Tu sei qui: Economia e TurismoSplendida Antonietta, volo d'argento
Inserito da (admin), lunedì 3 settembre 2007 00:00:00
Il sorriso ha il colore dell'argento. Il volo dolcissimo di Antonietta Di Martino, la figlia del Sud entrata davvero tra le grandi dell'atletica mondiale, balzata di nuovo a 2 metri e 3 centimetri, il record italiano uguagliato, le regala il 2° gradino del podio iridato di Osaka. Nel pomeriggio giapponese Antonietta ha combattuto in una finale di altissimo livello, vinta da Blanka Vlasic con 2.05, la croata imbattibile, che ha poi cercato, senza fortuna stavolta, di arrampicarsi fino a 2.10 per cancellare il vecchissimo primato di Stefka Kostadinova, che resiste giusto da 20 anni. Sara Simeoni è stata grandissima con il record mondiale a 2.01, l'oro olimpico di Mosca '80 in tasca e 2 argenti ai Giochi. La Di Martino è immensa, straordinaria atleta, capace di un differenziale da record, 34 centimetri (lei è alta 1.69), ed adesso insegue con tenacia il colpo impossibile a Pechino l'anno prossimo.
Antonietta, solare come non mai, determinata e spensierata al tempo stesso, sicura dentro, in un crescendo entusiasmante, ha cominciato con un capriccio. Lo spavento a 1.85, un errore banale che è stato subito rimediato, anche se ha lasciato la 29enne cavese per lungo tempo in basso alla classifica. Paura? Neppure per sogno, perché in pedana l'angelo Antonietta ha mostrato il carattere. A 2 metri è stata l'unica a superare l'asticella al 1° colpo (lo aveva già fatto a 1.90, 1.94 e 1.97). Le altre, Vlasic compresa, per i 2 metri, la prima soglia dell'eccellenza, hanno dovuto fare gli straordinari. Ed in quei minuti Antonietta è balzata in cima alla classifica. Era la campionessa del mondo. Vlasic e Slesarenko dietro. Il gruppo delle contendenti s'era, intanto, ridotto a 5 e non c'era più, nella compagnia, la campionessa europea, la belga Tia Hellebaut, costretta alla resa a 1.94. Il podio, per Antonietta, allora così vicino, era anche tremendamente lontano. Servivano coraggio, leggerezza e muscoli potenti, ma anche la testa per non arrendersi, con l'asticella intanto salita a 2.03.
Muscoli e testa, però, non bastavano. «Ci ho messo tutta l'anima, tutto quello che avevo dentro», ha sussurrato la ragazza dagli occhi neri mostrando il suo bel trofeo d'argento. Un errore al 1° colpo, mentre la Vlasic non ha sbagliato. Tornata in pedana, rivisti dentro tutti i movimenti del salto, la Di Martino ha preso l'ascensore ed è tornata nel paradiso, esplorato la prima volta lo scorso giugno all'Arena di Milano. 2 metri e 3 centimetri: una medaglia era in tasca. Con lei e la croata anche la russa Anna Chicherova, 24enne, capace di migliorarsi di 2 centimetri in questa occasione, ha raggiunto l'obiettivo, mentre Yelena Slesarenko, che è la campionessa olimpica, e Yekaterina Savchenko, le altre due russe, si sono arrese. Piangeva la Slesarenko, mentre le magnifiche tre, Vlasic, Di Martino e Chicherova, erano alle prese con 2.05. «Ero stanca, lo sentivo, avevo dato tutto, ma dovevo provarci ancora», ha spiegato l'azzurra, che non è riuscita nella super impresa, così come non lo ha fatto la Savchenko, mentre Blanka Vlasic per avere ragione dell'asticella ha dovuto aspettare il 3° tentativo.
Tutto come sperato e sognato per mesi, anche nell'ultimo agosto di questo stupendo 2007, quando la Di Martino ha tremato. Al Mondiale occorreva essere precisi subito, perché ogni errore in più lo si sarebbe pagato a caro prezzo. Ha avuto paura, dicevamo, la ragazza di Cava de'Tirreni dopo gli Assoluti di Padova. Dopo il suo salto vincente, ha provato dolore al piede destro. I fantasmi di un passato tormentato dagli infortuni è riapparso. Spaventatissima, Antonietta è tornata a Pavia dal prof. Benazzo. Diagnosi da brivido per una che di lì a poco avrebbe dovuto saltare ai campionati mondiali: affaticamento con pre-frattura da stress al 5° metatarso. Riposo ed un plantare per cercare il recupero. Solo l'11 agosto l'azzurra è tornata a saltare ed in pochi giorni tutto è stato come prima. Anzi, meglio di prima.
Antonietta felice: «Ed ora le Olimpiadi a Pechino»
Un crescendo entusiasmante per Antonietta Di Martino. Felicità immensa per un risultato conquistato dopo una carriera interrotta almeno tre volte. «Per questo mi sento giovane, ho 29 anni - ha detto l'azzurra - ma il mio motore è seminuovo ed adesso penso decisa alle Olimpiadi di Pechino». In campo, sorridendo e ballando, ha spedito dalla telecamera un messaggio chiarissimo: «Ciao mamma, ciao papà». A chi ha dedicato la medaglia d'argento? «Un pezzetto a ciascuna delle persone che mi vogliono bene, al mio fidanzato Massimiliano, ai miei genitori, a mio fratello e mia sorella, al mio allenatore, al professor Benazzo, alle Fiamme Gialle ed al dottor Testa. Ciascuno di loro ha avuto, ed ha, un ruolo importante nella mia vita». A Osaka ha creduto di poter vincere l'oro? «No, neppure quando, a 2 metri, ero prima. Ero sicura che la Vladic avrebbe fatto almeno 2.03. Così mi sono detta, per un posto sul podio, devo farlo anch'io. Ed ho tirato fuori tutto quello che avevo. Ci ho messo l'anima per farlo. È stato proprio il salto della vita». L'avvio con l'errore a 1.85. E poi... «Mi era appena detta: non devo sbagliare. Ed invece ho sbagliato. Cominciamo bene, ho pensato, e mi sono ripromessa di non farlo più. A 2 metri il momento della svolta. Non devo lasciare il podio, mi sono detta. Ed ho continuato. L'ho fatto pensando alla mia famiglia ed ho raggiunto il traguardo». Progetti per il futuro? «Il mio futuro si chiama Pechino, ma nel 2008. Ora ho un solo desiderio: andare in vacanza».
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