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Politica

Inchiesta sulle firme false, i politici protestano

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 7 maggio 2002 00:00:00

Dopo la notizia della chiusura dell'inchiesta del sostituto procuratore Filippo Spiezia sulle firme false e su quelle doppie, è il momento dei commenti e delle repliche: nella città metelliana non si parla d'altro. A suscitare maggiore clamore è il filone dell'indagine che attiene ai politici, accusati di aver falsificato alcune sottoscrizioni. Il forzista Daniele Fasano (nella foto in alto), assessore comunale alla Pubblica Istruzione, interpellato, ha escluso di essere indagato per tale vicenda, non avendo ricevuto notifica né dell'avviso di conclusione delle indagini, né di un'eventuale informazione di garanzia. Certo è, invece, che allo stato risultano indagati per il reato di falso in atto pubblico Francesco Sorrentino, ex consigliere dei Democratici di Prodi, Luigi Napoli, attuale capogruppo di Alleanza nazionale, e Germano Baldi, ex consigliere dell'Udeur, difesi rispettivamente dagli avvocati Alfonso Senatore, Maurizio Mastrogiovanni e Pierfederico De Filippis. I legali hanno presentato richiesta alla Procura per ottenere gli atti e tutti sostengono che, solo dopo aver studiato le carte, sarà possibile delineare la strategia difensiva. Non si sbilanciano e non ritengono opportuno far rilasciare in questo momento dichiarazioni ai loro assistiti. Prima vogliono capire di quali elementi disponga la Procura; solo dopo potranno delineare la difesa e scoprire le carte. Infatti, questa è un'inchiesta che pare sia stata svolta soprattutto sulle carte, con verifiche degli atti ed in particolare delle firme. Evidentemente gli inquirenti, durante lo svolgimento dell'indagine, più che interrogare coloro che attualmente risultano indagati per il reato di falso in atto pubblico hanno concentrato l'attenzione sulla documentazione e sulle sottoscrizioni. Dagli atti all'individuazione dei possibili autori del reato: una volta accertato attraverso la perizia calligrafica che alcune firme erano false, il passo successivo è stato quello di individuare chi avesse potuto commettere il reato. E qui non c'è stata molta scelta, in quanto le stesse devono essere autenticate. Un'equazione facile, anche se i difensori sono pronti a studiare come smontare quelle accuse. L'avvocato De Filippis, legale di Germano Baldi, dichiara che in genere il sistema della presentazione delle liste andrebbe riformato ed auspica un mutamento in relazione al profilo della riduzione del numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste. Sull'altro fronte, intanto, quello dei cittadini che hanno firmato per due o più liste, si è già proceduto con i decreti penali di condanna (per il momento circa cinquanta), contro alcuni dei quali è già stata presentata opposizione. Comunque, si vocifera che, una volta chiusa quest'inchiesta, le indagini sulle consultazioni elettorali dello scorso anno proseguiranno. In relazione alle stesse firme c'è chi ipotizza, o auspica, dipende dai punti di vista, che la Procura allarghi i controlli anche ad altri soggetti, come i presentatori di lista, anche se questi ultimi, in realtà, si limitano solo a consegnare la documentazione.

LE REAZIONI

«Va rivisto il sistema»: i politici esprimono solidarietà ai colleghi coinvolti

Non si era ancora spenta l'eco della vicenda dell'incompatibilità, che tanto aveva animato la vita politica della città, ed ecco che una nuova bufera si è abbattuta sulle forze politiche: la magistratura mette sotto accusa politici e cittadini comuni, responsabili di firme false o doppie, apposte nella sottoscrizione delle liste nella consultazione elettorale dello scorso anno. E mentre l'inchiesta prosegue, i partiti si interrogano sul perché siano potuti avvenire tante anomalie che hanno portato An, Democratici di Prodi, Udeur ed altri ancora sotto la lente del magistrato. Eligio Canna, ex democristiano, già assessore delle Giunte Abbro, indicato coordinatore cittadino di Democrazia europea, così commenta la vicenda: «In questi ultimi anni è venuta meno la cultura del partito: assistiamo alla nascita improvvisa di movimenti senza passato e senza storia. Nel partito nulla viene lasciato al caso: esistono figure responsabili e destinate a preparare la campagna elettorale con tutte le sue implicazioni. Indubbiamente, gli amici implicati nella vicenda sono potuti cadere in errore perché forse impreparati per tale operazione. Tuttavia, mi preme evidenziare che come persone siano fuori da ogni sospetto di dolo». Enzo Passa, presidente della Commissione comunale di Controllo, ha appreso con meraviglia la notizia degli avvisi: «Auguro ai colleghi ogni esclusione dai fatti contestati. Credo che sia necessario una modifica del meccanismo di presentazione delle liste: quello attuale è farraginoso e può creare problemi come quelli contestati ai politici». Marco Galdi (nella foto in basso), coordinatore cittadino di An, aggiunge: «Sono certo dell'estraneità ai fatti contestati di tutte le persone coinvolte, soprattutto del consigliere capogruppo di An Luigi Napoli, la cui posizione particolarmente mi è nota. In ogni caso, sono fiducioso nell'attività della magistratura». Giovanni Carleo, capogruppo di Forza Italia, afferma: «Esprimo solidarietà ai consiglieri comunali: l'incertezza del voto, l'affanno degli adempimenti legislativi hanno portato ad errori. Una procedura più snella garantirebbe maggiore trasparenza e serenità. Non mi risulta che l'assessore Daniele Fasano abbia ricevuto un avviso di garanzia, tuttavia credo che è tempo di chiedere la revisione dei meccanismi per la presentazione delle liste». Una difesa complessiva di ufficio, che evidenzia soprattutto le difficoltà e la farraginosità degli adempimenti da osservare, che, unite alla mancanza di una cultura vera di partito, generano tanti errori ed anomalie. Enzo Servalli, già segretario dei diessini all'epoca dei fatti, dice: «Sono convinto della buona fede delle persone indagate. La raccolta delle firme deve avvenire solo per liste civiche, non per partiti presenti in Parlamento e nel panorama politico regionale e provinciale. L'improvvisazione spesso può diventare fatale».

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