Tu sei qui: PoliticaBufera al Comune, operai in rivolta
Inserito da (admin), martedì 6 maggio 2003 00:00:00
È scontro sui nuovi orari di lavoro, già applicati da circa due mesi in via sperimentale, per il personale tecnico comunale addetto alla manutenzione. La questione nasce dalla proposta del Comune di suddividere le 36 ore settimanali in turni unici dalle 7 alle 14.15, abolendo, quindi, i rientri pomeridiani. O, in alternativa, applicare lo stesso orario degli impiegati: dalle 8.15 alle 14.15, ma con due rientri settimanali (lunedì e mercoledì) dalle 15.30 alle 19.30. Nella riunione del 30 aprile scorso tra il direttore generale Enrico Violante e le organizzazioni sindacali, queste ultime, all'unanimità, hanno chiesto il ripristino dei vecchi orari, evidenziando l'assenza di motivazioni a sostegno di questo cambiamento, non giustificato da evidenti miglioramenti del servizio, inteso nella sua globalità. Un ritorno al passato, quindi, quando l'orario di lavoro era così articolato: dalle 7 alle 13 fino al venerdì, con rientro pomeridiano, dalle 14.30 alle 17.30, il lunedì ed il mercoledì. «I sindacati - risponde il direttore generale Enrico Violante - ci hanno posto un problema di concertazione e di motivazione della proposta. Cosa che faremo nella prossima riunione. La modifica degli orari rientra in un'ottica di razionalizzazione ed ottimizzazione dei servizi. Si vuole evitare dispersione di tempo ed eventuali disfunzioni nell'organizzazione ed esecuzione degli interventi manutentivi». Sul tappeto, problemi di concertazione, denuncia di attività antisindacale, valutazioni sull'effettiva efficienza del servizio. Sullo sfondo, anche l'orario spezzato e la richiesta dell'indennità pasto. «Denunciamo - afferma Matteo Buono, segretario provinciale Cisl - un comportamento scorretto ed antisindacale, nel momento in cui si decidono orari unilateralmente, senza alcun confronto con i sindacati, con l'aggravante della raccolta di firme per la sottoscrizione dei nuovi orari interpellando direttamente ogni singolo operaio». Il segretario Buono stigmatizza il fatto che per tanti anni sono andati bene i vecchi orari, mentre oggi gli stessi dirigenti che li hanno applicati in passato li ritengano sbagliati. «Ad essere penalizzato - ribadisce - sarebbe proprio il lavoro. Prendere servizio alle 8.15 significherebbe iniziare le attività ancora più tardi, dati i tempi tecnici per attrezzarsi e recarsi sui posti di lavoro, con evidenti sprechi anche economici».
LA REPLICA DELL'ASSESSORE GIGANTINO
«È stata una scelta precisa del personale. Avere un unico turno significa razionalizzare le spese di gestione»
L'assessore alla Manutenzione ordinaria, Giuseppe Gigantino, difende a spada tratta i nuovi orari. «20 operai su 30 - dice - hanno manifestato la loro soddisfazione per i nuovi turni. La linea del Comune è quella di un orario unico, dalle 7 alle 14.15. Se i sindacati si ostinano a voler fare i rientri pomeridiani, allora riteniamo sia opportuno rendere il lavoro degli operai il più sinergico possibile a quello degli uffici, per evitare di non poter avere sui posti di lavoro, negli stessi orari, la presenza di geometri e tecnici per seguire le attività». L'assessore evidenzia la lotta agli sprechi di risorse. «I nostri interventi di carattere manutentivo - precisa Gigantino - sono soprattutto indirizzati ai 36 plessi scolastici della città, che prima delle 8 non sono aperti e fino alle 9.45 sono interessati dal flusso degli studenti. Avere un unico turno significa razionalizzare le spese di gestione, soprattutto per quello che concerne l'uso degli automezzi, i cui costi diminuirebbero, non essendo più utilizzati per i due giorni di rientro pomeridiano. Oltretutto, abbiamo dato garanzie per quanto riguarda il mantenimento dello stesso trattamento economico».
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