Tu sei qui: Economia e TurismoVince e sogna il Napoli più brutto
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 15 aprile 2002 00:00:00
Spiegava un antico saggio del pallone che i punti non si giudicano, si contano. Perché solo loro ti consegnano alla storia breve del calcio e riempiono almanacchi e bacheche. E la vittoria del Napoli in quel lembo di Calabria vale quanto ha prodotto. È un sisma che si è infilato fra le prime quattro della classifica. È un botto che, nel breve volgere di un fine settimana, ha dilaniato l'Empoli (meno tre punti), il Como (meno due) e la Reggina (meno tre). Coriandoli di classifica, strappati dal Napoli tra un venerdì ed una domenica. Pensate a quanto si possa fare avendo a disposizione poco, forse nemmeno il tempo per raggiungere un traguardo. Punti forti, intensi, che, messi assieme a quanto sta facendo l'incredibile gruppo di De Canio, producono altre cifre, altre buone sensazioni. Ebbene, questo Napoli scassato in un mese ha messo insieme dieci gocce d'oro e, facendo così, ha spinto nell'angolo Reggina (quattro punti in altrettante partite), Como, Modena ed Empoli (cinque). Saranno le condizioni delle altre squadre che pagano un campionato irripetibile; sarà che non sempre si può avere in cambio il peggio pur offrendo il meglio; sarà che la fortuna gira e si ferma dove e quando decide. Certo è che il Napoli è lì, a tener vivo il proprio futuro ed un campionato che pareva spento. Sicuramente questa squadra che s'arrampica sulla classifica, sbuffando fatica e confusione, non è il massimo dello stile o un'accademia del pallone. Però, quando sei uno contro uno, uno che vince e l'altro che perde, la partita diventa un calcio di rigore: devi cacciar fuori l'orgoglio e segnare, comunque. Ed il brutto anatroccolo sembra una tigre. Così il Napoli ha squassato l'ordine e la geometria del povero, tenero Crotone e s'è portato via ciò che adesso più conta: il risultato. Ma non sempre finirà nello stesso modo. Ed allora, c'è da dare metodo all'impresa, nel senso che una buona gara è pure un investimento. Ed il domani del Napoli è un grumo di partite, sette da qui alla fine. Basteranno solo i nostri eroi oppure c'è da aggiungere gioco e schemi per avere consapevolezza e forza? Entrambe le cose. Soprattutto serve orgoglio, senso del professionismo. E qui il Napoli è al riparo, perché, se non c'è traccia d'azienda-società, esistono loro: i ragazzi di De Canio, in balia della crisi economica, ma capaci di fare fino in fondo il proprio lavoro.
Rischia grosso il Napoli, ma alla fine i conti tornano
Prendi i punti e scappa: così ha fatto il Napoli a Crotone in coda ad un match, almeno per quel che riguarda il primo tempo, da catalogare tra i peggiori degli ultimi dieci anni. Un po' meglio il secondo tempo, giocato quanto meno con la determinazione di difendere un successo decisivo per alimentare la non più impossibile speranza promozione. I tre punti sono stati messi in tasca nel giro di sette minuti tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo, seppure tra stenti, patimenti e paura di lasciare sul campo del povero Crotone l'ultimo spicchio d'ambizione. Un indecente primo tempo, si diceva, ed è così. Quel Napoli disegnato per tenere palla, per far gioco, per attaccare e sfondare soprattutto sulle fasce, infatti, non è mai esistito. Senza testa e senza coda, la squadra azzurra. Soltanto un vano tentativo di puntare sulla velocità, senza assecondare, però, questa pretesa con un buon palleggio ed il gioco in verticale. Conclusione: è il Crotone che fa bella figura, menando il gioco e facendo col pallone ciò che gli è riuscito raramente. Piccolo, piccolissimo Napoli, insomma. La squadra di casa sfiora un paio di volte il gol (bravo Mancini prima su Cordova e quindi su Juric) e poi va in vantaggio con Deflorio, che approfitta del sonno del Napoli in difesa e di un mal riuscito tentativo di Luppi di evitare il gol. A questo punto si teme il tracollo napoletano. Poi... poi si sa come vanno spesso le cose nel pallone: Alessi ad un niente dal riposo pesca Luppi davanti a Cesaretti (il Crotone protesta, ma non c'è fuorigioco) ed il difensore azzurro, con la freddezza e la lucidità d'un centravanti, piazza il destro del pareggio. Non è tutto: comincia appena la ripresa, infatti, e l'affondo di Ametrano, «corretto» da Cesaretti e riproposto da Rastelli, trova Graffiedi (nella foto al centro) puntuale all'appuntamento con il gol. Ed è così che cambia la storia della gara. Al Napoli, che ripresenta troppo frettolosamente anche Stellone (per Pavon), ora basta controllare un Crotone che, in verità, dopo aver dato tanto, torna ad essere squadra di poche pretese e rare buone iniziative. Intendiamoci, la gara resta brutta, senza sale, ma il Napoli, almeno, rincorre un obiettivo da tre punti, difende quel vantaggio assai prezioso ed al Crotone, che non perdeva in casa da dicembre, lascia una sola palla gol, giusto nel finale. Osorio, però, manda fuori ed il Napoli ringrazia. Domani, infatti, nessuno penserà più al calcio malandato degli azzurri, perché conta la classifica e null'altro. E da tre turni la classifica al Napoli sorride.
DE CANIO SODDISFATTO
«Brutti e vincenti, va bene così»
Ha il volto stanco, per una colica addominale che non l'ha fatto dormire, ma «dentro» Gigi De Canio (nella foto in basso) è felicissimo per la terza vittoria consecutiva. I nove punti gli hanno consentito di rosicchiarne quattro-cinque alle fuggitive e di risistemarsi al quinto posto, a meno cinque dalla zona-A. «Non posso negarlo: il Napoli non mi è piaciuto. Il Crotone non meritava di perdere, ma si va in A anche giocando partite come questa, quando ti esprimi male e vinci». Il Napoli ha vinto, ma non ha convinto. Perché? «Mi aspettavo di più dalla mia squadra per il modo in cui avevamo preparato l'incontro. È stato bravissimo il Crotone, che non merita l'attuale classifica, a darci battaglia in ogni zona del campo, a farci svegliare, a passare in vantaggio». D'accordo, ma perché il Napoli ha giocato un primo tempo inguardabile? Problemi tecnici, tattici o altro? «Probabilmente, già l'atmosfera che si viveva prima di iniziare l'incontro, il modo in cui siamo stati accolti, ci hanno condizionato nel rendimento. Abbiamo pensato che tutto sarebbe stato facile. Comunque, tra le ragioni che hanno causato questa prova poco entusiasmante, ricordo che non c'è settimana durante la quale non abbiamo problemi di formazione. È ostico un impegno di questo genere. Il Napoli, a Crotone, ha giocato senza Vidigal, con Jankulovski non al meglio e con Stellone che ha dimostrato che non è al top. Per la verità, in questa stagione, Roberto non è mai stato al top per un problema o per un altro. Non sono scuse queste, ma fatti incontrovertibili». Ha dato uno sguardo alla classifica? «Sì, abbiamo recuperato un altro punto sul quinto posto. Siamo, però, ancora lontani. Ora ci aspettano due incontri al San Paolo, contro Messina e Reggina: dovremo cercare di fare il pieno. Nel frattempo, spero di avere Stellone al meglio della condizione e dico che sono orgoglioso di questo Napoli, anche se stavolta non ha giocato al meglio».
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