Il Portico Costiera Amalfitana

I rappresentanti del popolo in Consiglio comunale, i consiglieri di Cava de' Tirreni, eleggeranno questa mattina, salvo clamorosi colpi di scena, il primo Difensore civico cittadino. La votazione e la nomina avverranno nel corso del Consiglio comunale previsto alle ore 10 di oggi, in sessione straordinaria, nell'Aula consiliare di Palazzo di Città. Sarà questo, dunque, il fulcro dell'assise di stamane. L'accordo raggiunto dal sindaco Alfredo Messina, dal capo staff Pasquale Petrillo, dai fedelissimi collaboratori di Forza Italia e dagli altri partner della coalizione di centrodestra (Ccd, Cdu a Alleanza Nazionale), però, non ha soddisfatto tutti. Secondo indiscrezioni, i "soliti scontenti", appartenenti in gran parte al partito forzista, avrebbero osteggiato a lungo le scelte fatte. Alcuni rappresentanti del partito di Berlusconi, infatti, avrebbero fino all'ultimo posto dei veti sulla candidatura del giovane avvocato metelliano Fabio Armenante, assessore alla Sicurezza, in quota Ccd. Armenante, comunque, potrebbe rassegnare le dimissioni già prima del Consiglio di stamane, per permettere l'entrata in Giunta del dott. Alfonso Laudato, esponente del Cdu ed attuale consigliere comunale delegato alla Tutela dei cittadini. Gli equilibri politici della maggioranza che sostiene il sindaco Messina, comunque, sembrano diventare sempre più precari ogni giorno che passa. Malumori diffusi si registrano quotidianamente durante le adunate delle Commissioni consiliari. Il malessere più evidente si sta vivendo in seno alla Commissione Bilancio, presieduta dal forzista Giovanni Campanile. Nell'ultima seduta, tenutasi nella mattinata di ieri a Palazzo, si sono registrati aspri scontri in merito ad un argomento iscritto all'ordine del giorno del Consiglio di questa mattina. Pomo della discordia, alcune variazioni da apportare al Bilancio, che devono creare i fondi proprio per pagare lo stipendio del Difensore civico. In definitiva, il nome di Fabio Armenante dovrebbe passare, pena un'ulteriore e profonda lacerazione all'interno della maggioranza.