Tu sei qui: PoliticaMessina-Musumeci, duro faccia a faccia in Consiglio
Inserito da (admin), venerdì 14 novembre 2003 00:00:00
«Sindaco si dimetta, salvi la città», tuona Musumeci. Messina risponde con orgoglio: «La città vuole che attui il mio progetto». Così il sindaco ricomincia dal Consiglio comunale, tracciando un bilancio del lavoro svolto per Cava. E lo fa proprio quando Francesco Musumeci ne chiede le dimissioni, mentre Emilio Maddalo gli fa eco invocando le dimissioni - per la loro inerzia - di ben 4 assessori, Gigantino, D'Elia, Napoli e Santoriello. Una seduta calda, quella di ieri del Consiglio comunale, ma che non ha impedito il regolare svolgimento dei lavori relativi all'approvazione, ottenuta all'unanimità, delle varianti di bilancio per i capitoli turismo, sport e politiche d'immagine. Da registrare, inoltre, la nascita della Democrazia Cristiana anche in Consiglio comunale, con Ferrigno, Lucio Bisogno e Ventrello. La seduta, preceduta dalla commossa commemorazione dei militari italiani caduti in Iraq, ha tenuto fede alle aspettative di un "processo al sindaco", preannunciate nel tono dall'affissione sui muri della città di un manifesto a cura del circolo "G. Mele" di Alleanza Nazionale, con durissime accuse a Messina, a Cirielli ed a quanti hanno sostenuto e sostengono la Giunta. Ad aprire il fuoco è il consigliere comunale Emilio Maddalo, eletto nella lista di Forza Italia, all'epoca grande sostenitore di Messina, ma oggi in aperto dissenso. Chiede le dimissioni di 4 assessori, Giuseppe Gigantino, Luigi Napoli, Bruno D'Elia, Pasquale Santoriello: «Non svolgono le funzioni per le quali sono stati chiamati, sarebbe più dignitoso se rimettessero il loro mandato». Ed aggiunge che la rovina del Palazzo è lo strapotere di Pasquale Petrillo, che il sindaco Messina subisce con grande inerzia. Pacato, ma duro, l'intervento di Francesco Musumeci, che, dopo aver evidenziato le gravi contraddizioni nei comportamenti dell'Amministrazione, si chiede quale modello di struttura amministrativa stia immaginando il sindaco per il Comune: «Non è chiaro l'obiettivo, certe solo le nomine di consulenti e super consulenti, di direttori e super direttori». Infine, conclude: «Signor sindaco, per la sua incapacità a gestire e governare questa città, deve dimettersi. È una richiesta che viene proprio da quel ceto medio che costituisce l'anima della città. Abbia coraggio, compia il bel gesto, si dimetta e salvi la città». Nell'aula cala il silenzio. Pronto l'intervento di Gigetto Durante e di Alfonso Laudato, che richiamano all'unisono i consiglieri comunali a mettere da parte le polemiche strumentali e ad immaginare un percorso diverso, più legato alle necessità della città. «Recuperiamo - dice Laudato - il primato della politica e, soprattutto, il rispetto dell'altro». Il sindaco Messina replica puntando l'attenzione sui progetti messi in cantiere fino ad oggi: «Fra 6 mesi sarà pronto il parcheggio intermedio del trincerone II lotto, abbiamo appaltato l'area mercatale, daremo inizio ai lavori al cimitero, sono stati approvati i piani di recupero del Borgo e delle frazioni, consegnati per il "Patto verde" i lavori di illuminizione di San Giuseppe al Pennino ed Arcara, la piscina coperta, il completamento del palazzetto dell'urbanistica, i project financing per i parcheggi e per l'albergo-teatro». Ed in conclusione, il sindaco illustra anche l'ammodernamento della macchina amministrativa.
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