Tu sei qui: PoliticaGaldi resiste, nuovo tentativo dell'opposizione per silurarlo
Inserito da (admin), martedì 25 novembre 2014 00:00:00
L’Amministrazione Galdi continua a sopravvivere grazie alla “non sfiducia”. Dopo il naufragio della mozione di sfiducia, anche il secondo tentativo messo in atto dall’opposizione per mandare a casa l’attuale governo cittadino quasi certamente non andrà in porto. Nelle scorse ore, infatti, i consiglieri di minoranza hanno avviato una raccolta di firme, che dovrebbero essere protocollate a Palazzo di Città, con le quali rassegnano le proprie dimissioni dalla carica. Per far sì che il Consiglio comunale venga sciolto, però, è necessario raggiungere quota 16 firme, obiettivo al momento ancora difficile da raggiungere.
A quanto pare, i consiglieri che hanno manifestato la disponibilità a dimettersi sarebbero 14 (anche se fino ad ieri sera le firme raccolte erano soltanto 10): i 3 esponenti del PD (Servalli, Scarlino e Nunzio Senatore); i 5 consiglieri di FdI (Angrisani, Vittore, Bellizia, Papa e Raffaele Senatore); Di Matteo e Monetta del Ncd; Bove e Gravagnuolo di Città Democratica; Esposito e Della Monica di Forza Italia. E proprio in merito al gruppo consiliare azzurro, il commissario cittadino Casciello ha assicurato 3 firme, ma c’è ancora incertezza sulla decisione di Enrico Polacco.
Michele Mazzeo del Partito Comunista, invece, ha fatto sapere che non intende «andare a braccetto con chi ha distrutto la città in questi anni», quindi non firmerà le dimissioni. Contrari a tale ipotesi anche gli indipendenti Alfieri e Palumbo, così come Polichetti e Sorrentino. Ovviamente fedele al sindaco Galdi il gruppo dei “Responsabili per Cava”, per il quale si attende solo l’ufficialità del transito nelle fila dell’Udc, partito in cui già sono migrati da FdI Germano Baldi e Giovanni Senatore.
Ieri pomeriggio, intanto, si è tornati in aula. Tra le polemiche, è stata accettata a maggioranza la proposta del sindaco Galdi di rinviare a lunedì prossimo tutti i punti all’ordine del giorno, lasciando spazio soltanto alla discussione sulla crisi politica in atto. FdI, Bove e Gravagnuolo hanno preferito abbandonare l’aula. Nel corso dell’acceso dibattito PD, Ncd e Forza Italia hanno chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco.
«Galdi non ha più i numeri per governare questa città - ha tuonato il capogruppo consiliare del PD, Enzo Servalli - portata allo sfascio da comportamenti irresponsabili di gruppi politici che non hanno mai pensato all’interesse della città. Purtroppo nemmeno l’opposizione ha la forza per far sì che il Consiglio comunale venga sciolto. Galdi rappresenta già il passato per Cava de’ Tirreni. Chi deve fare un gesto di responsabilità, rassegnando le dimissioni, è proprio il sindaco».
In casa Forza Italia, invece, la spaccatura fra il gruppo consiliare e l’assessore Fortunato Palumbo appare sempre più evidente. Nel suo intervento, il neo capogruppo forzista Massimo Esposito ha detto esplicitamente che Palumbo dovrebbe allinearsi alle decisioni dettate dal coordinamento provinciale, invitandolo quindi a rassegnare le dimissioni, così come ha fatto l’ormai ex assessore Enzo Passa.
Dal canto suo, il sindaco si è appellato al senso di responsabilità di tutte le forze politiche per cercare di concludere la consiliatura. «Si parla ingiustamente di sfascio della mia Amministrazione senza tener conto di tutti i successi riportati in questi anni, come il trincerone e tutte le opere pubbliche già concluse, in corso o che sono ai nastri di partenza. Purtroppo, manovre di Palazzo lontane dai bisogni della gente vogliono mandarmi a casa».
Galdi ha, poi, ammesso il fallimento del progetto politico che lo portò alla vittoria nel 2010. «Ammetto senza mezzi termini la sconfitta politica del progetto del centrodestra, ne prendo atto pubblicamente - ha dichiarato il primo cittadino - Allo stesso tempo, però, ritengo sia un errore politico il commissariamento dell’Ente».
Valentino Di Domenico
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