Tu sei qui: PoliticaGravagnuolo vince e detta le regole
Inserito da (admin), martedì 15 gennaio 2008 00:00:00
Gravagnuolo, nuovo governatore della città, vince, anzi stravince ed impone la sua legge. La maggioranza ne riconosce il primato, approva all'unanimità le regole da lui dettate e si piega, i partiti del centrosinistra firmano la loro resa incondizionata. Una battaglia, con il rischio anche dello scioglimento del Consiglio comunale e del ricorso entro la primavera alle urne. Il primo cittadino, preoccupato che potessero andare deluse le speranze suscitate dal suo progetto di Cava città della qualità, ha usato tutte le armi: dal confronto al dialogo ed alla minaccia. Alla fine ha recuperato coesione, unità ed impegno. I partiti scompaiono e ritorna prepotente sulla scena politica l'egemonia del potere del partito dei sindaci. E Gravagnuolo si appresta a governare il resto della legislatura con più tranquillità. «Il Consiglio comunale ha garantito al sindaco sostegno e condivisione qualora, dopo evidenti violazioni di una sola delle regole votate ed accettate da parte di un suo amministratore, decidesse di revocargli le deleghe. E mi atterrò pienamente al mandato affidatomi», spiega Gravagnuolo. È il suggello forte alla vittoria politico-amministrativa del primo cittadino.
Ecco in particolare la "summa" politica che impegna gli amministratori ed i consiglieri comunali: rispetto rigoroso del codice etico basilare per una retta gestione della Pubblica Amministrazione, rispetto del ruolo del sindaco e delle sue deleghe principali quali disegno strategico, comunicazione e personale, nonché di tutte le sue prerogative istituzionali, rispetto da ciascun assessore o consigliere delegato dei confini delle deleghe di ciascuno, stile comportamentale rigoroso, sobrio, laborioso, mantenimento del dibattito politico nella maggioranza nelle sedi proprie, stabilità amministrativa, apertura alla collaborazione ed all'inserimento nella coalizione di maggioranza di quanti vogliano impegnarsi per il programma votato dai cittadini, senza richiedere a nessuno abiure ideologiche o di appartenenza partitica. «Sono regole già indicate al momento dell'insediamento, che riproponiamo con lo stesso spirito e con la fiducia che si possa costruire un percorso lineare, responsabile e concreto per gli interessi della città», aggiunge Gravagnuolo, che in virtù dell'ultima regola, l'apertura e l'insediamento nella coalizione di quanti sono animati da buona volontà per la città, ha le mani libere rispetto ai partiti. Che per ora tacciono.
Intanto, nel centrodestra ormai i partiti viaggiano separatamente. «Ogni unità, se c'è mai stata, è frantumata - afferma Giovanni Baldi, leader dell'Udc - Accordi ed impegni disattesi, c'è confusione, ma soprattutto resistenza a prendere atto che bisogna guardare avanti e non continuamente richiamare fatti, vicende ormai superate». Baldi non ha accettato che sulla sanità, pur avendo concordato la decisione di un voto unanime in difesa del mantenimento di alcuni reparti dell'ospedale, ci si è trovati di fronte al voto contrario di Fi. «A distanza solo di poche ore dall'accordo, tutto è saltato. Messina non vuole mettere da parte i veleni del passato e non riconoscere che c'è stata una sconfitta elettorale. Ora bisogna lavorare per la città, con idee, con proposte, con progetti nuovi e forti. La politica è fatta da atti e non querelle continue. Noi dell'Udc sin dal primo momento abbiamo indicato un cammino, quello del controllo intelligente della vita politico-amministrativa e del sostegno di tutte le iniziative e proposte che andavano in difesa degli interessi non dei nostri elettori, ma dell'intera città», conclude Giovanni Baldi.
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