Tu sei qui: PoliticaIl gruppo dissidente si sta sgretolando
Inserito da Il Salernitano (admin), mercoledì 20 novembre 2002 00:00:00
Continua la crisi politico-amministrativa a Cava de' Tirreni, anche se il gruppo dei nove dissidenti sta perdendo pezzi importanti. Rimane a battagliare lo zoccolo duro dei "peones", mentre hanno fatto un passo indietro diversi componenti. Fabio Siani (nella foto), ex consigliere del Pdc, ora confluito in Alleanza Nazionale, ha riabbracciato la "ragion di Stato" e col partito di Fini ha abbandonato l'Aventino, per ritornare tra le braccia di "Mamma Messina", accolto benevolmente dal primo cittadino e dal presidente provinciale di An, Edmondo Cirielli. «Siani è tornato ad abbracciare il progetto politico - così si sono espressi i vertici del partito - che l'aveva visto in campagna elettorale vicino alle posizioni di An. E' questo un ritorno importante per il rilancio dell'unità». Intanto, Giuseppe Bisogno, consigliere forzista, resta a guardare e non si sbilancia, ma le sue posizioni sembrano avvicinarsi di nuovo alla maggioranza. Stesso discorso anche per Giovanni Carleo (nella foto al centro), capogruppo consiliare di Forza Italia, che, sebbene non abbia commentato gli ultimi accadimenti, sembra anch'egli rientrato dalle posizioni dissidenti. Restano sull'Aventino gli altri "peones": Silvio Mosca, Emilio Maddalo, Giovanni Campanile ed Antonio Ventrello per Fi, Umberto Ferrigno per il Pdc ed Alfonso Laudato per il Cdu. Tutto questo all'indomani dell'appello degli esponenti del Ccd, fedelissimi alla linea Messina, che, attraverso un comunicato congiunto della segreteria politica e del gruppo consiliare, invitavano gli alleati del centrodestra a risolvere la crisi nell'interesse della città. «In una fase politica delicata, riteniamo doveroso - avevano dichiarato gli esponenti del partito della vela - ribadire le ragioni che ci portano ad appoggiare il progetto dell'Amministrazione comunale». Si ridimensiona la situazione, dunque, anche se maggiori indicazioni al riguardo si avranno solo nella serata di oggi, quando i sei della fronda anti-Messina si incontreranno per tracciare le linee del futuro. A spiegare la situazione è il cavaliere Silvio Mosca (nella foto in basso), portavoce dei dissidenti: «Siamo in una fase delicatissima, anche se alquanto confusa, del processo. Il gruppo si sta sgretolando in alcune sue parti, ma il nocciolo duro rimane coeso. Noi aspettiamo ancora da parte di Messina una risposta al nostro documento, che rimane il punto fermo del dialogo per risolvere la crisi. Ora ci siederemo intorno ad un tavolo per decidere. Al momento non ci sono alternative. E' mia opinione personale che ognuno voglia salire sul palco della ribalta, ma, e credo che le mie parole troveranno anche l'appoggio di Alfonso Laudato, noi restiamo sulle posizioni di sempre. Tra noi fu fatto un patto politico di impegno: non possiamo e, per coerenza civile e politica, non vogliamo rimanere sulle posizioni di Alfredo Messina e di Pasquale Petrillo. La soluzione, come dicevamo, va trovata all'interno di noi politici cavesi, che siamo pienamente coscienti della situazione. I partiti, a livello provinciale, non sono in grado di risolvere nulla. Qualora le nostre richieste non verranno accolte, continueremo a fare i consiglieri comunali, votando con scienza e coscienza». Le richieste sono quelle di sempre: diminuzione del numero degli assessori, azzeramento degli incarichi conferiti da Messina e delle nuove figure non comprese in pianta organica, maggiore visibilità politica.
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