Tu sei qui: PoliticaMarco Galdi lascia An
Inserito da (admin), lunedì 4 aprile 2005 00:00:00
Marco Galdi, il candidato sindaco avversario di Messina, lascia Alleanza Nazionale. Lo fa con garbo, ma con determinazione. «Dopo lunga riflessione ed ulteriori verifiche per continuare - ha spiegato - debbo annunciare che la mia esperienza politica in An si è conclusa. Un'esperienza costruttiva, valida ed utile sul piano umano e per la crescita politica». La scelta di Marco Galdi, alla vigilia di uno dei momenti più difficili per An, fa rumore. Cirielli comprende gli aspetti umani della vicenda, condivide anche alcuni aspetti politici, ma non accetta che si possa rinunciare ad una fede ed a valori condivisi con forza in questi anni: «È forse una decisione emotiva. Mi auguro che Marco possa tornare in dietro». Ma Galdi è deciso. La sua scelta nasce dalla fede in un progetto politico in cui il cittadino debba sentirsi sempre più protagonista e concorrere con determinazione alle scelte. È per un progetto di città con minore cemento, con migliore qualità della vita, maggiore difesa dell'ambiente, attenzione alle frazioni, al turismo, alla storia. «Il mio progetto è diverso da quello di Messina. Erroneamente pensavo che in An, che aveva condiviso le mie idee appoggiandomi nel 2001, si potesse lavorare per un'inversione di rotta». Ripercorre le tappe del suo cammino politico, dall'opposizione in Consiglio comunale all'iscrizione ad An, dalle dimissioni all'assunzione di un ruolo nel partito. «Ben presto mi resi conto che l'uomo del Confronto era completamente negato al confronto», osserva. Di qui le prime difficoltà. Poi la defenestrazione di An dal Palazzo. Si pensò ad una nuova fase politica del partito, ma una volontà provinciale impose il ritorno. L'ultimo tentativo di recupero fu il documento firmato dalla Casa delle Libertà con richieste precise, tutte disattese. L'ultimo atto, l'approvazione di un Bilancio senza alcuna motivazione politica. «E così, si è consumata una storia, una speranza». Oggi Marco Galdi lavora per il suo progetto, appellandosi ai giovani, alle donne, ai professionisti, alle varie categorie, a tutta la città, per riprendere un antico e comune cammino. «Un progetto che parte dalla gente, dove offrire il proprio contributo senza primogeniture e senza preclusioni, ma come umile servitore di un amore che è quello della città». In An, intanto, ha lasciato il segno l'intervento in Consiglio di Umberto Ferrigno, che per avallare il suo no al Bilancio aveva chiamato in causa la Federazione Provinciale e per essa il presidente. Cirielli non smentisce, ma chiarisce i termini della questione. Era come iscritto di An preoccupato per la redazione di un Bilancio redatto in breve tempo e senza il dovuto approfondimento, ma era rispettoso della volontà che percepiva in gran parte del partito e nella città di non rompere con il governo Messina.
I COMMENTI
Nelle segreterie politiche, tra i politici e nella stessa città, sono stati vari i commenti sulla decisione di Marco Galdi. Dall'entusiasmo di quanti nel 2001 lo sostennero all'attenzione della Margherita ed alla non chiusura dei diessini, il cui segretario, Marco Ascoli, commenta: «È il segno di una grande insofferenza nel centrodestra che non va sottovalutata, e proprio alla vigilia di uno dei momenti più importanti per la vita della democrazia, le elezioni. Il progetto politico di Galdi va valutato con serenità e serietà, non sotto l'emozione di una rottura nel centrodestra. Nel tempo ne valuteremo le opportunità, il senso vero e ciò che può significare per la città». Chiuso e critico il sindaco Messina, che in Marco Galdi ha avuto un duro avversario, come candidato sindaco, come consigliere comunale di opposizione e poi come alleato critico quando An era entrata in maggioranza: «La mossa di Marco Galdi non ci ha sorpreso, egli non è nuovo. Riteniamo che il suo gesto, pur giustificato dal voler riprendere il cammino del suo progetto di città, a suo dire ontologicamente diverso dal nostro, è un'ulteriore prova per imporre il personaggio ed una propria candidatura a sindaco per il 2006. Comunque, il gesto di abbandonare il partito alla vigilia del voto è grave». Entusiasti quanti nel 2001 furono catturati dal suo progetto di città e politica nuova. «Finalmente Marco è tornato alle origini. La volontà di fare dei cittadini i protagonisti della propria storia ci restituisce entusiasmo e fiducia», afferma Teodoro Iacobucci. Nella Margherita c'è attenzione, ma dopo una verifica dei contenuti di questo appello alla città, come sottolineano all'unisono il segretario, Franco Ragni, ed i membri del Direttivo, Gennaro Galdo e Federico de Filippis. «Si aprono gli spazi dello scenario politico», conferma Germano Baldi dell'Udeur. Nell'Udc, infine, c'è rispetto per le doti umane e politiche di Marco Galdi: «È una risorsa politica che deve pur trovare la sua collocazione. Oggi l'Udc, però, è impegnata a costruire intorno a Giovanni Baldi una nuova prospettiva politica. Un discorso che avvieremo subito».
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