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Economia e Turismo

Una bella Cavese sfiora l'impresa

Inserito da (admin), lunedì 8 agosto 2005 00:00:00

Dove eravamo rimasti? Alla bella, eroica e sfortunata Cavese di Gela. La Cavese di Campilongo che mancò la C1 per una virgola e che ha provato in questa tormentata estate a riconquistarla attraverso il meccanismo dei ripescaggi. Ebbene, contro il Parma si è ripartiti con la stessa bella Cavese firmata Campilongo. Sconfitta più che onorevole quella contro il Parma, nel primo turno della rinnovata Coppa Italia. Partenza giusta, una bella iniezione di fiducia per l'anno che verrà. 7 uomini della scorsa stagione, 4 nuovi innesti: i difensori Pittilino, robusto partner centrale di Mari, ed Arno, poi l'esterno d'attacco Sanetti e la punta centrale Aurino. L'impronta è quella, il marchio di fabbrica anche. La Cavese parte forte e spavalda. Non si notano le tre categorie di differenza. L'allenatore del Parma è Beretta, non c'è più super-Gilardino, non si parte con programmi di vertice, ma alcuni nomi di spicco restano. L'azzurro Bonera, perno della difesa, l'ex interista Pasquale, gli stranieri Bolano e Bresciano. La partita, però, la fa la Cavese, per la gioia dei 3000 del "Lamberti". La prima occasionissima è dei ragazzi di casa: Sanetti vola sulla destra e mette al centro, Schetter lavora un buon pallone, Tony D'Amico spara il destro in corsa, la palla si perde un soffio fuori, con Lupatelli battuto (5'). Poi un altro paio di mischie che fanno gridare al gol. Il Parma nella prima parte sta lì a controllare, ritmo basso, gambe pesanti. Più rapida e fresca la Cavese, soprattutto con gli sprint di Schetter, mentre fa fatica Aurino. Il centrocampo a tre è un orologio svizzero: già collaudati i meccanismi tra Alfano, Tatomir, il nuovo capitano, e D'Amico. Mari è il solito gigante in difesa. Il primo tiro in porta del Parma è al 30': il tentativo di Dedic è deviato in angolo da Mancinelli in allungo. Al 38' Bresciano finalmente si sveglia e regala un lampo di genio: dribbling prolungato e rasoiata al centro, Grieco tira a colpo sicuro, Mari respinge di piede, con Mancinelli comunque ben piazzato. Con il trascorrere dei minuti il Parma guadagna più campo e la partita si riequilibra: il primo tempo si chiude in parità. Nella ripresa il Parma passa subito per la cassa. Azione in linea con palla a terra, tutto perfetto. Bonera scavalla a sinistra e trova Bresciani, cambio di gioco per Cigarini, cross immediato con il destro: Dedic, nazionale sloveno, mette dentro a porta vuota (4'). Al 10' un altro pericolo: Grieco prova dal limite, Mancinelli respinge con i pugni. Poi la Cavese si risveglia e crea due occasioni in un minuto: al 12' Aurino impegna a terra Lupatelli, al 13' un tiro a giro di Tatomir fa gridare al gol. Campilongo inserisce forze fresche, c'è tempo per vedere all'opera il nigeriano Ibekwe e Di Bonito. La Cavese ci prova ancora, Mari in versione attaccante (26') arriva con un attimo di ritardo sulla pennellata di Tatomir. Passa il Parma, applausi alla Cavese. Esce dalla Coppa Italia, ma lo fa a testa alta. Senza rimpianti.
Campilongo: «Sconfitti solo dalla stanchezza»
La grande vetrina era attesa da anni. E gli sportivi cavesi l'hanno voluta sfruttare al meglio. Contro il Parma di Mario Beretta, formazione di serie A, l'entusiasmo ha contagiato tutti. Nonostante il periodo vacanziero, una domenica sera con vari appuntamenti in giro per il Salernitano, hanno risposto in oltre 3000. Bandiere bianche e blu un po' dovunque. Anche quelle gialloblù non sono mancate. Da Parma una cinquantina di tifosi al seguito della squadra emiliana. Ma era la serata aquilotta. Al di là del risultato, della prestazione, del coraggio gettato nella mischia dai giocatori metelliani al cospetto di una formazione di 3 categorie superiore, era importante per tutti tornare a respirare nello stadio amico il profumo del grande calcio, quello che 20 anni fa aveva portato la Cavese a competere con squadre che si chiamavano Milan e Lazio. Di quel calcio, da troppo tempo assente e dimenticato, si sentiva la mancanza. Spettacolo nello spettacolo sugli spalti dello stadio metelliano. Anche troppo, visto che ad un certo punto della partita il lancio di fumogeni dalla Curva Sud ha costretto l'arbitro Squillace a richiamare il capitano biancoblù, Tatomir, minacciando che al secondo episodio di lancio di fumogeni in campo avrebbe sospeso l'incontro. Non poteva non essere rispettato un appello così categorico. I tifosi metelliani si sono divertiti comunque. Hanno applaudito dal primo all'ultimo minuto i propri beniamini. In tribuna molti della nuova cordata che ha rilevato la società. I vari Della Monica, De Sio, Tanimi Adinolfi, D'Amico, Pisani, Della Monica. E c'erano anche tanti addetti ai lavori, osservatori, direttori sportivi, allenatori. Tutti ad apprezzare soprattutto la buona qualità del gioco aquilotto. C'erano, tra gli altri, Vito Giordano, Cosimo De Feo e Peppe Cannella. Stretta di mano finale tra i due allenatori, Campilongo e Beretta. Il tecnico parmense si è complimentato con i giocatori metelliani: «Mi aspettavo una Cavese aggressiva e sapevo che avremmo dovuto soffrire. Noi, però, abbiamo potuto sfruttare meglio la condizione fisica. Ed abbiamo approfittato dei pochi errori commessi dagli avversari». Molto soddisfatto Campilongo: «I ragazzi, soprattutto nei primi 40 minuti, hanno fatto vedere bel calcio. Si sono mossi come avevo detto loro, rispettando i compiti assegnati. Poi, però, la stanchezza ha preso il sopravvento».

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