proposito di verità, mi dici chi ha messo mano alla modifica del PRG, predisponendo prima in tempi record, poi adottando in Giunta, un nuovo Piano Urbanistico che consentirà, una volta approvato, di edificare circa settecento alloggi di edilizia popolare, oltre ai circa seicento già programmati ed in parte in corso di costruzione tra piano per la dismissione delle baracche, edilizia cooperativa, edilizia privata e alloggi IACP? L’onestà dovrebbe farti dire che l’unica amministrazione che l’ha fatto è la mia.
Concludi ricordando la gravità del problema della casa a Cava ed il dramma delle famiglie che vivono nelle case abusive da più di dieci anni. Su questi punti, acquisite le tue inequivoche risposte alle mie domande, sono ora pronto a confrontarmi con te, parlando un linguaggio di verità, senza ambiguità, dando e pretendendo rispetto.
Quella verità e quel rispetto che nei miei confronti sono troppe volte mancati da parte dei tuoi sostenitori; l’ultima lo scorso 10 febbraio, in Municipio, il giorno in cui abbiamo insieme firmato l’impegno sul rispetto degli spazi elettorali di ciascun candidato. Lo stesso giorno in cui tu stesso hai dichiarato di volerti impegnare perché in Comune ci sia un “minimo di trasparenza”.
Caro Monetta, ma di quale trasparenza parli? Con me Sindaco, il Comune è diventato un palazzo di vetro, senza alcuna opacità, in piena coerenza con la coscienza di chi qui ti scrive. Tu piuttosto puoi dare a noi tutti una grande lezione di trasparenza. Sai bene che tanta povera gente è stata spinta a commettere abusi avendo ottenuto garanzie da gente senza scrupoli che tutto sarebbe stato insabbiato. Se, dico se, queste rassicurazioni sono state ottenute in cambio di soldi, sei disposto in nome della trasparenza a fare nomi e cognomi di chi li ha incassati? E magari, se in questi giorni, ripeto se, tu avessi subito indebite pressioni per farti ritirare dalla campagna elettorale, sei disposto a denunciarle? Vedi Monetta, la trasparenza è una cosa seria”.
Luigi Gravagnuolo
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