Tu sei qui: PoliticaIci e lavoro, la sfida di Gravagnuolo
Inserito da (admin), giovedì 27 aprile 2006 00:00:00
Luigi Gravagnuolo, diessino, candidato sindaco dell'Unione, è al lavoro da tempo. Ha dato un'anima alla coalizione e, da esperto della comunicazione, ha dettato i tempi ed i modi della campagna elettorale. Calibrato, attento, ma con un grande amore per la città, di cui in questi mesi ha colto i segni di una grande vitalità. Cominciamo dal suo ultimo manifesto: promette di abolire l'Ici sulla prima casa, di eliminare la Tarsu e di creare mille posti di lavoro. Non è un po' berlusconiano? «Non mi ha preso un attacco di berlusconite. Assolutamente. Ho girato in questi mesi ed ho colto i problemi reali. Molti sono proprietari di case, ricevute in eredità o acquistate con sacrifici, ma vivono con un reddito modestissimo. Esentare queste famiglie sulla prima casa è doveroso. Per la Tarsu completeremo il passaggio da tassa a tariffa. Si pagherà per i rifiuti prodotti. È una leva per incentivare la raccolta differenziata. Quello di Berlusconi è un messaggio diverso, di tipo eversivo. Il suo è un messaggio che istiga all'evasione ed inaccettabile in se stesso».
E per i mille posti di lavoro? «È una previsione realistica. A Cava il tasso di occupati sulla popolazione attiva è del 31% circa, contro una media provinciale del 36%. Il nostro progetto, se attuato, avvicinerà fortemente Cava alla media provinciale. Pur senza pensare di raggiungere la media provinciale entro 5 anni, basterà recuperare 2-2.5 punti e ce l'avremo fatta». Ed il progetto in che cosa consiste? «Noi partiamo da una considerazione: Cava oggi è in difficoltà. Salerno, l'Agro nocerino, la Valle dell'Irno negli ultimi anni si sono sviluppati ad una velocità superiore a Cava. Dobbiamo recuperare questo gap e per farlo non possiamo solo declamare questo obiettivo. Occorre un progetto che parta da un'analisi del declino di Cava, che ha perduto la tradizionale posizione di privilegio come luogo obbligato di passaggio di scambi tra Nord e Sud sul versante tirrenico. L'autostrada Caserta-Mercato San Severino ed il traforo delle Ferrovie sotto S. Lucia hanno tagliato la nostra città dalle grandi comunicazioni del Paese. Dobbiamo guardare al futuro partendo da questa condizione nuova, non guardando nostalgicamente ad un passato che non tornerà».
Ed allora, su cosa puntare? «Non ci sono alternative, dobbiamo puntare alla qualità. Il relativo isolamento in cui si trova le permette di difendere meglio le sue condizioni di sicurezza sociale, il suo ambiente, i suoi beni monumentali unici in Campania. È questo il vero obiettivo. Per raggiungerlo, sono necessari investimenti straordinari, attivabili dalla prospettiva delle grandi celebrazioni del Millennio dell'Abbazia benedettina (2011). In tale ottica il progetto diventa affascinante, capace di suscitare fiducia nel futuro». Che opinione ha dei progetti dei suoi avversari? «Messina si limita a riproporre la sua progettazione di opere pubbliche, che in gran parte risale ad Abbro e poi a Fiorillo. Baldi, invece, punta tutto sull'ordinario. Per quanto mi riguarda, credo che siano entrambe cose necessarie, il fervore delle opere pubbliche e l'efficienza dei servizi ai cittadini, ma da sole non costituiscono un progetto capace di aprire una prospettiva futura per la nostra città».
Come condurrà la campagna elettorale? «Con civiltà e rispetto dei competitori. Sono in campo per unire, non per dividere. Per dialogare, non per scambiare offese con gli altri. Rivendico alla mia tenacia nel mantenere questo stile di confronto il fatto che finora a Cava nessuno abbia superato la soglia della correttezza. Spero che nessuno si lasci andare negli ultimi 30 giorni». Quale messaggio per la città? «Se eletto, per 5 anni darò l'anima per tirare fuori Cava dalle difficoltà. E con me lo faranno tutti i miei amministratori. La coalizione che mi sostiene ha dato già prova di compattezza, dedizione, serietà. Ai cavesi chiedo di credere nel nostro progetto, di restare tutti uniti, di fare ognuno nei rispettivi ambiti di attività la propria parte nei prossimi 5 anni, per arrivare al 2011 con una città, oggi già bella, allora splendida. Ce la faremo. È viva Cava».
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