Tu sei qui: PoliticaCaso Lambiase, Messina al contrattacco
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 21 luglio 2003 00:00:00
Il sindaco di Cava de' Tirreni, l'avvocato Alfredo Messina, esce allo scoperto ed affronta lo spinoso caso del dipendente comunale Vincenzo Lambiase. Una querelle che sta gettando veleno sull'operato dell'Amministrazione comunale, chiamata in causa da Lambiase per presunte vicende di voto di scambio e presunti retroscena alla base del ritiro della candidatura a sindaco da parte di Giovanni Baldi, attuale presidente del Consiglio comunale. Per fare chiarezza, il sindaco Messina ha convocato un'apposita conferenza stampa. Riportiamo le dichiarazioni del primo cittadino, alle quali, sicuramente, non mancheranno nei prossimi giorni nuove risposte da parte di Lambiase e dei suoi legali. «Il dipendente Lambiase ha tenuto un comportamento fortemente lesivo - ha commentato Messina - nei confronti dell'Amministrazione. Lo possono testimoniare dei dipendenti e dei Vigili Urbani che hanno segnalato il fatto all'autorità giudiziaria, per vedere se vi fossero estremi di reato, ed al direttore generale Enrico Violante, il quale, come capo della struttura, ha ritenuto di far attivare un procedimento disciplinare. Lambiase si è riservato la facoltà di non rispondere, chiedendo di presentare degli scritti difensivi. Questi ultimi vanno verificati dal responsabile del procedimento e la vicenda finirà con un "abbraccio" o con una censura o con una sospensione del dipendente o, addirittura, col suo licenziamento. Lambiase pretende di avere diritti a certe cose che in realtà non ha e, dunque, sta creando un polverone». Alla domanda sul fatto che Lambiase contesta a Messina di aver fatto promesse in campagna elettorale, il sindaco così risponde: «Non mi risulta che Lambiase avesse detto questo. Vi sembra possibile che a qualcuno, con la sola terza media, dipendente di quarto livello, potessi io promettere in campagna elettorale uno scatto fino al sesto livello? Lambiase dica quello che vuole, ma sono delle cose talmente assurde da diventare volgari. Se, poi, Lambiase trova chi lo istiga e lo copre, si apre una spirale che potrebbe far pretendere qualcosa a ciascun cittadino. Ribadisco, questo è una vicenda assurda. Io, in campagna elettorale, non ho promesso niente a nessuno. Ho soltanto promesso alla gente - che poi non ci stia riuscendo è un altro discorso - che Cava sarebbe tornata ad essere bella, che sarebbero state fatte le opere pubbliche, che si sarebbe sviluppata l'economia creando posti di lavoro. Ribadisco che a mio carico non è stato aperto nessun procedimento giudiziario. Due parole le vorrei spendere per il comportamento di uno dei difensori di Lambiase, l'avvocato Clarizia, amico da decenni della mia famiglia, che però non ha avuto il buonsenso, pur conoscendo la mia onestà, di fermarsi dal difendere chi mi ha aggredito ingiustamente». Messina, infine, è intervenuto anche in merito al ritiro della candidatura a sindaco da parte di Giovanni Baldi: «In campagna elettorale non è accaduto nulla di strano. All'inizio partì la candidatura di Giovanni Baldi e di Marco Galdi come vicesindaco. Poi Baldi, temendo di diventare troppo prigioniero dei partiti ed avendo timore di non riuscire a governare la città, autonomamente si tirò indietro. A quel punto, si cercò un'altra candidatura unitaria. La cosa non avvenne, allora facemmo un patto personale io e Baldi ed arrivammo a decidere per la mia candidatura a sindaco e per quella di Baldi a presidente del Consiglio, senza nessun'altra designazione. Il tutto alla presenza di Alfonso Senatore e di altri. Mi sembra strano, quindi, che ora Senatore difenda Lambiase. Se, dunque, Senatore, parte attiva nelle scelte fatte, sa qualcosa che io non so, me lo venga a dire, anzi lo chiamerò a testimoniare sulla vicenda. Questa è la verità». La versione di Messina è stata avallata dall'assessore Alfonso Laudato, anch'egli presente negli incontri pre-elettorali. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi, bollenti giorni d'estate.
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