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Politica

Messina sfascia l'accordo

Inserito da (admin), lunedì 22 novembre 2004 00:00:00

L'accordo sottoscritto dai partiti della Casa delle Libertà metelliana per risolvere la crisi amministrativa è durato meno di una nottata. Alle 7.30 di sabato scorso, il sindaco Messina, che aveva appena apposto la firma in calce al documento, ha telefonato ad alcuni rappresentanti della sua coalizione che aveva visto poche ore prima, affermando che con quell'accordo si sentiva «ingabbiato» dai partiti. Un fulmine a ciel sereno per i componenti della coalizione, che tutto si aspettavano fuorché il dietrofront del primo cittadino. Tutto sembrava essersi appianato nel corso della riunione di venerdì notte, cui avevano partecipato l'on. Edmondo Cirielli di An, Tonino Cuomo e Pasquale Petrillo di Forza Italia, Giovanni Baldi dell'Udc, Alfonso Laudato del Pdc e lo stesso Messina. La riunione, iniziata con notevole ritardo per precedenti impegni del consigliere regionale Tonino Cuomo, sembrava filare via liscia. Alleanza Nazionale aveva ottenuto l'azzeramento delle nomine dei dirigenti ed anche il vice sindaco, che doveva essere Luigi Napoli. La discussione aveva poi interessato anche il problema deleghe, che secondo alcuni gruppi politici dovevano essere conferite solo agli assessori. Anche qui si era trovato l'accordo. Ogni gruppo politico avrebbe avuto a disposizione una delega da assegnare ad un proprio consigliere. C'era stata pure la suddivisione degli incarichi. A Carmine Adinolfi di FI lo sport, a Fortunato Palumbo di An la repressione dell'abusivismo edilizio, a Carmine Medolla dell'Udc la manutenzione del patrimonio, ad Antonella Laudato del Pdc i tributi. A mezzanotte e mezza tutti a casa. C'è chi ha preferito concludere la serata (Petrillo, Cuomo ed Adinolfi) a tavola, brindando all'accordo raggiunto. Ma la notte ha portato consiglio al sindaco Messina, che alle 7.30 ha avvisato della sua decisione alcuni partecipanti all'assise della notte. Le reazioni non si sono fatte attendere. Pasquale Petrillo, tessitore dell'accordo, si è trincerato dietro un chiaro "no comment". «Non ho notizie certe sull'argomento - afferma Edmondo Cirielli - ma se fosse vero, sarebbe una cosa molto grave ed incomprensibile. Un tale atteggiamento rischia di rompere il centrodestra metelliano ed il sindaco Messina se ne prende tutte le responsabilità». Secondo Renato Salerno di Forza Italia il sindaco Messina «è stato mal consigliato da qualche suo amico. Un grave errore tirarsi indietro, perché l'accordo siglato era positivo e concreto». Più morbido Giovanni Baldi dell'Udc: «Nessuno dei partiti ha voluto mortificare il suo ruolo. Confermo la stima personale al sindaco Messina, però ritengo che l'accordo era stato fatto nell'interesse della città e proprio dai partiti che il primo cittadino voleva coinvolgere. Lo invito a ripensarci. Anche noi abbiamo fatto un passo indietro allorché è stato ritenuto dalla coalizione di assegnare il vice sindaco ad An. Non bisogna dimenticare che solo noi dell'ex Ccd siamo stati vicini a Messina quando abbiamo vinto le elezioni».

IL DIETROFRONT DEL SINDACO

«Voglio una ratifica dell'accordo da parte del gruppo consiliare del mio partito. L'accordo vale se c'è quell'avallo»

Sindaco Messina, perché non rispetta l'accordo sottoscritto la notte scorsa? «Senza nulla togliere al ruolo del coordinatore provinciale di Forza Italia, Tonino Cuomo, ritengo essenziale una ratifica dell'accordo da parte del gruppo consiliare del mio partito. L'accordo vale se c'è quell'avallo». Adesso cosa succederà? «Non lo so. Aspettiamo». Da cosa nascono le spaccature in Forza Italia? «Non la chiamerei spaccatura, ma diversità di intenti. Non siamo ancora un partito, neanche a Cava, e poi non bisogna dimenticare che la lista con il sottoscritto candidato a sindaco fu composta in pochissimo tempo. Non ci fu la possibilità di guardarci negli occhi. Capita, poi, che con il passar del tempo le cose cambiano». Non era possibile risolvere la crisi senza presentare le sue dimissioni? «No. Le dimissioni sono indispensabili quando c'è la necessità di trovare soluzioni concrete, chiare e definitive nelle maggioranza consiliare per evitare che si amministri, com'è accaduto, a singhiozzo». Ritirerà le dimissioni? «Lo farò quando sarà concordato tutto e linearmente, senza sotterfugi. Dovranno essere scritti su carta anche i nomi degli assessori che dovranno amministrare la città insieme al sottoscritto». Ma la città può aspettare che si risolvano le beghe dei partiti? «Sicuramente no, la città non può aspettare. C'è tanto bisogno di rimboccarsi le maniche e lavorare. Magari avessi seguito il consiglio di un mio amico sindaco di un Comune del Napoletano che ho incontrato nei giorni scorsi. La situazione nella sua città era simile a Cava. Per mettere le cose in chiaro non aspettò, come me, 3 anni e mezzo per dimettersi, lo fece subito. Ora le cose filano lisce. Magari lo avessi fatto prima anche io!». Secondo lei, ci sono probabilità di chiudere la crisi? «I margini ci sono. Prima di tutto, però, c'è bisogno di fare chiarezza in Forza Italia e nei partiti che fanno parte della coalizione».

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