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Economia e Turismo

Rivoluzione azzurra, Stellone rischia il posto

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 12 febbraio 2003 00:00:00

Il Napoli se ne va in vacanza, ma si porta dietro tutti i suoi pensieri. E tra questi, ce n'è uno grande e grosso, che ha un nome ed un cognome: Roberto Stellone. Proprio così, diventato suo malgrado un motivo di confronto nei giorni di mercato, il capitano oggi ridiventa un caso. Per carità, nessuno nega al centravanti qualità ed impegno, ma è evidente che il disegno di Scoglio poco s'attaglia al suo modo di giocare, alle sue caratteristiche, al suo non essere prima punta e, tanto meno, ala. Tant'è che Stellone (così è stato anche contro il Cagliari) è tra gli azzurri che vivono questa risalita verso la salvezza con maggiore sofferenza e sacrificio. Ebbene, se a questo s'aggiunge che Scoglio ha detto chiaro e tondo che questo Napoli «non sopporta i tre attaccanti» e che già a Cosenza ha in mente di «rivedere un po' le cose», è molto più di una semplice impressione che in Calabria, alla ripresa, l'escluso sarà proprio il capitano. Il quale, in questo momento, ha solo due alleati: il tempo (domenica è riposo) e la sua voglia, la sua rabbia di far cambiare idea all'allenatore. Comunque sia, se il Napoli giocasse domani col Cosenza, nove su dieci per Stellone ci sarebbe la panchina. E se questo non è destinato a far scoppiare un caso, beh, non si capisce cos'altro potrebbe animare attese e discussioni. Ma perché nella testa di Scoglio sta prendendo corpo quest'idea? Semplice: perché, capito ormai che a Napoli il suo "rombo" non potrà avere mai cittadinanza e sperimentato in più occasioni che il Napoli d'attacco crea problemi al centrocampo e, di conseguenza, anche alla difesa, il Professore, dopo aver riempito mille di quei foglietti dove scrive, cancella e riscrive formazioni quando si rintana a casa, si è già mentalmente preparato a passare ad un modulo assai più salutare. Ovvero, meno rischioso e, quindi, più aderente, più rispettoso di ciò che oggi il Napoli può dare. Insomma, giocasse domani col Cosenza, Scoglio si affiderebbe ad un robusto 5-3-2 oppure ad un ancora più robusto 5-3-1-1. La coppia d'attacco, infatti, sarebbe formata da Dionigi e da Pasino, quest'ultimo diviso tra il ruolo di trequartista e quello di attaccante. Un modello che un po' fa tornare in mente l'Italia del '90, quella con Schillaci punta e con Roberto Baggio nel ruolo di punta e di fine suggeritore. Dionigi-Pasino, dunque. E poi, a centrocampo, Vidigal, Marcolin e Montervino, mentre in difesa, da destra a sinistra, ci sarebbero Martinez, Baldini, D'Angelo, Bonomi e Bocchetti. Un disegno che, come tutti i 5-3-2, punta molto sulle doti atletiche e di velocità dei difensori esterni (Martinez e Bocchetti) e sulla regia di un centrocampista (Marcolin), al centro di due rubapalloni (Vidigal e Montervino). Pregi di questo disegno: una sempre maggiore protezione della fase difensiva, la capacità di sprecare poco quando la squadra è in possesso del pallone, un pressing più semplice per le distanze più ravvicinate tra giocatore e giocatore. Dunque, entrato nel Napoli due mesi fa come un carro armato, visto, capito, rivoltato tutto grazie al mercato di gennaio, il Professore s'appresta a dare il via alla "fase due" della sua rivoluzione. Quella che, pur nell'elasticità di scelte e di pensiero che il calcio deve sempre avere, ha come obiettivo la continuità. Che vuol dire, è ovvio, continuità di gioco (se possibile) e di risultati (necessariamente), ma anche continuità di formazione. Almeno come idea. Almeno al momento della prima scelta. Perché poi, anche se Scoglio, per storia e per cultura personale, fa venire i crampi allo stomaco prima di fare una sostituzione, con tre cambi a disposizione c'è sempre ampia possibilità di ripensamenti e di rimedi in corsa. Quella che si aprirà dopo la sosta, dunque, sarà la settimana di Stellone. Un centravanti che in tanti invidiano agli azzurri e che invece, paradossalmente, rischia di accomodarsi in panchina.

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