Tu sei qui: PoliticaManifesti, il Difensore civico boccia Messina
Inserito da (admin), lunedì 26 aprile 2004 00:00:00
Non si attenuano i toni, né si smorzano le polemiche, per l'iniziativa del sindaco Messina di visionare preventivamente i manifesti politici. Dopo l'alt del centrosinistra e dello stesso centrodestra, anche il Difensore civico, Fabio Armenante, boccia Messina. Il clima politico è incandescente. La polemica ormai non ha più limiti, ha coinvolto tutti (forze politiche, cittadini, associazioni), è approdata in Parlamento attraverso i senatori Manzione e Scalera e l'on. Annunziata. Del problema è stato investito anche il prefetto Laudanna. Oggi è la volta del Difensore civico, l'avv. Fabio Armenante: «Il controllo dei manifesti politici è previsto solo dalle direttive emanate dall'agenzia del territorio della prefettura e sono relative a gravi motivi di ordine pubblico in conseguenza ai fatti dell'11 settembre. In assenza di queste circolari ministeriali, un sindaco non può visionare o controllare manifesti prima della loro affissione. Non rientra nei compiti di un primo cittadino. Non può chiedere la visione dei manifesti in via preventiva. Non credo che il sindaco possa controllare preventivamente l'attività politica, altrimenti si creerebbe una situazione di conflittualità con i principi costituzionali di libertà d'opinione, di espressione e di associazione dei partiti politici sul territorio. Il sindaco deve esercitare il suo mandato nel rispetto della logica paritetica tra pubblica amministrazione e cittadino». Una sonora bocciatura dell'operato del sindaco Messina. I diessini, intanto, chiedono la convocazione del Consiglio comunale con all'ordine del giorno il ritiro della delibera di Giunta con cui si dava incarico all'avv. Marcello Giani di verificare se ricorrano ipotesi di reato a carico di chi, con dichiarazioni, manifesti ed espressioni, produca comportamenti illegittimi relativamente all'affaire antenne. «La delibera - spiega il capogruppo diessino Antonio Armenante - è lesiva della dignità e dei diritti dei cittadini, delle assosciazioni e delle forze politiche». Flora Calvanese mette sotto accusa gli assessori ed i consiglieri di Alleanza Nazionale, ponendo sul banco degli imputati lo stesso Marco Galdi: «Dove erano gli assessori con la mente quando hanno approvato le delibere sul piano e sull'incarico all'avv. Giani? Non si sono resi conto, in particolare per quel che riguarda la delibera all'avv. Giani, che essi stessi erano sotto accusa per aver reso dichiarazioni ed assunto comportamenti contrari a Messina? Sono così asserviti al potere che non si rendono conto di quello che fanno?». E, rivolgendosi a Marco Galdi, continua: «Che senso ha criticare Messina, metterlo sotto accusa, e poi permettere che gli uomini di An gli tengano il cordone? Farebbe meglio l'avv. Galdi a chiedere l'uscita di An dalla Giunta».
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