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Sul cammino record del Napoli l'ostacolo granata

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 23 gennaio 2002 00:00:00

Vola verso i record, il Napoli. Ma, soprattutto, vola verso un quarto posto sempre più onesto, possibile e vicino. Una cavalcata entusiasmante, quella azzurra, forte di sei vittorie ed un pari in sette gare, orgoglioso della sua capacità di fare gol (da nove partite va comunque a centro). Ad Ancona, in tutta onestà, il Napoli non ha giocato una gran partita. Brutto ed a tratti anche spigoloso, infatti, il match. Ma il Napoli, complessivamente, s'è mostrato più «padrone» della cosa, del pallone, dell'argomento-calcio in generale. E così, sfruttando un rigore guadagnato da Sesa e trasformato da Luppi dal dischetto, ha portato a casa un altro risultato assai «pesante». C'è riuscito perché più squadra dell'Ancona, più capace di governare la partita. Insomma, un Napoli così così nella umida notte marchigiana, però vincente. Capace di approfittare dell'occasione buona e di gestire, poi, quel vantaggio minimo, non rassicurante, però fondamentale per continuare sulla strada dell'avvicinamento e dell'aggancio al Como. Del resto, così come non è possibile pensare che una squadra, qualsivoglia squadra, possa tenere il passo spedito per un lungo periodo, è pure certo che non si mettono assieme e tutti in fila diciannove punti su ventuno. Se questo accade una ragione c'è. Ed infatti c'è. Nel caso azzurro è spiegabile con una crescita certo lenta, certo faticosa, ma costante. Crescita di gioco, non v'è dubbio, ma anche della consapevolezza della propria forza e, soprattutto, della trasformazione d'una squadra in gruppo. Una trasformazione, una costruzione frutto del lavoro di De Canio, specialista in tali cose, e merito d'un «gruppo» che si sta mostrando più forte d'ogni traversia del club. Napoli rivoluzionario, insomma. Nel senso che sta sovvertendo quel concetto antico che vuole - o voleva - una squadra forte solo come specchio d'una società solida, credibile, efficiente. Invece, staccato da ogni guaio del club, il Napoli sta facendo strada in campo. E di certo non vuole fermarsi proprio ora. Sul più bello. Infatti, appena vinta l'ultima partita, il Napoli è già corso con la mente alla prossima partita: quella che rimetterà finalmente ordine nei conti della serie B e quello che potrebbe iscrivere in via definitiva il Napoli al ristretto club di pretendenti al «gran ritorno». Battuta l'Ancona, insomma, è già Salernitana. Così come domenica prossima, ci si può pure giurare, in caso di nuova vittoria, il pensiero azzurro correrebbe subito all'appuntamento con quel Modena che non si ferma mai. Perché è così: chi vince non si sazia. Ed anche perché il Napoli sa bene che è questo il momento in cui può regalarsi un ben più nobile avvenire. Ancona già alle spalle, dunque. Il futuro ora si chiama derby. Derby senza grande passato e tradizione, questo è vero, ma più che mai incrocio di destini.

Stellone stop, in dubbio per domenica

Un altro accidente. Un'altra fitta, improvvisa, infìda, maledetta, e Stellone (nella foto al centro) s'è fermato. Danno alla coscia sinistra. Brutto affare. O forse no. «Spero non sia grave. Se è soltanto una contrattura, potrò essere in campo contro la Salernitana». Troppo ottimista il giocatore? Per saperlo bisognerà attendere domani, giorno fissato per la risonanza, che servirà a definire l'entità del nuovo acciacco. Comunque sia, non ci voleva proprio. E non solo per il centravanti, punto di riferimento d'un attacco che, praticamente, comincia e finisce con Stellone, padre di nove gol che potevano essere anche dieci, se solo avesse battuto lui il rigore che Luppi ha trasformato. Nessun mistero, però, dietro quel mancato tiro. «Mancai un rigore contro il Siena - dice Stellone - e qualche giorno dopo vidi Luppi ed altri allenarsi dal dischetto. Capii che come rigorista ero stato fatto fuori. Ovviamente scherzo, la verità è che in tanti possiamo battere rigori. Ad Ancona è toccato a Luppi e l'esecuzione è stata straordinaria». Luppi, dunque. Baccin glielo aveva detto: «Non so come, non so se su punizione o in un altro modo, ma oggi farai gol». E, infatti, così è stato. «Sì, sono rigorista anch'io. Ad Ancona eravamo in tre e, quando De Canio m'ha fatto cenno di tirare, sono andato lì tranquillo. In carriera ne ho tirato sette o otto e ho fatto cilecca una sola volta: a Venezia, contro il Perugia». Un gol, tre punti ed una voglia di promozione rafforzata. Cosa, questa, di cui non è certo Luppi a far mistero. «Ci siamo anche noi per la serie A. E - dice - se batteremo anche la Salernitana, la promozione diventerà definitivamente una questione tra le prime cinque». Concentrato d'esperienza, impegno e voglia di successo, Luppi spesso è preso da De Canio ad immagine del gruppo. «Mi fa piacere - replica il difensore - e sono soddisfatto. Gioco con tranquillità e mi aiuta molto l'esperienza». E proprio l'esperienza conterà parecchio domenica nel derby. «Un match fondamentale, quello di domenica prossima. Fondamentale, ma anche complicato. Squadra in salita, infatti, la Salernitana. Squadra che sentirà molto questo appuntamento, anche perché Zeman l'anno scorso è stato sulla panchina azzurra». Bene, questo è il futuro. Ed il passato? C'è almeno un rimpianto nella onoratissima carriera di Gianluca Luppi? «Sì, uno c'è: mi manca la maglia della nazionale. Ho giocato in tutte le giovanili, ma neppure una convocazione in quella maggiore. Per il resto, sono contento di quello che ho ottenuto. E rifarei tutte le scelte. Una, però, magari, l'anticiperei: non arriverei, cioè, a fine carriera per venire a Napoli a giocare».

De Canio: «Il Napoli è in ritardo sul futuro»

De Canio (nella foto in basso), che derby sarà? «Una grande festa. Due squadre di due città che meriterebbero il massimo palcoscenico del calcio». Molti tifosi del Napoli contestano. Quindi, potreste tornare al San Paolo e giocare fuori... casa? «Penso di no, anzi, ne sono certo, anche se dovessero essere tanti i tifosi della Salernitana». Ritiene che sia giusta la classifica del Napoli? «No, ci manca qualcosa, ma non mi va, in questo momento, di stare a dire il perché». Quale è il pregio della Salernitana? «Riesce sempre a dare il meglio delle sue possibilità. È squadra che, tatticamente e tecnicamente, non ha nulla da invidiare a nessuno». Quale calciatore le «ruberebbe» o le toglierebbe? «Voglio andare controcorrente. Non ruberei calciatori, ma, se fosse possibile, le toglierei Zeman, perché è Zeman il valore aggiunto di questa squadra». Va detto che De Canio e Zeman non si erano mai incontrati in precedenza. Né in campo, né fuori. A proposito, ha sentito che il boemo ha detto che il Napoli non avrebbe dovuto essere iscritto al campionato? «Interpreto le sue parole non come una provocazione, ma come il pensiero di un uomo che dice sempre quello che pensa, anche sulle regole disattese del calcio». Il Napoli-squadra è più forte del Napoli-società? «L'integrità morale del gruppo permette alla squadra di vincere anche contro le traversie societarie». Come si sta preparando il Napoli al futuro? «È già tardi per fare programmazione. Inoltre, il Napoli non è in grado di preparare il suo futuro. Non parlo del futuro di De Canio, ma del Napoli».

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