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Politica

Caso Servillo, il governo risponde in aula

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 22 ottobre 2001 00:00:00

Arriva la risposta del Governo sull'interpellanza presentata da Andrea Annunziata e sottoscritta da Vincenzo Maria Siniscalchi, Vincenzo De Luca e Antonio Boccia, relativa ad alcuni avvenimenti che hanno turbato il clima elettorale delle amministrative del 13 giugno. Tre i punti su cui il sottosegretario di Stato per l'Interno, Antonio D'Alì, ha risposto: «Il rappresentante di una cooperativa di parcheggiatori avrebbe pubblicamente richiamato il sindaco di Cava al rispetto di asserite promesse pre-elettorali. La vicenda vede l'aggressione subita da un consigliere comunale durante l'ultima campagna elettorale ed il ritiro, nel medesimo frangente, di una candidatura a sindaco in seguito a pressioni esterne». Il sottosegretario, dopo indagini svolte dal prefetto e dalla questura di Salerno, ha così risposto: «Le due cooperative di parcheggio - la Colca e la Cogela - hanno gestito il servizio di parcheggio a pagamento nel centro campano fino agli ultimi mesi del 2000, quando la precedente amministrazione comunale varò un organico piano sosta, affidandone la gestione in concessione all'Aci. In seguito, il signor Angelo Servillo, che si è sempre dichiarato rappresentante delle due cooperative, ma che è stato amministratore soltanto della prima fino al 2000, probabilmente contrariato anche dalle richieste di pagamento della Tosap e della Tarsu, avrebbe ricordato alla nuova amministrazione comunale, guidata da Alfredo Messina (nella foto in alto), il rispetto di asserite promesse fatte per il sostegno assicurato nella fase congressuale del partito di appartenenza del predetto primo cittadino, nonché nella campagna elettorale. Entro pochi giorni dalla pubblicazione dell'articolo, il sindaco Messina e l'assessore Antonio Barbuti, coinvolto anch'egli dalle dichiarazioni di Servillo, hanno proposto una formale querela nei suoi confronti, presentata il 25 settembre scorso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, dove sono in corso, al momento, le conseguenti indagini. Stando ai fatti, così come riferiti, non sembra che il Governo debba assumere altra iniziativa che non la vigilanza sul futuro svolgimento degli eventi, in attesa delle determinazioni della magistratura salernitana». Di fatto è stata aperta un'inchiesta per l'accertamento dei fatti, affidata al Pubblico Ministero Antonella Giannelli e condotta dalla Guardia di Finanza della compagnia provinciale.

«È chiaro, peraltro - continua il sottosegretario D'Alì - che il Prefetto e la questura di Salerno seguono con attenzione la situazione, soprattutto per quanto concerne il secondo punto segnalato dagli onorevoli interpellanti». La sostanza della risposta evidenzia la volontà del Governo e, nello specifico, del ministro degli Interni di addivenire, nel più breve tempo possibile, a far luce sull'incresciosa vicenda che ha visto protagonisti cittadini ed amministratori e che getta discredito sull'intera città metelliana. Intanto, i protagonisti del fatto mantengono il più stretto riserbo; Antonio Barbuti, poi, per motivi amministrativi, è a Bruxelles. Sa di insoddisfazione la replica di Annunziata in aula: «La vicenda descritta nell'interpellanza, presentata da me e da altri colleghi del centrosinistra, non ha alcun intento di speculazione politica. È stata presentata solamente per fare chiarezza su un fatto. Credo, infatti, che le indagini non le debba svolgere il sottoscritto, né tantomeno un partito politico. Lasciamo operare la magistratura, perché quanto riportato dai giornali è già di estrema gravità e rappresenta solamente la punta dell'iceberg. Quanto sostenuto negli articoli dal presidente delle cooperative è grave, perché si inserisce in una promessa pre-elettorale».

Ed i giudici indagano

La magistratura, dopo le interpellanze parlamentari sull'affaire parcheggi, ed in seguito alla querela proposta da Alfredo Messina e da Antonio Barbuti ai danni di Angelo Servillo, ha aperto un'inchiesta. L'indagine ed i relativi atti giudiziari vedono implicato in prima persona l'assessore Antonio Barbuti, oggetto di provvedimenti che le forze dell'ordine hanno notificato giovedì mattina. La risposta del sottosegretario agli Interni faceva riferimento, oltre che a presunte promesse elettorali, anche a minacce che sarebbero state fatte a Giovanni Baldi (nella foto in basso) affinché ritirasse la sua preannunciata candidatura a sindaco.

L'AGGRESSIONE A NAPOLI E LE MINACCE A BALDI

«Episodi che non c'entrano con la giunta»

Il sottosegretario Antonio D'Alì ha risposto anche in merito all'interpellanza relativa all'aggressione subita, ad opera di sostenitori di Forza Italia, dal neo consigliere Luigi Napoli di An, prima del ballottaggio che consacrò Alfredo Messina sindaco di Cava. «Il 26 maggio scorso è stata sporta una querela da parte di Luigi Napoli - risponde D'Alì - appena eletto consigliere comunale. Secondo quanto riferito al commissariato di Cava, sarebbe stato aggredito ed insultato da un gruppo di giovani che affiggevano manifesti elettorali per l'imminente ballottaggio». Nell'aggressione Napoli riportò lesioni personali, con una prognosi di sette giorni; le successive indagini individuarono uno degli autori delle violenze, che fu denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica salernitana. «Massima è l'attenzione delle forze di polizia nei riguardi di tal genere di episodi di intolleranza - continua D'Alì - che non sembrano aver alcun riflesso di rilievo, al momento, sulla situazione politica locale, né può trovare consistenza l'ipotesi di un eventuale intervento di controllo sugli organi, data l'assoluta mancanza di presupposti». Le conclusioni del governo non colgono di sorpresa Luigi Napoli: «Spero che la giustizia faccia luce sulla vicenda - afferma il consigliere di AN - la politica è fatta di altre cose, confronto, dibattito anche acceso, ma sempre nei limiti della correttezza e del rispetto della dignità di chi gratuitamente si impegna. Si deve far chiarezza sulla natura politica dell'aggressione non per vendetta, ma per riaffermare i valori della politica».

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