Tu sei qui: PoliticaInchiesta rifiuti, Barbuti si difende
Inserito da Il Salernitano (admin), venerdì 21 novembre 2003 00:00:00
«Non mi sento indagato, perché non so nemmeno di cosa si stia parlando. Io stamane (ndr: ieri per chi legge) non ho nemmeno letto il giornale che mi aveva imputato come uno dei responsabili. Alcuni miei amici mi hanno poi riferito che ero stato coinvolto in un'indagine per lo smaltimento illegale dei rifiuti. Non so cosa dire. Sottolineo come io sia una persona onesta, che ha sempre operato con la dovuta correttezza e trasparenza. Devo, tuttavia, verificare la veridicità di quanto scritto sul quotidiano e poi esprimere un mio parere. Intanto, per tutelarmi, ho già allertato il mio avvocato»: queste le parole dell'assessore Antonio Barbuti in risposta alle accuse mossegli in seguito alle indagini portate avanti dal procuratore Luigi D'Alessio e dal dott. Giancarlo Russo della Procura di Nocera. Una maxi inchiesta che analizza gli affari criminali compiuti negli ultimi due anni tra l'Agro nocerino-sarnese e la Valle metelliana e che ha portato alla scoperta di presunti affari illeciti, come lo smaltimento dei rifiuti, in cui sembrano coinvolte anche alcune Amministrazioni comunali. Ben 17 le ordinanze di custodia cautelare emesse per circa 30 indagati, tra cui rientrerebbero anche imprenditori e politici, come si legge dalla nota congiunta inviata ai Carabinieri ed alla Polizia per la notifica di tali atti. L'operazione "Giustiziere 2", che ha portato ad aprire e ad allungare il registro degli indagati, in fase successiva avrebbe dovuto smantellare un'organizzazione dedita non solo alle estorsioni ed al traffico di stupefacenti, ma anche alla partecipazione illecita ed acquisizione di appalti pubblici e privati, all'illecita gestione della raccolta dei rifiuti ed al controllo dei subappalti per la fornitura di calcestruzzo e cemento armato. Un patto tra esponenti della malavita di Pagani, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Cava de' Tirreni. L'assessore Barbuti, comunque, si mostra fiducioso: «Finora non mi è stato notificato alcun atto. Comunque, nella mia vita ho avuto contatti con tanta gente, è probabile anche che ci sia stato uno scambio di persona. Potrò essere più chiaro dopo aver capito di quale reato si sta parlando». Vari i protagonisti dell'indagine. Oltre a Tommaso Fezza ed a Sandro Contaldo, ci sono i fratelli Michele ed Antonio D'Auria Petrosino ed il padre Gioacchino. Indagato anche Michele Faiella, ritenuto dagli inquirenti esponente a Cava del disciolto clan di Mario Bisogno. Il punto focale di tale inchiesta è l'emergenza rifiuti venutasi a creare in Campania dopo la chiusura di alcuni siti di stoccaggio. Secondo gli inquirenti, era uno dei business cui la "nuova camorra" non voleva rinunciare. E qui scatterebbe il coinvolgimento, ancora tutto da accertare, dell'assessore Barbuti. Michele Faiella, coordinatore per il trasporto dei rifiuti per conto di alcune Amministrazioni locali, organizzava il trasporto illegale dei rifiuti attraverso una ditta di copertura. Gli inquirenti, che hanno tenuto sotto controllo gli indagati mediante le conversazioni telefoniche, avrebbero scoperto che alcuni di essi intrattenevano rapporti con amministratori della Valle metelliana, tra cui anche Barbuti, che all'epoca dei fatti era consigliere comunale di opposizione. E mentre l'assessore Antonio Barbuti, ignaro dei fatti, si dice a priori innocente, le indagini proseguono per incastrare altri protagonisti (uno di essi, Michele Faiella, in carcere dal 2001) di quest'intricata vicenda.
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