Tu sei qui: PoliticaOspedale Cava de' Tirreni, lettera di Petrone al Sindaco Servalli: «Se non è in grado, si dimetta»
Inserito da (redazioneip), sabato 31 ottobre 2020 08:14:46
«Signor Sindaco, in merito alle recenti vicende di cronaca relative alla situazione del nosocomio di Cava de' Tirreni ed alla recente circolare prot. 2020/23358 della A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona avente ad oggetto la sospensione dei ricoveri in rianimazione P.O. Santa Maria dell'Olmo, si ritiene necessario esprimere a nome della intera cittadinanza la gravità di quanto si sta verificando all'interno dell'ospedale cittadino». Esordisce così la lettera de "La Fratellanza", il movimento politico guidato dal consigliere di opposizione Luigi Petrone, al sindaco Vincenzo Servalli.
«Nello specifico - continua la lettera - la situazione epidemiologica che ha colpito negli ultimi 20 giorni la Regione Campania e la nostra amata città, non permettono ad oggi di poter dormire sonni tranquilli relativamente al futuro ed alla salute dei nostri concittadini, di cui Lei è il tutore in materia di sicurezza della salute pubblica. Intanto esprimiamo piena ed incondizionata solidarietà agli operatori sanitari, medici ed infermieri, rimasti a difendere la salute dei cittadini cavesi con le poche unità rimaste e con i pochi mezzi a disposizione. A loro va il nostro appoggio e la nostra voce per poter sottolineare che lo spostamento di risorse assegnate all'ospedale di Cava, distaccate presso il presidio Covid del Da Procida di Salerno, è l'ennesima sconfitta di chi dovrebbe difendere la tutela della salute pubblica territoriale. Per questo siamo solidali anche con il personale del Da Procida. Comprendiamo benissimo che in questa emergenza epidemiologica le forze vadano concentrate e centralizzate, ma il modus operandi di "Spuoglie a Gesù e vieste a Maria" non può essere in questo momento tollerato.
Che fine faranno coloro che avranno in questi istanti o nei prossimi giorni bisogno di un ricovero urgente in terapia intensiva? Dove andranno? Quale è il piano di ricollocazione delle emergenze gravi? In un suo post ormai divenuto famoso, dello scorso 29 Luglio, quando occorreva fare campagna elettorale, Lei stesso rassicurava i cittadini cavesi che l'Ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni era stato difeso ricevendo ben 4.3 Milioni di euro dalla Regione Campania, di cui euro 1.5 milioni per la sola Terapia Intensiva. Inoltre Lei stesso sottolineava il successo per aver capovolto gli esiti del D.R.C. N° 49 della Giunta Caldoro che assegnava ZERO posti letto al nosocomio cavese, rivendicandone nel 2020 ben n. 91. 2
Ci sembra che attualmente, ancorché esistenti sulla carta, questi n. 91 posti letto siano pressoché inutilizzabili vista la evidente mancanza di personale disponibile, che è stato spostato altrove per necessità di forza maggiore. Visti i fatti in essere, noi della Fratellanza Le chiediamo ufficialmente: vuole lasciare, o vuole raddoppiare?
Durante la campagna elettorale abbiamo fatto ben presente che sia fattibile addirittura un nuovo presidio di Primo Soccorso non solo per i cittadini cavesi, ma anche di supporto per i comuni limitrofi, per le emergenze gravi ed indifferibili da realizzare con una piattaforma di Elisoccorso. Una nuova struttura di Pronto Soccorso, completamente attrezzata in pochissimo tempo, grazie all'utilizzo della costruzione modulare in zona di Pregiato, in prossimità dello snodo autostradale, più facilmente gestibile per le emergenze. Ma tutto questo richiede impegno e tempestività. Per tale motivo Le chiediamo formalmente:
- di rappresentare, in forma scritta e con urgenza alla Regione Campania, al Ministero Della Salute ed all'A.S.L. competente per riequilibrare ad "horas" lo scompenso delle risorse umane venutosi a creare a Cava de' Tirreni, sollecitando quanto prima l'intervento per una dislocazione urgente, secondo i modi e le circostanze più opportune, di tutte le figure professionali utili a rendere operativi e fruibili i reparti precedentemente attivi presso l'U.O. di Santa Maria dell'Olmo;
- Di porre in essere tutte le condizioni di dialogo con le forze politiche e sociali del territorio di cui Lei è il Primo Cittadino, per valutare già oggi la possibilità non di chiudere, bensì di potenziare l'accoglienza di primo soccorso cittadino attraverso la fattibilità di un nuovo presidio di Primo Soccorso comprensivo di una piattaforma di Elisoccorso;
- Di far rientrare nella disponibilità di questo ospedale tutte le unità distaccate presso il Da Procida, al fine di ristabilire la situazione pregressa di gestione delle attività ospedaliere e dei ricoveri, necessari a salvare la vita dei cittadini cavesi e dei territori limitrofi che ad oggi si vedrebbero rifiutare ricoveri urgenti utili a salvargli la vita, non soltanto dal virus Sars-cov-2 ma anche da tantissime altre patologie mortali, per le quali ad oggi è impossibile ottenere ricovero, se non spostandosi a chilometri e chilometri di distanza rischiando di perdere la vita durante il viaggio;
- di coinvolgere, per impedire il propagarsi sul territorio del Covid-19, così come già chiesto dalla CGIL-SPI di Cava de' Tirreni - Costa d'Amalfi, il Direttore del Distretto Sanitario, gli specialisti ambulatoriali, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, nonché il Dipartimento di Prevenzione ed i coordinatori delle due Aggregazioni funzionali territoriali, per ottenere una più incisiva presenza sul territorio; per garantire ai cittadini la possibilità di avere a disposizione ambulatori aperti per dodici ore al giorno in cui poter affluire e trovare assistenza, prima di dover eventualmente rivolgersi alla struttura ospedaliera»
«Signor Sindaco, Le ricordiamo che Lei è il tutore della salute pubblica. Se non è capace di raddoppiare i presidi ospedalieri in città, se non è in grado di far rispettare il diritto e la tutela della salute dei suoi concittadini, se non è in grado di difendere gli "angeli" che sono in trincea presso l'ospedale di Cava de' Tirreni facendo pressioni per far rientrare in forze le risorse umane dislocate altrove, se non è in grado allora faccia la cosa migliore, lasci fare ad altri. Se non è in grado, si dimetta», conclude la lettera.
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