Tu sei qui: Economia e TurismoSuicidio Cavese, retrocessione ad un passo
Inserito da (admin), lunedì 28 febbraio 2011 00:00:00
Una Cavese inguardabile perde a mani basse lo scontro diretto contro il Pisa e si chiude in silenzio stampa. Troppo lenti, impacciati, impauriti e confusionari gli aquilotti, che così “brutti” non si erano mai visti. Tanti gli errori commessi durante l’intero arco della gara, nonostante i continui incitamenti e richiami di mister Melotti. Per il tecnico della Cavese la “prima” davanti ai propri tifosi è stata un calvario senza precedenti.
Ma veniamo alla partita. Mister Melotti conferma il 4-2-3-1, con Piscitelli al fianco di Camillo Ciano e Schetter alle spalle dell’unica punta, Del Sorbo, preferito a Bernardo e Turienzo. Davanti la difesa si rivede Tony D’Amico in coppia con Alfano. Pronti via e la Cavese subito si porta in avanti con Camillo Ciano, che, lanciato da Del Sorbo, impegna Pugliesi con un diagonale. Al 7’ l’attaccante biancoblù chiama ancora in causa il portiere ospite. 2 minuti dopo è sempre Camillo Ciano ad impensierire la retroguardia pisana con un tiro dal limite che finisce poco sopra la traversa. Gli ospiti rispondono con un timido tiro dalla distanza di Mosciaro, controllato senza problemi da Pane. La Cavese controlla la gara, ma non riesce a trovare spazi nella difesa ospite, ben schierata dall’esperto Pagliari. Al 24’ break del Pisa con Mosciaro, che in piena area di rigore si destreggia tra due avversari e calcia a rete, trovando Pane pronto alla risposta. La risposta della Cavese arriva al 28’ quando Schetter, servito in piena area di rigore da Piscitelli, stoppa la palla ed in rovesciata impegna Pugliesi.
Nella ripresa la Cavese sembra partire con maggiore determinazione ed al 9’ Camillo Ciano centra la traversa di testa su cross di Schetter. Ma è soltanto un’illusione. Al 30’ Citro crossa dalla destra trovando la deviazione di Gimmelli che per poco non beffa Pugliesi, costretto a rifugiarsi in angolo. Dal tiro dalla bandierina nasce una furiosa mischia con un lungo batti e ribatti che alla fine Raimondi riesce a sbrogliare. Al 35’ Camillo Ciano ci prova dalla distanza, ma Pugliesi è bravo a distendersi e respingere. Sul ribaltamento di fronte Guidone trova lo spazio per entrare in area, ma spreca tutto con un tiraccio. Al 41’ Camillo Ciano, su punizione, trova Turienzo in area, ma la girata di testa dell’argentino è fuori misura. Poco dopo Pagano sbaglia tutto, Mosciaro lancia Guidone, che entra in area e batte Pane in uscita. La Cavese prova a rispondere, ma non ci sono né le idee né la forza per reagire. All’ultimo minuto Turienzo potrebbe pareggiare di testa, ma la sua conclusione è debole e centrale per impensierire Pugliesi. Alla fine fischi per tutti.
Parla solo Spatola: «Gara davvero brutta, Melotti dovrà lavorare parecchio»
La domenica bestiale scorre via su un filo d’equilibrio che precariamente regge nelle dichiarazioni di Spatola, l’unico a parlare dopo aver annunciato il silenzio stampa a tempo indeterminato. «Cosa avrebbero potuto dire il mister ed i giocatori dopo una sconfitta così?», chiede ai presenti il numero uno della Cavese. Ci sarebbe stato tanto da spiegare, in realtà, ed allora il presidente corregge subito il tiro: «Questa decisione è stata partorita all’interno dello spogliatoio, in maniera del tutto spontanea». Eppure pare che né Spatola, né il direttore generale Francesco Maglione abbiano parlato alla squadra nell’immediato dopogara. Il gruppo è stato bacchettato da Melotti, ma l’intervento dei vertici societari non ci sarebbe stato.
La tensione è evidente e le contraddizioni si sprecano. La più eclatante è in due passaggi distinti della conferenza stampa di Spatola, che prima confida in una remuntada sempre più difficile («Melotti dovrà lavorare parecchio, ma ha la nostra fiducia, perché non smetteremo mai di crederci»), poi spiega, sollecitato a rispondere sullo striscione eloquente dei tifosi (“Conquistiamo la salvezza o via tutti”), che «volevo uno scossone e purtroppo non c’è stato: già dalla prossima gara potremmo ricorrere all’utilizzo di molti più giovani». Un segno di resa? Una provocazione indiretta al gruppo? Un modo per capitalizzare almeno i contributi ed agevolare l’opera di salvataggio societario?
Il quesito resta irrisolto, diversamente dal disamore sempre più evidente della piazza. Quello ha una ragion d’essere: la precarietà di classifica e di futuro. E gli appena 1.510 paganti, nonostante la politica di risparmio forte avviata dalla società, testimoniano le preoccupazioni dei tifosi, nient’altro che quello. Non ci sono regie occulte dietro i dati sconfortanti, anche se Spatola non se ne fa una ragione: «Probabilmente la classifica ci penalizza, ma abbiamo fatto di tutto per riportare gente allo stadio». Sulla partita un commento chiaro: «Brutta, davvero brutta: è stato fatto un passo indietro rispetto a Siracusa».
E Dino Pagliari, al debutto sulla panchina del Pisa? Una sola battuta: «Vado via con 2 punti in più in tasca rispetto a quelli che avevo sognato per l’esordio». Di emozionante nel peggior pomeriggio dell’ultimo decennio della Cavese c’è soltanto la gratitudine di Francesco Favasuli, il grande ex, che s’è unito a capitan Schetter prima della gara per un omaggio alla memoria di Catello Mari.
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