Tu sei qui: PoliticaIl Comune di Cava de’ Tirreni saluta Filippo Gigantino e Antonietta Farano, una vita per Palazzo di Città
Inserito da (Redazione), venerdì 23 marzo 2018 10:34:02
I governi passano, le amministrazioni comunali si avvicendano, ma gli uomini e le donne che reggono i pilastri dei palazzi istituzionali rimangono. In questo caso, ci riferiamo a Filippo Gigantino e Antonietta Farano, i Commessi comunali che stamane, dopo decenni di onorata carriera, hanno salutato il raggiunto traguardo del pensionamento insieme a parenti, amici e colleghi a Palazzo di Città di Cava de' Tirreni.
Filippo e Antonietta sono delle istituzioni per chiunque abbia oltrepassato, negli anni la soglia della casa comunale. Sempre sorridenti e disponibili, solerti ed efficienti, amati e benvoluti da tutti, sono una sorta di archivio storico delle vicende comunali. Quante ne hanno viste e sentite nei corridoi del Comune, durante l'avvicendarsi di sindaci, assessori e consiglieri! Eppure mai un pettegolezzo o una chiacchiera fuori luogo sono stati da loro profferiti.
Ieri mattina in tanti hanno voluto salutarli ed essere partecipi di questo momento di gioia e commozione. Oltre al sindaco, Vincenzo Servalli, e all'équipe comunale al completo, nella Sala consiliare erano presenti anche gli ex amministratori comunali, Luigi Gravagnuolo, Alfredo Messina e Raffaele Fiorillo.
Parole di elogio per entrambi sono state espresse da parte dell'attuale Primo cittadino. Per la garbata, disponibile e discreta Antonietta, che da oltre vent'anni accoglieva le richieste di tutti con pazienza e diligenza. E per l'immarcescibile Filippo, il motore trainante del Comune dal 1 marzo 1982, giorno in cui prese servizio. «Il vero Sindaco di Cava de' Tirreni - ha rimarcato Servalli nel suo discorso di saluto - è Filippo! Insieme ad Antonietta ha ben rappresentato in questi anni il senso del dovere, la dignità del lavoro e il decoro delle istituzioni. Filippo in particolare, nelle vesti di responsabile del cerimoniale, si è sempre contraddistinto per la serietà e la puntualità».
«Ci stanno salutando due colonne d'angolo del municipio di Cava - così ha esordito l'ex sindaco Gravagnuolo nel dare il suo saluto ai due impiegati- disponibili e gentili con tutti, a cominciare dai cittadini. Ricordo che all'epoca del mio sindacato avevo comprato alcuni manuali sul cerimoniale, con l'intento di nominare Filippo Maestro della Casa. Ma lui, da persona modesta qual è, disse di non esserne all'altezza. In realtà lui ha in sé la grande virtù dell'umiltà».
Abbiamo chiesto a Filippo di renderci partecipi di qualche aneddoto che gli sta particolarmente caro. «Sono tanti - ha esordito - faccio davvero fatica. Andando a ritroso, ricordo con piacere quando mi recai, con l'allora sindaco Eugenio Abbro, a Schwerte, cittadina della Renania, in occasione del gemellaggio tra le due città nel 1984. Ciò che mi rimase maggiormente impresso di quel viaggio furono l'ilarità e la giovialità che mostrò con tutti noi il sindaco Abbro. Abituato a vederlo nelle vesti istituzionali, così serio e autorevole, mi colpì il suo essere una persona alla mano e di compagnia».
«Un altro momento particolarmente emozionante - ha continuato Filippo - è stato quando nel 2000 mi sono recato a Roma, insieme all'allora sindaco Raffaele Fiorillo, per i solenni funerali di Settimia Spizzichino, unica donna del ghetto romano sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento nazisti e divenuta amica della città di Cava a tal punto da diventarne cittadina onoraria ed avere una strada a lei intitolata».
Tanti ancora sarebbero i momenti di cui parlare, in oltre sette lustri di "vita comunale", ma Filippo preferisce preservare per sé questi ricordi. Gli chiediamo quando lo rivedremo di nuovo a Palazzo di Città, ora che può godersi un nuovo percorso di vita e il meritato riposo. «Domani sarò qua. E verrò fino a quando avranno bisogno di me».
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