Tu sei qui: PoliticaCaso Baldi, Messina vuole essere ‘ascoltato'
Inserito da (admin), martedì 4 novembre 2003 00:00:00
Ha chiesto di essere ascoltato per chiarire il "caso Baldi". Il sindaco Alfredo Messina, attraverso il suo avvocato Guglielmo Scarlato, conferma la volontà espressa già nel luglio scorso, all'indomani della stesura del primo dossier-denuncia da parte del dipendente comunale Vincenzo Lambiase. Quest'ultimo è stato raggiunto la settimana scorsa da un avviso di garanzia per violenza privata in relazioni a voti di scambio nello stesso procedimento (il numero è 9560/2003) che vede in veste di indagati il sindaco ed il responsabile del suo staff, Pasquale Petrillo. Al momento, la Procura di Salerno non avrebbe emesso alcun atto di convocazione e la stessa posizione di indagato per il sindaco risulterebbe dall'invito a comparire per l'interrogatorio, recapitato la settimana scorsa a Lambiase. Proseguono le indagini, intanto, e filtrano i nomi di altri testimoni citati da Lambiase nel corso dell'interrogatorio a riscontro delle proprie accuse. Si tratterebbe degli ex proprietari di un ristorante di Sant'Anna e di un maresciallo dei Carabinieri in servizio in un Comune dell'Agro nocerino. Secondo le prime indiscrezioni, Lambiase, interrogato giovedì scorso come persona sottoposta ad indagini in reato connesso e collegato, avrebbe fatto questi nomi a riscontro di alcuni incontri avvenuti con Messina e Petrillo. Nel dossier consegnato alla Digos ed alla Direzione investigativa antimafia, Lambiase afferma: «Possono testimoniare i proprietari del locale di Sant'Anna all'epoca dei fatti. In mia compagnia c'era anche mio cognato, allora in servizio a Roma. Ha assistito al dialogo tra Messina e Petrillo ed alle loro promesse di aiutarmi, sistemando anche mia figlia, nel caso della vittoria al Comune». In queste ore l'attenzione della Procura si sarebbe spostata su due capitoli: concessioni ed opere edilizie. Già nei giorni scorsi, gli avvocati di Lambiase avevano chiesto l'acquisizione di alcune delibere. Ma ad indirizzare gli inquirenti sarebbero state alcune dichiarazione dello stesso dipendente comunale, rilasciate nel corso della sua audizione ed aggiuntive a quelle rese nell'estate scorsa nel suo doppio dossier. «Tutti i garage che sono stati fatti a Cava nell'ultimo anno dovrebbero essere controllati, specie alcune pratiche istruite da dipendenti messi ad hoc dal sindaco e dal capo dello staff», avrebbe dichiarato. Ed ancora: «Ci tengo a precisare che, attualmente, un dirigente assunto con contratto da esterno ha completato il garage sulla strada ed aumentato il volume della sua villa. Anche qui si dovrebbero fare delle verifiche». Si torna, poi, a parlare di presunti favoritismi a chi ha sostenuto l'ultima campagna elettorale. «La campagna elettorale di Messina - si legge nel dossier - è stata finanziata da Antonio Della Monica». Operazione regolare o legata a quale ipotetico vantaggio per l'imprenditore? Nel dossier il grande accusatore solleva sospetti. I magistrati starebbero riscontrandoli. Dopo l'interrogatorio, gli avvocati di Lambiase (Alfonso Senatore ed Alberto Clarizia) stanno preparando una memoria illustrativa, dove sarebbero indicati nuovi riferimenti a riscontro delle accuse che farebbero parte di un secondo filone di indagine, collegato all'inchiesta sulle presunte minacce a Baldi.
IL SINDACO PRECISA
«Ecco chi è lo scemo del villaggio»
«Non ho mai definito tout court "lo scemo del paese" il sig. Lambiase», precisa Alfredo Messina. Misura parole e contesto in cui le ha pronunciate, il sindaco di Cava, in una nota in cui chiarisce quel che ha detto venerdì scorso in conferenza stampa. «Ho affermato - spiega il primo cittadino - che in ogni paese vi è lo scemo del villaggio utilizzato da qualcuno per propri fini. Nel caso di specie, il sig. Lambiase si riduce ad essere lo scemo del villaggio nel momento in cui viene strumentalizzato da altri per una macchinazione politica, i cui contorni ed i cui protagonisti sono, peraltro, chiari a tutti».
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