Tu sei qui: Flusso di CoscienzaChi alza le mani o fa la voce grossa ha pochi argomenti per discutere e confrontarsi
Inserito da (Redazione), venerdì 3 gennaio 2020 11:44:55
di Patrizia Reso
A cavallo tra il 31 dicembre e il Primo gennaio sono avvenuti degli episodi che hanno di fatto riassunto, tra immagini e commenti, quello in cui si è trasformata, tra l'indifferenza della maggior parte, la nostra società. Il primo episodio, che ha destato molto scalpore a livello internazionale, è stato quello in cui, umanamente, papa Francesco ha ammesso di aver perso la pazienza e di aver chiesto scusa per questo (scuse che non sono mai state presentate da altre persone per questioni molto più gravi). Per chiunque abbia avuto modo di vedere il video incriminato, può facilmente realizzare la "veemenza" con cui la "fedele" ha richiesto la sua attenzione. Forse in altri tempi non sarebbe stato necessario chiamare neppure in causa i servizi di scorta oppure fare appello agli acciacchi di cui può soffrire un ottuagenario, che di fatto gli impediscono la padronanza che aveva un tempo del suo corpo. A mio avviso è solo questione di buona educazione, di rispetto per la figura che si ha di fronte. Oggi infatti assistiamo molto spesso al denigrare comune di particolari personaggi, con la precisa volontà di volerne sminuire lo spirito che rappresentano, che può essere istituzionale, religioso o laico, non importa. Se hai di fronte una persona che si è affermata per particolari doti o percorsi compiuti, automaticamente si aziona la macchina del fango, per rendere quella persona quanto più simile a noi e, quindi, non meritevole di rispetto ma da trattare come tuo compagno di merenda. Un secondo episodio coinvolge la figura del Presidente della Repubblica, che come di consueto ha dedicato pensieri al popolo che si onora di rappresentare, nonostante tutto. "Questa sera, care concittadine e cari concittadini, entriamo negli anni venti del nuovo secolo. Si avvia a conclusione un decennio impegnativo, contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi. In questo tempo sono cambiate molte cose attorno a noi, nella nostra vita e nella società." Un incipit di tutto rispetto quello di Mattarella, che guarda alla realtà, senza ignorarne i problemi, né i cambiamenti, anzi un invito alla consapevolezza degli stessi. Un discorso equilibrato come si addice ad una figura che è garante dell'Unità Nazionale. Siccome da mesi e mesi è partita anche nei suoi confronti la micidiale macchina che macina solo fango, non si può non notare la qualità dei commenti che accompagnano il video del suo discorso di fine anno, diffuso in rete (un tempo lo si leggeva sui giornali del giorno dopo oppure lo si ascoltava in contemporanea alla diffusione simultanea sulle reti della Rai). Tra i più "gentili" primeggiano quelli che lo definiscono cariatide e parassita del popolo italiano, poi trivialità spicciola, ancora sintomo di questa bassa cultura che si sta radicalizzando, fondata prevalentemente sulla mancanza di eduzione e di rispetto. Intendo solo ricordare un altro passaggio del suo discorso che trovo esplicativo per illustrare questo periodo storico che stiamo vivendo: "Una associazione di disabili mi ha donato per Natale una sedia.Molto semplice ma che conserverò con cura perché reca questa scritta: Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi. Esprime appieno il vero senso della convivenza".
Ovviamente lo spirito di convivenza all'interno di una società è fortemente minato quando alla base ha pregiudizi, preconcetti, livore e asti che non promettono nulla di buono.
Ora col terzo episodio mi avvio alla fine. Ci troviamo a Venezia: Arturo Scotto, dirigente nazionale di Articolo 1, insieme alla sua famiglia, viene aggredito da una banda di delinquenti, tutti vigliaccamente a volto coperto, che inneggiavano cori al duce e cori antisemiti. Questo durante la notte che ci portava nel 2020. Un vergognoso pestaggio che ricorda i giorni più bui del nostro Paese. Ancora una volta non posso non pensare che si tratta di cultura, formazione, rispetto, banale educazione. Ancora unna volta mi viene da pensare che chi alza le mani o fa la voce grossa ha ben pochi argomenti per discutere e confrontarsi, per accettare anche un pensiero diverso dal suo.
A tutti voi il mio augurio per l'inizio di questo nuovo decennio con le parole di uno dei massimi rappresentanti della Resistenza Italiana, Arrigo Boldrini: "Ciò che conta ora è riscoprire in fretta un altro mondo politico, sociale, culturale, ideale ...".
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