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Economia e Turismo

Tutto il Napoli a Salvatore Naldi

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 31 maggio 2002 00:00:00

Salvatore Naldi è il nuovo proprietario del Napoli: la firma sul contratto, che ha sancito il passaggio delle azioni dalle mani di Corbelli a quelle dell'imprenditore napoletano, è stata messa alle 20.20 di ieri sera. «Non chiedetemi nulla adesso. L'emozione è grande», ha detto con voce tremante Salvatore Naldi (nella foto in alto). Era mezzanotte quando il nuovo proprietario del Napoli ha alzato il calice per brindare. «Il futuro per me è già iniziato. Domattina (oggi per chi legge, n.d.r.) sarò a Soccavo ad organizzare e programmare. Napoli merita una grande squadra ed una grande squadra si costruisce programmando con efficacia» È finita, dunque, la breve e tormentata era Corbelli. Il Napoli non appartiene più all'imprenditore coi baffi, che in due anni ha ottenuto una retrocessione ed una mancata promozione ed è anche riuscito a trascinare la società azzurra in una assurda guerra contro il Palazzo del calcio, che ha portato il Napoli a fondo. Per mettere la firma sui documenti, Giorgio Corbelli ha ottenuto in cambio solo la cancellazione di debiti. Salvatore Naldi si è accollato il peso del pagamento di 32 milioni di euro, prestati all'imprenditore coi baffi dal Mediocredito; ha accettato anche di pagare a Ferlaino quel che avrebbe dovuto dare Corbelli, 20 milioni di euro. In totale, un impegno di 52 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai quasi 18 milioni già versati per la prima quota del 10% (21 miliardi delle vecchie lire) e per la seconda quota del 10%, ottenuta versando 17 miliardi all'ingegnere Ferlaino nel giorno in cui abbandonò la società azzurra. Il contratto storico è stato stilato da un pool di esperti: Giovanni e Giuseppe Tampalini per il fronte Corbelli; il professor Bruno Matera ed il figlio Massimo, con gli avvocati Albisinni, De Martino e Barra Caracciolo, per Salvatore Naldi. Ed ora c'è una società da reinventare. Naldi ci proverà a partire da oggi, magari ricominciando da Luigi De Canio, al quale, stavolta, il Napoli non direbbe bugie ed offrirebbe un progetto chiaro, serio. Piccoli passi avanti, un po' alla volta, senza follie: «Incontrerò l'allenatore, gli parlerò: lui sa che c'è voglia di proseguire assieme la strada intrapresa». E dietro l'angolo, nel futuro del Napoli, ci sono anche nuovi soci. Dalle mani di Corbelli (nella foto al centro) nessuno avrebbe comprato niente; ora che la società appartiene tutta a Salvatore Naldi, ricominceranno le trattative aperte nel passato e riprese negli ultimi giorni. Il finanziere arabo Abdul Haq si è già presentato l'altro giorno, dicendosi disposto ad entrare nell'affare Napoli al fianco di Toto Naldi. Ieri mattina c'è stato anche un nuovo incontro con i rappresentanti europei della Marriott, il gruppo alberghiero statunitense del quale fa parte il "Flora" di via Veneto a Roma, che appartiene proprio a Salvatore Naldi: «Ma anche gli imprenditori napoletani - ha bacchettato Naldi - devono starmi vicini. Finora sono rimasti nell'ombra, adesso è il momento di venire allo scoperto». E l'ingresso di nuovi soci, con la conseguente ondata di denaro che potrebbe travolgere la società, significherebbe dare nuova vita al Napoli, finalmente lontano dalla melma dei guai economici e giudiziari nel quale era stato capace di trascinarlo Giorgio Corbelli. L'imprenditore coi baffi ieri è andato via: non avrà soldi in tasca, ma in compenso potrà dimenticare quei debiti terribili che rischiavano di trascinare a fondo tutto il suo gruppo. In cambio, si porterà dietro una bella manciata di pubblicità, quella ottenuta giocando a fare il presidente del Napoli sulla pelle dei napoletani. Salvatore Naldi ha giurato che non sarà così: lui sarà presidente della Napoli che ama il calcio e non ha bisogno di pubblicità gratuita. Sarà il paladino della rinascita calcistica partenopea: ha giurato che sarà così e tutti hanno voglia di credergli e di dimenticare il passato.

IL FUTURO AZZURRO

La prima mossa da compiere riguarda l'allenatore: potrebbe anche rimanere De Canio

Signori, si cambia: rivoluzioni in vista, infatti, in casa azzurra, dove Toto Naldi è diventato unico proprietario, nell'attesa di diventare anche il presidente. Da una parte per necessità obiettiva, dall'altra per il legittimo diritto di una nuova proprietà di ridisegnare a propria fiducia e piacimento l'organigramma del club e quello della squadra, è normale che il Napoli si rifaccia il look, in campo e fuori. Insomma, se rifondazione deve essere, che rifondazione sia. Cosicché, in queste ore, non c'è dipendente o tesserato che non si senta un po' in lista di sbarco. In particolare, è ovvio, i dirigenti ed i consulenti titolari di contratti ormai in scadenza. Ma, seppur vitale per la buona riuscita del progetto, il futuro e rivisitato organico della società (dal direttore generale ai responsabili dei vari settori) cede sicuramente il passo all'interesse per il profilo tecnico del club. E poiché Naldi non può cominciare la sua carriera azzurra se non dagli ingaggi dell'allenatore e del diesse, c'è da chiedersi come finirà con De Canio (nella foto in basso) e Pavarese. In verità, Naldi qualche settimana fa ha già incontrato entrambi, ma non potevano che essere colloqui interlocutori. Riparlarne oggi avrebbe un significato assai diverso e, visto che il Napoli è già in sensibile e colpevole ritardo, è probabile che Naldi ora si affretti a farlo. Per convincere De Canio (la mossa sarebbe di grande impatto popolare), Naldi dovrà presentarsi all'allenatore con un progetto, cioè con idee percorribili e programmi confortati da una sicura copertura finanziaria. Comunque sia, a questo punto si fa di nuovo seria l'ipotesi che De Canio - il quale non ha preso ancora nessun impegno - possa continuare la sua avventura azzurra. In caso contrario, i nomi sui quali concentrarsi non sarebbero poi tanti. Ci sarebbe Colomba, il quale, però, dopo il «no» di Zeman alla Reggina, ha qualche chance in più di restare calabrese; ci sarebbe Ventura, sulla cui conferma l'Udinese è ancora in dubbio; ci sarebbero, poi, Cavasin e Tardelli, entrambi reduci da stagioni assai mediocri. Ed il diesse? Pavarese ha esposto il suo progetto, ma sinora non poteva ottenere risposte da nessuno. Ne avrà da Naldi, ora? Oppure diventerà concreta la simpatia che nel gruppo del nuovo presidente gode Pierpaolo Marino, precedenti napoletani ed ora all'Udinese? Contro Marino, però, rema il suo pessimo rapporto con De Canio: o l'uno o l'altro, insomma. Cosicché avanza un terzo nome: Enrico Fedele, forte anche dell'esperienza maturata a Parma, club per il quale ora è supervisore del mercato estero. In quanto alla squadra, poi, tutto dipenderà dalle indicazioni dell'allenatore, del direttore sportivo e, si capisce, dalle risorse che il club potrà investire. Cert'è, non è più pensabile puntare sui nomi dagli ingaggi improponibili. Meglio, molto meglio spendere qualche soldo in più per i «cartellini», ma contenere gli stipendi, magari scommettendo sugli incentivi, ovvero su quei premi a vincere che già da qualche parte rappresentano il collante giusto tra squadra, successo e società.

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