Tu sei qui: Politica«Il direttivo farsa del PD cavese»
Inserito da Antonio Armenante, Dirigente di Circolo del PD di Cava de’ Tirreni (admin), giovedì 6 ottobre 2011 00:00:00
In merito alle dichiarazioni del segretario del Partito Democratico di Cava de’ Tirreni, Giuliano Galdo, vanno precisate alcune incongruenze. E’ necessario un breve excursus storico. Il PD cavese vive un momento difficile da circa un anno. Lo spirito fazionistico del segretario, capace di sgretolare nel giro di pochi mesi l’ampia maggioranza che ne aveva condiviso la nomina sulla base di un comune documento (26 dirigenti su 30, con la sola esclusione della componente legata a Cettina Capuano), ha trascinato il partito in un vicolo cieco, tumefatto dalle guerre di bande, atterrito, amorfo, fermo.. immobile.
Il PD è diventato la dépendance del suo stesso gruppo consiliare, esso sì artefice di vere e proprie fughe in avanti. Era successo quando in Consiglio Comunale Servalli, Senatore e Scarlino avevano votato contro il parere del direttivo del partito, o senza neanche chiederlo. E’ riaccaduto nei giorni scorsi, quando il gruppo PD ha “ben” pensato di disconoscere un progetto (relativo all’area dell’ex Manifattura Tabacchi) per il quale aveva lavorato la passata amministrazione.
Il tutto ha dell’incredibile considerando la presenza in Giunta Gravagnuolo dell’attuale capogruppo PD Vincenzo Servalli, che prima in Consiglio Comunale, e poi a mezzo stampa, senza consultare l’unico organo decisionale del PD (il direttivo, appunto) smantellava l’intero progetto con colpi (verbali) più di sciabola che di fioretto.
L’apoteosi dell’irragionevolezza si è raggiunta con il direttivo di ieri (4 ottobre) e relativo comunicato stampa dell’abitualmente immobile segretario. Si è trattato di una vera e propria messa in scena. Un direttivo convocato fuori tempo massimo, dopo la decisione presa a cuor leggero dai consiglieri relativamente al progetto MST senza alcuna reale consultazione. Un direttivo, che tra l’altro, riportava come ordine del giorno una non meglio precisata discussione sulla situazione politico-amministrativa cavese.
La riunione è stata disertata dal sottoscritto e da altri 14 dirigenti, perché considerata completamente inutile, dal momento che il Consiglio Direttivo era stato ripetutamente privato del suo importante ruolo di indirizzo della linea politica del Partito. Il prodotto del conclave è stato inviato alla stampa. Un comunicato nel quale si dichiara l’unanime decisione dei dirigenti di uniformarsi al diktat del gruppo consiliare, senza considerare l’illegittimità del direttivo tenutosi, data l’assenza dei 15 sovracitati e di un ulteriore elemento che ha prima affermato di non esserci, per poi dire di essere andato via subito, ma in ogni caso non ha partecipato neanche alla discussione per stessa ammissione del segretario.
Tentativi goffi di gestire un partito, assolutamente verticistico, privo di agibilità democratica, nel quale, da mesi, con puntualità certosina, si tenta di marginalizzare una componente addirittura maggioritaria. Siamo al paradosso. L’attuale establishment inibisce il processo di rinnovamento fondamentale per questo partito. In questo difficile periodo storico per Cava e per la nazione si ha bisogno di una nuova visione del contingente e del futuro. Non è con la proscrizione e con metodi degni di partiti collocati in altre aree, per fortuna anti-storiche, che si può costruire il futuro.
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