Tu sei qui: PoliticaBaldi: "Io la vera alternativa a Messina"
Inserito da (admin), mercoledì 26 aprile 2006 00:00:00
Giovanni Baldi è alla prova del fuoco come candidato sindaco, dopo la rinuncia del 2001 in favore di Messina. Il Bruto cavese del principe regnante, come fu definito all'indomani del "golpe" di luglio che determinò lo scioglimento del Consiglio comunale, vive questa vigilia elettorale con determinazione e consapevolezza. Sa di aver assunto forti responsabilità di fronte alla città ed a se stesso. «La decisione di porre fine all'esperienza amministrativa di Messina fu l'ultimo atto di una crisi che si trascinava da tempo. Si erano consumate tutte le condizioni per stare insieme. Non fu un tradimento. Sì, un gesto traumatico, ma teso ad un nuovo cammino, più democratico ed in sintonia con gli impegni assunti».
Ma è stato, comunque, uno strappo che ha determinato la rottura del centrodestra? «L'Udc, a livello locale e provinciale, ha sempre fatto presente ai partiti della Casa delle Libertà che non c'erano i presupposti per un cammino comune con Messina. Né allora né oggi. Ecco perché iniziammo un percorso autonomo, con varie storie di aggregazioni rotte e poi riprese. Oggi l'Udc è unita e con l'amico Marco Galdi ci presentiamo alla città». Messina sostiene che Baldi ha simpatia e consensi, ma non bastano per vincere...«I consensi al candidato sindaco non sono la somma di sigle di partiti, ma di adesione ad un progetto di città, di credibilità che si riscuote e di fiducia nell'uomo e nel politico. Messina sa che lo scioglimento del Consiglio comunale ha decretato il fallimento della sua gestione politico-amministrativa. Inoltre, alle amministrative contano la persona, il calore che riesce ad infondere nella sua azione, e non certamente il richiamarsi a personaggi politici carismatici. La gente mostra di averlo compreso e saprà giudicare».
E se da Salerno dovesse giungere il diktat all'unità? «E' un rischio che non corriamo. Siamo alternativi a Messina e nessuno ce lo potrà imporre. Inoltre, gli organi provinciali hanno ribadito l'assoluta autonomia delle realtà locali». Anche contro tutti? «Sì, anche uno contro tutti. E' una scelta di coerenza e di libertà con i gesti fino ad oggi compiuti». Quali i punti nodali del programma? «Lotta agli sprechi, agli incarichi ed alle consulenze a pioggia, a vantaggio di settori come servizi sociali, scuole, sicurezza; attenzione al mondo del lavoro, ed in particolare alla disoccupazione giovanile; valorizzazione del personale comunale, revisione del piano del traffico, smantellamento dei prefabbricati, manutenzione ordinaria di scuole, strade. I primi 100 giorni saranno determinanti per il cammino che intenderemo percorrere. E lo faremo con una squadra agile, con la fiducia di liste scelte al centro, ma soprattutto nelle frazioni, lo zoccolo duro della storia economica e politica della città, e con profondo rispetto dei ruoli dei partiti e dell'autonomia del sindaco».
E' solo un programma di ordinaria amministrazione? «Dobbiamo ricreare prima le condizioni ordinarie. Non crediamo a quei programmi, bibbie dell'arte politica, faraonici. Si arenano subito. La città per la quale lavoreremo sarà nel segno della continuità della sua storia ultrasecolare, ma particolarmente attenta alle nuove attese ed ai nuovi interessi. Non una città statica o utopica, ma dinamica e reale. Una città nella quale i cittadini dovranno sentirsi protagonisti». Quale messaggio intende lanciare alla città? «Vogliamo operare, con umiltà, ma con la consapevolezza di doverlo fare, una profonda svolta nella storia politica cavese degli ultimi anni, con una nuova classe politica e con una grande voglia di essere al servizio della città e dei cittadini».
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