Tu sei qui: Politica‘Caso Baldi', segretati gli atti del procedimento
Inserito da (admin), mercoledì 12 novembre 2003 00:00:00
Sale la tensione sul "caso Baldi". Quella che poteva apparire un'inchiesta basata su un reciproco scambio di accuse registra il suo primo, perentorio provvedimento da parte del magistrato incaricato, Massimo Lo Mastro: obbligo di segreto di tutti gli atti del procedimento (il numero è 9560/2003) che vede in veste di indagati il sindaco Alfredo Messina, il responsabile dello staff, Pasquale Petrillo, ed il dipendente comunale Vincenzo Lambiase, accusati in concorso di violenza privata in relazione a voti di scambio. Il sostituto procuratore Lo Mastro teme un inquinamento delle prove da parte degli indagati. Un'eventualità ritenuta possibile perché, come si legge dal decreto di secretazione, i testi chiamati a riscontro delle accuse appartengono allo stesso contesto politico-amministrativo di Messina e Petrillo. Con questa motivazione, il magistrato ha disposto l'obbligo di segreto del contenuto del verbale dell'interrogatorio reso il 30 ottobre ai funzionari della Digos dal dipendente Vincenzo Lambiase (difeso dagli avvocati Alberto Clarizia ed Alfonso Senatore). Una decisione, non certo usuale per questo tipo di indagine, che lascia intravedere un primo, chiaro orientamento dato dalla Procura di Salerno all'inchiesta sui presunti voti di scambio. «Osservato che l'indagato Vincenzo Lambiase in data 30-10-2003 è stato interrogato dalla polizia giudiziaria dell'ufficio Digos della questura di Salerno - si legge nel decreto - rendendo dichiarazioni sul fatto proprio, sul fatto altrui e indicando fonti di possibile riscontro probatorio; ritenuto che la conoscenza dell'atto può ostacolare le indagini riguardanti i coindagati, i quali, se venissero a conoscenza del contenuto dell'interrogatorio, potrebbero alterare le fonti di prova a loro favore, sia intervenendo sull'indagato Vincenzo Lambiase, sia contattando le possibili fonti di prova testimoniali di riscontro, le quali appartengono al medesimo e ristretto contesto politico-amministrativo dei coindagati Alfredo Messina e Pasquale Petrillo». Secondo il magistrato, lo stesso Lambiase potrebbe intervenire sulle possibili fonti di prova per ottenere conferme al proprio impianto accusatorio, esposto nel corso delle 4 ore di interrogatorio davanti ai funzionari della Digos. Stando alle prime indiscrezioni, oltre alle accuse relative alle presunte minacce indirizzate all'attuale presidente del Consiglio comunale, Giovanni Baldi, per fargli ritirare la sua candidatura a sindaco per le elezioni amministrative del 2000, Lambiase avrebbe indicato delibere ed atti amministrativi come prove di presunti favoritismi a chi aveva partecipato alla campagna elettorale a favore di Messina. Lambiase avrebbe, inoltre, depositato una lista di testi, chiamati a riscontro delle proprie accuse. Sono filtrati i nomi di consiglieri, assessori e dipendenti comunali: tutti personaggi vicini all'Amministrazione. Un particolare che non è sfuggito al magistrato.
Oggi Lambiase in Commissione Disciplinare
Comparirà stamane davanti alla Commissione Disciplinare il dipendente Vincenzo Lambiase, accusato dal Comune di aver tenuto un comportamento non conforme ai doveri del pubblico impiego. E così, con una notifica ufficiale a firma del dirigente Maurizio Durante, Lambiase è stato convocato per le 9 di questa mattina negli uffici del funzionario del Primo Settore, Silvana Di Napoli, per fornire eventuali chiarimenti. Stando alla nota di contestazione, Vincenzo Lambiase avrebbe tenuto un comportamento non conforme ai doveri del pubblico impiego per le accuse lanciate contro il Comune per gli atti amministrativi inerenti la concessione della licenza alla Sala Bingo.
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