Tu sei qui: PoliticaBaldi rompe gli indugi: "Mi candido"
Inserito da (admin), martedì 7 giugno 2005 00:00:00
Sempre più tesi i rapporti tra il sindaco Messina ed il presidente del Consiglio e segretario dell'Udc, Giovanni Baldi. I dissidenti di Forza Italia minacciano la scissione. Domani, intanto, Consiglio comunale. Dunque, Giovanni Baldi, sempre più deciso a porre sul tavolo la propria candidatura a sindaco, prosegue nel cammino intrapreso all'indomani delle elezioni regionali. «Ho assunto con i cittadini cavesi un impegno: avrei lavorato perché ritornasse la politica nel Palazzo. Ho raccolto dissensi sull'operato di Messina ed in generale dell'Amministrazione, ma, cosa ancor più grave, oggi ho dovuto constatare che non c'è volontà di voler modificare comportamenti e scelte. Di qui la mia disponibilità a candidarmi a sindaco». Con chi e con quali partiti, per ora Giovanni Baldi è reticente. Certo è che è impegnato nel creare una rete di consensi anche trasversali, per offrire una piattaforma politico-programmatica nella quale potrebbero riconoscersi moltissimi cavesi, politici e non. Messina, dal canto suo, non drammatizza ed afferma che è impegnato su due obiettivi precisi: la realizzazione del progetto votato con ampi consensi dalla città nel 2001 ed il recupero del ruolo e dell'identità di Forza Italia. Ma è proprio da un fianco di Forza Italia che gli vengono gli attacchi più forti. «Vuole rifondare Forza Italia, chiama Confronto il suo partito ed esclude gli eletti di Forza Italia. E' strano, è una rifondazione personale ed a sua immagine», ironizza Giovanni Campanile. Intanto, domani Consiglio comunale. All'ordine del giorno l'esame dei problemi delle frazioni, la costituzione di un Osservatorio epidemiologico, il progetto Ceramica, l'adesione al fondo istituito per i dipendenti dell'opificio "Arti Grafiche Di Mauro". A tener banco sarà la mancata attuazione della richiesta, espressa con un voto bulgaro dal Consiglio comunale, della riduzione di assessori, consulenti e super consulenti. «Che credibilità possono avere se non danno alcuna risposta ad un voto consiliare?», tuona Francesco Musumeci. «E' un'offesa alla dignità del ruolo del consigliere comunale. C'è stato un voto rispetto al quale non c'è alcuna risposta», aggiunge Pasquale Pisapia. Di qui l'invito a Giovanni Baldi, Giovanni Cannavacciuolo e Giovanni Campanile, esponenti rappresentativi della maggioranza, che cavalcarono la rivolta allora, di spiegare alla città innanzitutto le difficoltà e se esiste una volontà di modificare una situazione ritenuta grave.
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