Tu sei qui: PoliticaAlfa Crediti, sotto inchiesta chi doveva indagare
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 19 settembre 2002 00:00:00
Crearono una Commissione di inchiesta per accertare la regolarità del lavoro dell'Alfa Crediti, la società privata incaricata dal Comune di recuperare tasse e tributi comunali evasi. Invece, i consiglieri avrebbero loro stessi commesso delle irregolarità, in base a quanto emerge dalle prime indagini della Guardia di Finanza, tornata negli uffici comunali dopo l'invito della Corte dei Conti, che indaga sulle regolarità contabili del pagamento dei gettoni di presenza della Commissione consiliare ispettiva. Irregolarità nella convocazione, appropriazione indebita di competenze, esborso di denaro pubblico: l'indagine della Corte dei Conti non si ferma all'elenco dei presenti ed alla scoperta di presunte «presenze fasulle», ma si sposterebbe anche sui soldi, circa 30 milioni, lira più lira meno, spesi per la convocazione della Commissione speciale d'inchiesta sull'attività dell'Alfa Crediti, società esterna incaricata dalla passata Amministrazione Fiorillo per il recupero dei crediti. Tributi dovuti dai contribuenti per il servizio acquedotto, imposta Ici e parte dell'Iciap, per un totale di circa un miliardo delle vecchie lire, rientrato nelle casse comunali anche grazie alla formula del dilazionamento ed all'invito a mettersi in regola. Nell'elenco dei morosi, reso noto nel settembre scorso, figuravano, fra gli altri, alcuni membri della Giunta Messina. A distanza di mesi, la società di recupero crediti finì al centro di numerose polemiche, perché considerata da molti consiglieri dell'attuale Amministrazione come un'operazione irregolare e svantaggiosa per le casse del Comune. Così il Consiglio comunale, con voto di maggioranza, richiese ed ottenne la convocazione di una Commissione d'inchiesta sugli atti dell'Alfa Crediti. Riunitasi regolarmente per circa 30 sedute, prevedendo un gettone di presenza pari a 75mila lire (38 euro), per un totale di circa 30 milioni, essa portò alla stesura di singole relazioni e ad un verbale congiunto, che ravvisava la presenza di alcune irregolarità formali (come la mancanza di numero di protocollo) negli atti per la stipula della convenzione con la società Alfa, costata al Comune 36 milioni di lire. Ora la stessa Commissione d'inchiesta è oggetto degli accertamenti avviati dalla Corte dei Conti. Negli ultimi blitz a Palazzo di Città, le Fiamme Gialle hanno visionato diversi verbali ed ascoltato gli impiegati degli uffici competenti, per cercare di incrociare i dati letti dai documenti e scoprire elementi più indicativi. Spulciando le carte, l'attenzione degli inquirenti si è soffermata, oltre che su presunti errori di stesura dei verbali e su sedute consiliari portate a termine (compresa la redazione del verbale) con due soli consiglieri presenti, proprio sulla suddetta Commissione. Come per le altre Commissioni, gli investigatori hanno proceduto alla verifica dell'elenco delle presenze (tema centrale dell'esposto presentato a giugno, che ha dato il via all'indagine) e del costo delle sedute. La doppia inchiesta, quella richiesta dal Consiglio comunale e quella successiva, potrebbe far registrare ulteriori sviluppi.
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