Tu sei qui: PoliticaFI in crisi, Messina chiama Petrillo
Inserito da (admin), lunedì 12 luglio 2004 00:00:00
Buio per l'Amministrazione Messina. Febbrile vigilia della seduta del parlamentino comunale, convocato per domani con all'ordine del giorno l'approvazione del consuntivo 2003. Forza Italia, partito e gruppo, allo sbando; An ed Udc assistono passivi alla crisi del partito del sindaco. Dunque, la crisi di Forza Italia rischia di travolgere l'intera coalizione. Il partito, il coordinatore ed il direttivo completamente assenti sulla scena politica, impotenti a gestire una crisi che ha travolto tutti. Realisti restano gli uomini di "Confronto", che, pur aderendo a Forza Italia, hanno mantenuto intatto il dna politico di movimento. E nel marasma generale che regna nel partito, che poi si riflette sul gruppo consiliare sempre più in rotta di collisione con il sindaco Messina, il gruppo Confronto afferma la necessità di un uomo forte e fuori della mischia, ma consapevole dei gravi problemi che lo tormentano. E l'uomo cui si fa riferimento senza troppi veli è Pasquale Petrillo, che in questi ultimi tempi è apparso alquanto distaccato dalle beghe interne. Ma pare che, nonostante qualche sollecitazione venuta anche dall'alto, sia restio ad assumere quest'incarico, anche dopo le accuse rivoltegli nel passato dagli stessi uomini che oggi in Consiglio comunale non riescono a ritrovare il bandolo della situazione. La crisi incombe e regna un'atmosfera di aperto scetticismo sul prosieguo dell'esperienza Messina, a meno che il sindaco non intervenga con un'iniziativa forte, anche a rischio di rompere il piatto bipolarismo instauratosi nel Consiglio comunale. L'oscillazione di posizioni in seno a FI rende più difficile il confronto con gli stessi alleati. An è in vigile attesa. Nel congresso cittadino aveva sollecitato una verifica a tutto campo ed avanzato critiche alla gestione degli incarichi e dei dirigenti, ma oggi avverte il clima di incertezza ed è preoccupata. Esige visibilità, ma in una certezza politica. Giovanni Baldi, presidente del Consiglio e leader dell'Udc, nelle settimane scorse ha compiuto un'esplorazione tra i partiti, ha prospettato la necessità di un'unità forte per superare i vari ostacoli, ma ha avvertito la frammentazione delle posizioni. Lo stesso Udc stenta a decollare come partito, di qui la poca incisività nel rapporto tra i partiti della coalizione. Intanto, Alfonso Laudato osserva e tace: qualsiasi suo intervento servirebbe solo a rendere più incandescente l'atmosfera. Molti ritengono che già domani potrebbe scagliare i suoi strali sui "ribelli".
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