Tu sei qui: PoliticaLambiase non demorde
Inserito da Il Salernitano (admin), giovedì 13 novembre 2003 00:00:00
Ieri mattina, presso il Palazzo di Città della Valle metelliana, è stato ascoltato il dipendente comunale Vincenzo Lambiase, che, assistito dai suoi legali Senatore e Clarizia, si è difeso dalle accuse rivoltegli dal capoufficio del Personale, dott.ssa Silvana Napoli, e dal dirigente del Personale, dott. Maurizio Durante. Il secondo procedimento disciplinare aperto a carico di Lambiase, già sospeso per 10 giorni in seguito ad un primo provvedimento per dichiarazioni poco ortodosse a carico dell'Amministrazione, è la conseguenza logica delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Lambiase a molti organi di stampa sull'apertura e le autorizzazioni concesse alla Sala Bingo Morena di Cava. La relazione fatta da Lambiase sulla presunta apertura irregolare della sala da gioco metelliana, contenuta anche nel dossier presentato dallo stesso dipendente comunale per le presunte azioni irregolari compiute da Alfredo Messina durante le amministrative (dossier in queste ore all'esame del Procuratore della Repubblica Lo Mastro, responsabile delle indagini), ha fatto scattare la molla del secondo provvedimento, notificatogli il 7 novembre. Come si legge dall'atto di notifica, il dipendente comunale non poteva parlare di affari interni al Palazzo di Città, per di più senza autorizzazione e, soprattutto, non di sua competenza. Un atto che potrebbe rendere esecutivo l'ennesimo provvedimento disciplinare a carico di Lambiase, cui è già stato notificato un avviso di garanzia. Nessun commento, per il momento, da parte del dirigente del Personale, che si riserva di prendere una decisione in merito. Ieri mattina, Vincenzo Lambiase è stato accompagnato, come detto, dai suoi legali di fiducia, che non hanno risparmiato critiche e giudizi pesanti a carico dell'Amministrazione. L'avv. Alberto Clarizia ha sottolineato: «Credo che questo secondo provvedimento sia un atto coercitivo ed intimidatorio verso il mio assistito, implicato anche nel caso del voto di scambio come teste che ha formulato accuse a carico del primo cittadino e del suo capostaff. Comunque, per evitare le pressioni che il nostro assistito sta ricevendo, chiederemo un intervento al pubblico ministero perché sia esecutore di una misura di custodia cautelare a carico dei responsabili». L'ipotesi avanzata dai legali è quella dell'inquinamento delle prove. In seguito a quanto accaduto, Lambiase - come da lui stesso dichiarato - si riserva di presentare riserve scritte e condanna l'ennesimo provvedimento a suo carico, da lui inteso come un atto per fargli fare un passo indietro in merito alla vicenda del voto di scambio. Ma non è finita. Come dice Alfonso Senatore, legale di Lambiase, tutti i provvedimenti disciplinari saranno raccolti e presentati al pubblico ministero ai fini processuali. Sempre a detta dell'avv. Senatore, questo atto dell'Amministrazione è assolutamente assurdo ed è da considerarsi una palese ingiustizia contro chi desidera la verità. Finora, comunque, il "caso Lambiase", che ha messo a repentaglio la tranquillità di un'intera città, è vissuto di pochi fatti, molte chiacchiere e tante illazioni. È giunta l'ora che gli organi giudiziari competenti si muovano per porre fine a questa telenovela politica ed accertare se il dossier presentato ed i fatti abbiano un, seppur minimo, briciolo di verità.
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