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Sconfitto un brutto Napoli

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 5 settembre 2002 00:00:00

Non si fa: non si scomoda così tanta gente entusiasta ed appassionata quando, poi, non si ha voglia di farla divertire. E pensare che erano arrivati in ventimila al San Paolo per rinsaldare il rinnovato buon rapporto tra il pubblico e la squadra. Ed invece in ventimila, alla fine, sono andati via delusi. Qualcuno non ha resistito al desiderio di fischiare, assieme al non amatissimo Rastelli, anche il Napoli notturno e traditore. Ma tant'è. Probabilmente era solo un'illusione aspettarsi qualcosa d'apprezzabile da questa amichevole di mezza settimana, prologo, manco non bastasse, dell'altra amichevole con la Lazio tra appena quattro giorni.

Doppia delusione, poi, per il tifo azzurro. Scontata ed anticipata, infatti, l'assenza di Dionigi, sofferente agli adduttori, a sorpresa è improvvisamente mancato alla partita anche Stellone. Problemi? No, soltanto un inchino alla prudenza, visto che il primo bomber napoletano, causa affaticamento, è alle prese con un programma d'allenamento fatto su misura. Ed allora, «nascosta» la prima linea titolare, ancora una volta largo alla coppia Pavon-Floro Flores, la quale, oscurando la felice notte di Nocera e forse per far lievitare ancor di più l'attesa per il tandem titolare, decide di farsi i fatti suoi, nel senso che Pavon e Floro Flores non si dedicano mai al tiro in porta. Tant'è che nel primo tempo il Napoli arriva una sola volta dalle parti di Castellazzi: con Montezine, autore di una punizione buona, sì, di forza, ma sballatissima di mira (32'). Appena appena meglio la Reggina, che cerca lo schema, l'intesa, la manovra, anche se poi, prima del riposo, di buono ricava solo un destro di Vicari che cerca il sette, ma trova la mano di Mancini. Bilancio a metà partita: brutto Napoli, svogliato, con la difesa che, nonostante gli imbambolamenti di Saber, fa il proprio dovere, con un centrocampo che gioca poco o nulla sulle fasce, con un Montezine (nella foto) che da mediano non si ritrova affatto e con l'attacco che praticamente non esiste. E non bastano le assenze della prima linea titolare, di Vidigal ed anche di Baldini per giustificare la scadente esibizione. In verità, non si diverte molto manco Mutti. Comunque, la sua squadra almeno non ha il sacrosanto dovere di onorare più di tanto la serata, resa obbligatoria da un contratto e da un incasso da dividere a metà. Un pizzico di vivacità, un'ombra di voglia, invece, quando ricomincia la partita e quando Mutti in un colpo solo «cambia» squadra: non più Leon, infatti, che con Nakamura faceva tandem dietro Di Michele, ma un attacco a due, con Savoldi partner dell'ex salernitano. La Reggina così piace di più. E con Mamede e Vargas, in campo per Vicari e Peredes, mostra anche più freschezza. Il Napoli? Raccoglie la sfida, ma molla alla distanza e crolla quando Nakamura (28'), per la gioia di Mutti e dei dodici giornalisti giapponesi arrivati a Napoli per lui, disegna col sinistro una punizione bassa che, complice la barriera ed anche Mancini finisce giusto in porta. E' questo l'unico lampo in una notte che di calcio buono non ne riserva proprio. Il finale, invece, è tutto per Rastelli, che scopre, neppure tanto all'improvviso, quanto il tifo azzurro non l'abbia amato mai, e per Husain, che, provocato da Vargas, si agita e trova il cartellino rosso.

COLOMBA RINGRAZIA IL PUBBLICO

Il tecnico giustifica con le assenze la prova opaca degli azzurri e si sofferma sul ritrovato affetto dei tifosi

La spunta la Reggina, ma il Napoli non si strappa i capelli. Le due squadre hanno giocato al risparmio, col timbro di Nakamura sul gol-partita. Delusi i tifosi partenopei, accorsi comunque numerosi, ed a loro Colomba (nella foto) ha dedicato subito il suo primo pensiero a fine gara: «Questo pubblico merita un plauso. Sono accorsi in ventimila nonostante fosse un'amichevole e pur sapendo alla vigilia di alcune assenze importanti. Questo è la riprova del ritrovato feeling con la squadra del cuore. Ora tocca a noi non deluderli». Il tecnico delle nuove speranze azzurre, dunque, pensa positivo e lo conferma andando avanti nell'analisi della sfida contro la sua ex formazione: «Sia noi che loro abbiamo tirato pochissimo o niente in porta. Questo dimostra che la gara è stata molto equilibrata. Bene noi nel primo tempo; nella ripresa, invece, abbiamo sofferto in fase difensiva, anche perché siamo rimasti in dieci». Come dire: si avanza a piccoli passi, anche se in verità, complici le assenze di Dionigi, Stellone, Baldini e Vidigal, di prova confortante non se ne può parlare più di tanto. «Sì, sul piano della crescita complessiva della squadra - ha ammesso Colomba - non abbiamo fatto un gran salto in avanti, ma va bene così. Resta una gara amichevole e di fronte abbiamo avuto una squadra solida in tutti i reparti. Per noi è stata anche l'occasione di mettere in vetrina i nostri giovani, approfittando delle assenze di alcuni titolari, sul cui impiego ho preferito essere prudente e non rischiare». Scendendo più nel dettaglio tecnico della partita, l'allenatore ha individuato i punti dolenti della sua squadra nella serata amichevole: «La nostra è stata una gara discreta, però non abbiamo saputo sfruttare il contropiede. Nella ripresa, poi, anche perché in inferiorità numerica, abbiamo perso lucidità. Dobbiamo migliorare ancora nel possesso di palla, anche se di fronte ai nostri giovani, lo ribadisco, ci sono stati giocatori ben collaudati e di stazza fisica superiore, aspetto importante quest'ultimo». I baby, dunque. Su Mancino, gioiello della Primavera, Colomba ha voluto spendere belle parole: «Per stile, giocata, fisico e movenze, mi ricorda molto Pirlo, che io ho allenato. È un ottimo giocatore. Crescerà anche lui».

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