Tu sei qui: PoliticaCaso Meluso, indaga la Procura
Inserito da (admin), venerdì 18 luglio 2008 00:00:00
Aperto dalla Procura della Repubblica di Salerno un fascicolo sulla vicenda Meluso-Landi-"Menelao". L'indagine è stata avviata ancora prima che il consigliere comunale Assia Landi (ex E' Viva Cava, ora indipendente) denunciasse pubblicamente il grave episodio nella seduta del Consiglio comunale di martedì scorso che l'ha vista, suo malgrado, protagonista.
«Il 12 luglio - racconta la consigliera - mi sono recata spontaneamente nello studio del dott. Roberto Penna, sostituto della Procura di Salerno, al quale ho consegnato lo stesso fascicolo-denuncia letto e consegnato poi alla presidenza del Consiglio comunale. In particolare, ho ripercorso i vari momenti dell'incresciosa vicenda che mi ha visto coinvolta, a partire dalla richiesta rivolta al comandante della Polizia Municipale ed al dirigente dell'Ufficio Urbanistica di venire a conoscenza della documentazione relativa all'attività repressiva consequenziale agli abusi perpetrati al ristorante "Menelao" per la realizzazione di una nuova sala ristorazione al piano superiore. La mia relazione continua fino al giorno in cui sono stata avvicinata dal proprietario-gestore del ristorante "Menelao" che, venuto a conoscenza della mia richiesta da una nota del comandante dei Vigili Urbani, chiedeva conto e ragione del mio interessamento alla vicenda».
La Landi sottolinea: «Al magistrato ho spiegato che l'interesse all'accesso agli atti era nato dalle lamentele formulate nei miei confronti da alcuni elettori, consapevoli della battaglia dell'Amministrazione Gravagnuolo, di cui faccio parte, per la lotta all'abusivismo ed all'illegalità. Mi hanno manifestato la loro sorpresa che quel 24 marzo 2008, lunedì dell'Angelo, mi intrattenessi a pranzo nel ristorante "Menelao", benché lo stesso fosse, in parte, sottoposto a sequestro dall'autorità giudiziaria per violazione urbanistica. Inizialmente ho risposto che mi sembrava strano quello che mi riferivano; in quella stessa sala era presente lo stesso comandante dei Vigili Urbani. Ho riconfermato al magistrato il diritto del consigliere comunale dell'accesso agli atti per l'esercizio della sua funzione e poi per autotutela». La bomba lanciata in piena seduta consiliare, quando erano all'ordine del giorno argomenti come le demolizioni di 11 fabbricati su cui pende ancora il rischio dell'abbattimento, deflagra, irrompe in città e colpisce il Palazzo. Molti gli interrogativi, anche se per ora le bocche sono cucite. Della vicenda certamente si occuperà l'assessore Alfonso Senatore, ritornato in carica.
L'interrogativo più forte: doveva il comandante informare il ristoratore che c'era stata una richiesta di accesso agli atti relativi all'abuso edilizio contestato in merito all'ampliamento della sala? Il comandante Filippo Meluso non ha dubbi e lo ha dimostrato con atti chiari e protocollati: «Ho informato il cointeressato della richiesta fatta dalla Landi come vuole la legge, ed in particolare gli articoli 7 e 10 bis della 241/90». Ma a chi gli fa notare che, mettendo al corrente l'interessato dell'azione della Landi, ha posto a serio pericolo la sua incolumità, il comandante Meluso replica che il suo compito è quello di mettere in atto le procedure previste, altrimenti può incorrere in sanzioni penali. Ed aggiunge: «Oltre che essere comandante dei Vigili Urbani, sono ufficiale di Polizia».
Gravagnuolo: «Aspetto una relazione sui fatti»
Il primo a rimanere turbato per la vicenda Landi-Meluso è il sindaco Gravagnuolo. «Sin dal mio insediamento ho affermato che il consigliere comunale deve essere in condizione di esercitare il suo mandato». Come giudica il caso Meluso? «Abbiamo preso visione del documento-denuncia di Assia Landi in Consiglio comunale. Siamo in attesa di conoscere la relazione del comandante Filippo Meluso e poi valuteremo i fatti. Lo faremo, e lo avremmo fatto per chiunque, con serenità ed equilibrio».
Il fatto è grave. Il comandante ha informato l'interessato di essere oggetto della richiesta di accesso agli atti dell'azione del consigliere Landi. «Per ora sappiamo solo quello che tutti voi conoscete. Quando avremo preso visione della relazione del comandante, potremo essere più precisi». Perché non è stato informato dalla Landi, che invece già prima del Consiglio si è recata dal magistrato? «È questa la mia più grande amarezza. Ancora una volta, come nel caso del presidente della Se.T.A., Salvatore Senatore, di cui la Landi aveva chiesto le dimissioni, ho letto un atto di sfiducia nei confronti di questa Amministrazione. Questo non ci impedirà di approfondire nei modi dovuti l'intera vicenda. Abbiamo innanzitutto rispetto del ruolo e della funzione del consigliere».
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