Tu sei qui: PoliticaCaso Baldi, Lambiase cita 15 testimoni
Inserito da (admin), mercoledì 26 novembre 2003 00:00:00
Consegnato nelle mani dei funzionari della Digos un nuovo dossier sul caso dei presunti voti di scambio. Il dipendente comunale Vincenzo Lambiase - coindagato, insieme al sindaco Alfredo Messina ed al responsabile dello staff Pasquale Petrillo, nel procedimento acceso per le presunte minacce indirizzate durante l'ultima campagna elettorale al candidato a sindaco Giovanni Baldi - avrebbe indicato una lista di 15 testi, chiamati a riscontro delle accuse lanciate nel corso del suo primo interrogatorio. Si tratterebbe di 2 elenchi: 7 testimoni individuati tra i familiari dei personaggi coinvolti nella vicenda - informati a diverso titolo del presunto incontro intimidatorio svoltosi durante la campagna elettorale per convincere l'attuale presidente del Consiglio comunale, Giovanni Baldi, a rinunciare alla candidatura - e 8 personaggi tra politici, imprenditori e funzionari comunali. Il memoriale farebbe riferimento ad un secondo filone di inchiesta, quello relativo alle concessioni edilizie, alle assunzioni, ai concorsi e ad alcune delibere per lo stanziamento di fondi. Intanto, trapelano le prime indiscrezioni su un documento anonimo, ricevuto dallo stesso Lambiase e trasmesso la scorsa settimana al pm Massimo Lo Mastro, che sta seguendo l'inchiesta: due pagine dattiloscritte con una vecchia macchina da scrivere. In esse si farebbe riferimento alle bobine registrate delle prime sedute di Consiglio comunale. Secondo l'autore, nascosto dall'anonimato, i nastri riporterebbero le frasi di un consigliere comunale, che dagli scranni dell'aula consiliare avrebbe fatto riferimento all'episodio delle presunte minacce rivolte a Baldi. «Si può ascoltare dalle bobine registrate nei primi Consigli comunali di attacchi feroci e distruttivi che il consigliere tirato in ballo indirizzava nei confronti della Giunta, facendo spesso riferimento al pilastro di cemento armato dove doveva essere messo Giovanni Baldi se non si fosse messo da parte per far posto ad Alfonso Messina». Per ora, non ci sono nuovi provvedimenti da parte della Procura, che sta procedendo con l'audizione a scaglioni dei testimoni. Si apre, però, anche un altro fronte. La notizia del procedimento disciplinare avviato dal Comune nei confronti di Lambiase ha provocato la dura reazione dei sindacati. «La nostra organizzazione sindacale denuncia il gravissimo ed inammissibile comportamento del Comune - si legge nella nota sottoscritta da Raffaele Farano, segretario della Fiedal Cisl - che minaccia di licenziamento un suo dipendente, resosi colpevole di aver riferito alla magistratura episodi sgradevoli agli attuali amministratori e di aver informato i giornali dell'accaduto. Con tale comportamento, l'Amministrazione dimostra di non tenere in alcuna considerazione i diritti fondamentali dei lavoratori, tra cui c'è quello di manifestare liberamente il proprio pensiero e le proprie opinioni, e di voler ripristinare forme di censura che si credevano relegate ad epoche ormai passate».
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