Tu sei qui: PoliticaAttaccato l'assessore Trapanese
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 22 ottobre 2001 00:00:00
Oltre duecento dipendenti della Se.Ta, la società mista per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, vedono a rischio stipendio e posto di lavoro. Dopo la bufera giudiziaria dell'ottobre scorso, che portò ai sei avvisi di garanzia ad altrettanti assessori della Giunta Fiorillo, insieme al presidente Eduardo D'Amico, scatta un nuovo codice rosso. Sono bastate le dichiarazioni al vetriolo del neo assessore all'Economia ed alle Risorse Comunitarie Vincenzo Trapanese (nella foto in alto): «Se fosse possibile, cancelleremmo la Se.TA come si fa con tratto di penna».
La lettera
A far ripiombare nell'incertezza i portafogli dei lavoratori della Se.Ta è ancora una volta la «legalità» del loro ruolo. Sabato scorso i sindacalisti appartenenti alle tre sigle sindacali (Cigl, Cisl e Uil) hanno presentato una lettera di precisazione, chiedendo al sindaco Alfredo Messina la convocazione di un incontro a Palazzo di Città: «Tutti noi dipendenti della Se.Ta - si legge nel documento - di fronte alle dichiarazioni dell'assessore siamo rimasti allibiti, perché abbiamo la consapevolezza del nostro ruolo e soprattutto perché facciamo al meglio il nostro dovere. Abbiamo dimostrato, altresì, senso di responsabilità e di attaccamento, facendo sì che Cava, in questo periodo di emergenza rifiuti, fosse un'oasi di pulizia a confronto con le città pattumiera limitrofe». Nessun accenno o quasi al posto a rischio, ma in prima battuta la voglia di vedersi riconosciuto un ruolo e di smentire le voci che vedrebbero la Se.Ta come carrozzone politico. La definizione era stata coniata dallo stesso Trapanese in un suo recente intervento: «La Se.TA (nella foto al centro, la sede) è un inutile carrozzone». Più che un'insinuazione, che appena un anno fa portò all'avvio di un'inchiesta giudiziaria, disposta dal pm Filippo Spiezia. Era il 22 ottobre del 2000 quando scoppiò la bomba giudiziaria: 7 avvisi di garanzia raggiunsero l'allora sindaco Raffaele Fiorillo (indagato da solo per la violazione dei criteri sulla concorrenzialità del patner privato), il vicesindaco Alfredo Venosi e gli assessori Flora Clavanese, Roberto Caliendo, Francesco Santoro per abuso di ufficio, ed il presidente D'Amico per falso in comunicazione sociale. A ciò fece seguito un lungo scontro politico che allungò la sua ombra su molti personaggi che, in veste di consiglieri, approvarono i provvedimenti, per poi puntarvi l'indice contro. Nel mirino due passaggi: una variazione di bilancio di 300 milioni per la previsione di un aumento del costo dei rifiuti e della discarica (delibera di Giunta del novembre '98, approvata anche in consiglio comunale) e la vendita di azioni avvenuta, secondo quanto si legge dai documenti (delibera consiliare del novembre '97 e '98), a valore nominale e solo ai Comuni. C'era, poi, un'ultima ipotesi di reato imputata al solo sindaco: violazione delle norme di concorrenzialità per la scelta della Gesenu come partner privato. «Se è un carrozzone - precisa ironico Enzo Senatore, rappresentante sindacale in forza al cantiere cavese - è un carrozzone che funziona. Grazie alla professionalità delle maestranze ed alle capacità strutturali della Se.Ta, abbiamo dato all'amministrazione comunale la possibilità di allinearsi alla circolare del Commissario Straordinario dell'emergenza rifiuti, attuando in 24 ore e con grossi carichi di lavoro il servizio di raccolta frazione, servizio, questo, né istituzionalizzato né convenzionato, con risultati ottimali».
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