Tu sei qui: Eventi e SpettacoliSarno: al via l’ultima fase di recupero dell’archivio fotografico di Francesco Jovane, a cura del Mudif
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 9 gennaio 2025 09:49:55
Un ritratto del presidente cileno Salvador Allende, Vittorio De Sica e Sophia Loren sui set dei film, l'insurrezione a Budapest nel 1956, il dittatore spagnolo Francisco Franco mentre va a caccia. Sono queste solo alcune delle foto che il fotoreporter Francesco Jovane scattò nel corso della sua carriera, cristallizzando in immagini personaggi iconici e momenti salienti del Novecento.
Presto il fondo fotografico a lui dedicato farà parte del patrimonio culturale nazionale. Inizia, infatti, l'ultima fase di recupero dell'"archivio fotografico di Francesco Jovane", a cura del Mudif (Museo Didattico della Fotografia, con sede a Sarno). Uno step che arriva dopo una prima parte di ricognizione dell'intero fondo, con la revisione e il riscontro dell'originario elenco di consistenza e l'intervento di pulizia e conservazione dei fototipi. Il 12 giugno 2023 è stato sottoscritto l'atto formale, attraverso cui la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania ha affidato al museo di Sarno i lavori di recupero, conservazione e valorizzazione del materiale di Jovane.
L'archivio del fotografo originario di Nocera Inferiore (Sa) - acquisito al patrimonio museale il 4 luglio 2009 e dichiarato nel 2018 di particolare interesse storico - costituisce tutta la produzione professionale di circa un cinquantennio di Jovane. Ora arriva l'ultima fase del lavoro, con la digitalizzazione e catalogazione del fondo, inerente a ben 50mila fototipi e la redazione di 2500 schede che verranno compilate sulla piattaforma Iccd SigecWeb del ministero dei Beni culturali.
Presto tutte le foto di Jovane saranno patrimonio pubblico. Tanti gli scatti iconici: dall'invasione sovietica in Ungheria alla Primavera di Praga, alla rivolta in Algeria, al colpo di Stato in Congo, Cile, Bolivia, la tragedia delle miniere belghe di Marcinelle a quella del Vajont, dalla guerra in Indocina e in Vietnam, alla guerra del Golfo; dal degrado dei manicomi alla vita infernale dei detenuti a Poggioreale; dalla guerra di camorra, al terremoto del 1980 in Irpinia-Lucania; dall'Iran uscito dalla Rivoluzione alla caduta del muro di Berlino, i reportage su Salvador Allende, Pablo Neruda, Umberto di Savoia, la famiglia Kennedy, Nasser, Kruscev, Kissinger e gli eventi mondani e cinematografici come quelli con Totò e Anna Magnani, Luis Buñuel, Burton e la Taylor, Eduardo, Onassis e la Callas, Vittorio De Sica e Sofia Loren.
Il lavoro di restauro del fondo ha coinvolto anche le istituzioni regionali del Mic, come ribadisce Vincenzo Petrosino, presidente dell'associazione Il Didrammo, che ingloba le attività del Museo Mudif.
«Con la valorizzazione, catalogazione e digitalizzazione del fondo di Francesco Jovane si avvia a conclusione un imponente lavoro che abbiamo condotto nel corso degli ultimi anni, per tutelare l'intero archivio storico fotografico del reporter - sottolinea Petrosino - Un impegno non solo nostro, ma sostenuto con finanziamenti dalla Sovrintendenza archivistica regionale. Dobbiamo ringraziarne lo staff e in particolare il soprintendente Gabriele Capone che ha creduto in questo lavoro. Adesso dobbiamo cominciare a pensare, terminati i lavori di digitalizzazione e catalogazione, a come rendere pubblico il contenuto dell'archivio storico fotografico, per apprezzarne le testimonianze fotografiche e documentali che abbiamo recuperato e che stiamo rendendo disponibili per la consultazione».
Un processo articolato, quello del restauro, portato avanti dal team di tecnici del Mudif, coordinati dal direttore scientifico Rosario Petrosino, che dirige quattro catalogatori assistiti dai funzionari dell'Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma.
«Il lavoro è andato avanti per anni, in conseguenza della complessità del recupero, la messa in sicurezza del fondo, ma soprattutto, ed è questa l'ultima sfida, la catalogazione - spiega il direttore del museo - Non è semplice catalogare materiale del genere. Bisogna tener conto che, al di là degli elementi prodotti da Jovane stesso, c'è tutto il discorso legato alla sua agenzia giornalistica. Questo vuol dire che, insieme al materiale del grande fotografo, stiamo lavorando anche su altri fotografi che hanno operato nella sua agenzia Alfa Press. Dunque il nostro è un lavoro di ricerca dell'autore, di ricerca dell'evento e dell'arco di tempo. Tutto il lavoro che avverrà nei prossimi mesi è proprio quello della ricerca di notizie, della soggettazione, della collocazione. Questo sarà fatto su una piattaforma ministeriale, stiamo già lavorando sulla SigecWeb dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del Ministero dei Beni culturali, una catalogazione che farà entrare il materiale a far parte del patrimonio culturale italiano».
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