Tu sei qui: PoliticaBufera a Palazzo, Violante pronto a lasciare
Inserito da (admin), mercoledì 11 febbraio 2004 00:00:00
Enrico Violante, direttore generale, sarebbe pronto a lasciare il Palazzo. Una decisione sofferta, la sua, che ha generato grande sconcerto all'interno del Comune, anche se la lettera, pur scritta, non è stata ancora consegnata al sindaco Alfredo Messina. Sarebbe il secondo city manager a dimettersi nello spazio di tre anni. Dopo il penalista Vittorio Del Vecchio - anche il suo un addio motivato dall'aria del Palazzo non certamente "salubre" e rispettosa della democratica partecipazione alla gestione - era stato chiamato Enrico Violante. Figura "istituzionale", uomo forte della Sanità metelliana, che aveva retto per oltre 30 anni con intelligenza, fermezza e lungimiranza. Un'esperienza collaudata dagli anni trascorsi nella difficile Asl di Castellammare. Era stato scelto, e Messina lo ha affermato più volte, per la sua competenza amministrativa e, soprattutto, per essere un profondo conoscitore di uomini e di cose. Peculiarità che senza dubbio erano indispensabili per un sindaco voglioso di attuare rivoluzioni e ribaltamenti di indirizzi. Ma dopo i primi mesi è iniziato il logoramento che potrebbe portare ora Enrico Violante a rinunciare. «Se lo dovesse fare - afferma Flora Calvanese - sarebbe veramente qualcosa di straordinario. In tutti gli anni in cui ha operato nella sanità non ha mai ceduto. La sua eventuale rinuncia sarebbe un'ulteriore prova del fallimento del progetto Messina». Il sindaco non si sbilancia sulla storia di questa lettera scritta e non ancora consegnata: «Se dovesse arrivare la commenteremo, ma credo che questo non si verificherà». La lettera, però, c'è ed il direttore nella stessa ha voluto riassumere ciò per cui era stato chiamato e che non ha potuto realizzare per la sottrazione continua delle sue prerogative. Qualcuno fa notare che le prime difficoltà sono sorte quando è entrato come consulente il professore Albano. A questi sarebbero andate prima la presidenza del Nucleo di Valutazione, prerogativa del direttore generale, poi la formazione dello stesso personale ed ancora la progettazione di un modulo organizzativo. Violante non si è mai sottratto al suo lavoro e soprattutto alla collaborazione, pur sapendo che nulla di nuovo appariva all'orizzonte, se non un'idea poco aderente alle reali risorse del Comune. Isolato poco alla volta, come sottolineano i dirigenti a lui più vicini, quelli a cui avrebbe rivelato i toni della lettera e la sua decisione di lasciare: «Era stato ridimensionato e privato del suo legittimo potere. Oggi è deciso come persona, è titubante come uomo delle Istituzioni. Ma reggerà ancora?». La notizia di una certa difficoltà era nell'aria. Quando scioglierà il nodo? Sarà una decisione inequivocabile, afferma chi conosce bene Violante.
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