Tu sei qui: PoliticaAntenne e manifesti, Messina bacchetta l'opposizione
Inserito da (admin), mercoledì 12 maggio 2004 00:00:00
Diessini, Margherita e Maddalo difendono il ruolo e la libertà di critica del consigliere ed il diritto di espressione del cittadino. La maggioranza, silenziosa e prigioniera di se stessa, respinge l'invito a convincere Messina a fare marcia indietro sulla delibera di monitorare dal punto di vista penale l'affaire antenne. Esplode l'ira del sindaco Messina, che bacchetta l'opposizione ed accusa Annunziata e Manzione di aver voluto strumentalizzare la vicenda. Una seduta, quella del parlamentino metelliano, che ha avuto solo due voci, quella dell'opposizione e quella di Messina, con le delegazioni consiliari di Forza Italia e di An mute tra i banchi. La seduta aveva solo un valore politico: il Consiglio, infatti, non poteva revocare la delibera assunta dalla Giunta. «C'è solo una grande confusione di ruoli - ha detto Messina - come in tutta la vicenda, che è vissuta solo su strumentalizzazioni e campagne giornalistiche». Ma è Antonio Armenante, insieme con Francesco Ragni, Pasquale Pisapia, Michele Coppola ed Emilio Maddalo, ad indicare chiaramente le motivazioni della seduta. «Innanzitutto chiariamo - ha esordito Antonio Armenante - che non permetteremo ad alcuno di voler gridare a strumentalizzazioni per nascondere i propri errori. Abbiamo chiesto una riflessione seria e responsabile. Sapevamo che non abbiamo la competenza di poter revocare la delibera, ma volevamo solo aprire un dibattito con la maggioranza sul ruolo e sul diritto di espressione». Il problema delle antenne e l'incarico all'avvocato Giani hanno aperto tra le forze politiche e nella stessa città un forte dibattito che i diessini hanno tentato di trasferire nella sede istituzionale. «Già nel 2002 avevamo detto di no ed avevamo sollecitato soluzioni diverse e concordate», ha continuato Armenante. Sulla stessa scia Maddalo, che ha invocato il ritiro di tutte le delibere relative al piano delle antenne, Ragni, Pisapia e Coppola. Su tutti l'ira del sindaco Messina, che ha denunciato apertamente che non si è voluto comprendere lo spirito di un piano che mirava a bonificare e ad eliminare le cosiddette antenne selvagge. Lo ribadisce in una lunga lettera inviata al prefetto di Salerno, che, sollecitato dai parlamentari Manzione, Scalera ed Annunziata, aveva chiesto ragguagli sulla vicenda.
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