Tu sei qui: Economia e TurismoSettecento Lsu chiedono di ritirarsi
Inserito da Il Denaro (admin), martedì 23 ottobre 2001 00:00:00
Settecento: tante sono le domande di contributo inviate alla Regione Campania da lavoratori socialmente utili, intenzionati a ritirarsi e ad ottenere il contributo di 30 milioni di lire offerto dalla Giunta di Santa Lucia a quanti rinunciano a proseguire le attività e si cancellano dalle liste di mobilità. Il termine per inviare le richieste è scaduto sabato scorso: «Ma - spiegano negli uffici regionali dell'Isola A6 del Centro direzionale di Napoli - qualche altra domanda di contributo potrebbe ancora arrivare: per la scadenza del termine fa fede il timbro postale».
Verso il raddoppio dei fondi
Per sostenere l'iniziativa l'assessorato al Lavoro, guidato da Adriana Buffardi, dispone di 10 miliardi di lire. Che non bastano per finanziare tutte le richieste: ne servirebbero, come minimo, altri 11. Per ora saranno favoriti gli Lsu con maggiore anzianità anagrafica. Ma non è escluso che la Giunta decida presto di stanziare altre risorse. «L'assessore è soddisfatto», riferiscono i suoi collaboratori. E annunciano un'altra iniziativa: entro la fine del mese saranno assunti a tempo indeterminato altri cinquecentosettanta Lsu, che saranno impegnati per la prevenzione degli incendi in Campania nel progetto per la protezione del territorio con l'uso di tecnologie telematiche avanzate, presentato dalla società Sma in collaborazione con Telespazio.
Fare come in Calabria
Basterà? Entro la fine dell'anno la Regione si è impegnata con il ministero del Lavoro a stabilizzare il 30 per cento dei lavoratori socialmente utili attivi in Campania, che attualmente sono circa diciottomila (contro i trentatremila di due anni fa). Di questi la metà è impegnata in progetti che si svolgono a Napoli e provincia e dipendono dalle Amministrazioni di palazzo San Giacomo, piazza Matteotti e via Santa Lucia. «Il problema della stabilizzazione del 30 per cento dei lavoratori socialmente utili riguarda soprattutto i piccoli Comuni», riflette il deputato forzista Paolo Russo, che durante la scorsa legislatura fece estendere agli Lsu della provincia partenopea le norme valide per quelli dei Comuni di Napoli e Palermo. «Le Amministrazioni di piccoli centri come Castello di Cisterna, Mariglianella, Camposano - denuncia Russo - non hanno risorse sufficienti per provvedere da sole». Dunque? «Serve una legge regionale per l'accompagnamento, come hanno fatto in Calabria», propone. «La Giunta Bassolino - aggiunge - non può scaricare tutti i problemi e le responsabilità sui sindaci e approfittare della disponibilità del Governo nazionale».
Aiuti per il reinserimento
Sabato scorso, infatti, il sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, ha reso noto che nella Finanziaria sarà inserita una voce di spesa per il reinserimento degli Lsu che ammonta a 800 miliardi di lire. Viespoli ha chiesto alla Regione Campania «un atto normativo che sia concretamente di aiuto a Lsu e Comuni». Ed a quest'ultimi, «sottoposti a un sacrificio enorme», ha promesso un «intervento risolutivo del Governo». La strada della costituzione di società miste che impiegano Lsu nell'erogazione di servizi di pubblica utilità è già stata battuta da Provincia e Comune di Napoli, a Casoria e nel Salernitano. A Caivano, mediante una cooperativa, sono stati stabilizzati quaranta lavoratori socialmente utili.
Utilizzare Agenda 2000
«Servono scivoli privilegiati di prepensionamento», suggerisce Paolo Russo: «Gli Lsu potrebbero essere utilizzati in attività di pulizia di edifici pubblici, come tribunali e caserme, e in attività di tutela ambientale finanziate dal Por Campania e connesse al rischio idrogeologico». «Bisogna istituire un'agenzia regionale che assorba gli Lsu», propone Tommaso Sodano, senatore di Rifondazione comunista, che da assessore al Lavoro della Provincia partenopea raccolse su questo progetto l'adesione di quarantadue Comuni del Napoletano alle prese con i lavori socialmente utili.
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