Tu sei qui: Economia e TurismoSalernitana, Longo avvia la ricostruzione
Inserito da (admin), venerdì 2 maggio 2003 00:00:00
È consapevole delle difficoltà legate al suo incarico, ma il 58enne Carmine Longo ha imparato a conoscere a fondo pregi e difetti della sua città natale. Il nuovo responsabile dell'area tecnica della Salernitana non si nasconde di certo. Ha vinto tanto nella sua carriera, ma ora vuole mettersi in gioco in una sfida ambiziosa. Da vincere coinvolgendo innanzitutto l'intero territorio. «Salerno ha una provincia vastissima. Bisogna portare la gente allo stadio e fare in modo che la Salernitana appartenga a loro. Giudicateci per quello che andremo a fare». Nella sede della Salernitana, Carmine Longo, accompagnato dal presidente Aliberti, è giunto puntuale. Elegante, con vestito scuro, camicia bianca e cravatta azzurra, il diesse della società granata si è concesso con estrema disponibilità alle domande dei cronisti. «Non accetteremo - ha detto - alcun tipo d'imposizione. Bisogna stare attenti a normalizzare l'azienda calcio. Fare follie non avrebbe senso. Non esistono strategie identiche per vincere. Ogni campionato, infatti, è differente. Se ci fossero ricette sicure, potremmo utilizzarle. Ci vogliono competenza, coraggio ed una buona dose di fortuna. Nel calcio bisogna confrontarsi continuamente». Longo ha conquistato Aliberti per la sua sicurezza, per la sua competenza, per le sue idee e, naturalmente, per i successi ottenuti. Dopo 27 anni, Longo torna nella sua città con l'obiettivo di ripetere, magari, le vittorie conquistate a Perugia, Cagliari e Palermo. «Il compito è difficile. Se ci fossero stati soldi, non sarei stato certo qui». Ed allora, si è messo subito al lavoro. L'altro ieri pomeriggio, infatti, ha seguito una partita del torneo di serie D, Ariano Irpino-Rutigliano, per verificare la qualità dei calciatori lucani Caracciolese e Lisi. Da oggi, invece, sarà in Sudamerica. Sulla sua agenda sono in programma alcuni incontri del campionato brasiliano ed argentino. «La squadra? Dovrà essere completata in buona parte prima dell'inizio del ritiro. Sogno un organico composto da 11 titolari, 11 elementi in grado di poter giocare da titolari e 4 aggregati. I calciatori dovranno essere agonisticamente bravi ed avere spirito di abnegazione. Se sapranno anche giocare, tanto di guadagnato. È chiaro che bisognerà investire, ma soltanto per quei calciatori che potrebbero assicurare un ritorno. Se bisognerà fare qualche sacrificio, lo proporrò alla società». Prima di salutare, si è poi sbilanciato sul tema allenatore: «Il tecnico ideale deve essere autoritario, avere ascendente, essere disponibile al lavoro ed aziendalista. La scelta è estremamente importante. Se si sbaglia, infatti, si comincia una pericolosa girandola. Ecco perché vorrei avere colloqui per conoscere l'allenatore giusto. Più si sale di categoria e più diventa determinante nelle vittorie di una squadra. Basta guardare cosa è accaduto alla Florentia ed alla Cavese. Hanno vinto il campionato dopo aver cambiato la guida tecnica. Gli allenatori ideali sono Mazzone, Capello e Cavasin. Li prenderei ovunque. Marino? Vince sempre ed i giocatori ne parlano bene. Con il Foggia ha conquistato la promozione pur non avendo una grande squadra. A fine maggio, massimo ad inizio giugno, la Salernitana avrà il nuovo allenatore».
ALIBERTI SPIEGA LA SUA SCELTA
«Conosce il calcio ed ha la Salernitana nel sangue»: il presidente Aliberti illustra i motivi che lo hanno spinto ad ingaggiare Carmine Longo
«È un uomo che conosce il calcio. È un personaggio autorevole e sicuro, ma soprattutto, ha la Salernitana nel sangue. Ecco perché ho affidato l'incarico di responsabile dell'area tecnica a Carmine Longo». Il nuovo corso del club granata è iniziato così. Il presidente Aliberti ha spiegato i motivi di una scelta che assume, dopo le gestioni Cannella e Pavone, quasi il sapore di una svolta epocale. «Ho ritenuto opportuno cambiare dopo i risultati prodotti, anche se le responsabilità sono di tutti, me compreso. Non scarico le colpe sugli altri». Il massimo dirigente granata ha chiarito il ruolo di Longo: «Non ci saranno conflitti d'interesse. Non ho mai avuto predominanza sul direttore sportivo. È accaduto soltanto una volta, nella stagione della promozione in A. Le mie intromissioni saranno minimali. Longo avrà autonomia. Le sue scelte mi saranno sottoposte e le concorderemo insieme. È la persona giusta anche per delegare in modo superiore a quanto fatto negli anni scorsi. Saremo in sintonia. Se ci sarà qualche scintilla, meglio così. Renderà la vita dell'azienda più bella e frizzante». La serie C è alle porte, ma Aliberti ancora non ha perso la speranza di partecipare al prossimo torneo di B: «Non vedo perché il progetto di riforma del torneo cadetto non possa essere anticipato alla prossima stagione. Non vogliamo illudere nessuno, però. Anche Longo lavorerà nella consapevolezza di dover operare per il torneo di terza serie. Se potessi tornare indietro, non inizierei il torneo con Zeman. Di errori ne abbiamo commessi tanti. Aver dato enorme fiducia, ad esempio, ad alcune persone che hanno tradito. Mi riferisco a tutti quelli che hanno preso parte a questa stagione. Si è creata una miscela esplosiva. Quando a gennaio volevamo porre rimedio, era già troppo tardi. Sarà impossibile ripetere in futuro così tanti errori». Qual è l'obiettivo della Salernitana? «Uscire presto dalla C e tornare in B».
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