Tu sei qui: Economia e TurismoPari col Gallipoli, la Supercoppa si allontana
Inserito da (admin), giovedì 18 maggio 2006 00:00:00
La Cavese non riesce a chiudere i conti con la Supercoppa di serie C2 davanti al proprio pubblico. Battendo ieri il Gallipoli di Auteri, avrebbe potuto alzare al cielo il trofeo con una settimana di anticipo. Ma i salentini, ora favoriti per lo stesso traguardo, non hanno voluto fare da agnello sacrificale. Hanno reagito bene al momentaneo vantaggio dei blu foncè e sfruttato altrettanto bene qualche errore di troppo delle seconde linee aquilotte, messe in campo dal tecnico Campilongo per l'emergenza formazione registrata in questa settimana. Il pareggio al quale i metelliani sono stati costretti non era certo l'obiettivo della vigilia. Ora si spera solo nel Venezia di Costanzo, che dovrà affrontare i pugliesi. Auteri e soci si dimostrano un osso duro e tengono testa ad una Cavese non in stato di grazia. Spesso non lucida come in altre occasioni e troppo confusionaria in fase difensiva.
Dopo il minuto di raccoglimento in memoria di Raffaele Senatore, solita partenza a razzo dei metelliani. Ospiti in bambola per almeno una decina di minuti. Quanto basta per sbloccare il risultato. Il gol arriva al 12'. Assist di Nocerino, tra i migliori in campo, su calcio di punizione dal limite e palla calciata di prima, a fil di palo, da Schetter. Il giocatore metelliano va ad abbracciare la Curva Sud "Catello Mari" e dedica il gol al compianto amico. Il Gallipoli accusa il colpo. Ma da squadra di razza, come testimonia la straordinaria cavalcata fatta nel girone C della C2, reagisce subito. Al 17' Clemente, su punizione, alza la palla di poco sulla trasversale. Alla mezzora erroraccio del portiere metelliano Musella, chiamato a sostituire l'infortunato Mancinelli, ma i salentini non ne approfittano. La Cavese potrebbe chiudere la partita poco dopo, al 33'. Ma Parente, nonostante blasone, nome ed esperienza, si fa ipnotizzare da Perocco, graziandolo. Il primo tempo sembra doversi chiudere lì. Ed invece, pochi secondi dopo il 45', in fase di recupero arriva il pareggio ospite. Altro pasticciaccio della raffazzonata retroguardia metelliana, del quale approfitta, lesto, il difensore ospite Raimondi, che dalle retrovie arriva in tempo per bruciare Rossi e Sorbino, mettendo la palla sotto la traversa. Gol contestato dagli aquilotti per un presunto fuorigioco non visto dalla terna arbitrale.
Nella ripresa il ritmo non forsennato del primo tempo è solo un ricordo. Gallipoli che non ha interesse ad accelerare e Cavese stanca, soprattutto mentalmente. E così, i pugliesi provano il colpaccio. Al 7' Castello tira da posizione favorevole, ma debolmente, tra le braccia di Musella. Il duello si ripete 2' più tardi. Sul capovolgimento di fronte Aurino impegna Perocco, che risponde da par suo. Al quarto d'ora ci prova Parente su punizione, ci deve mettere i pugni l'estremo difensore giallorosso. Poche altre emozioni fino al termine, con Clemente che impegna Musella al 25' e D'Amico il collega salentino al 33'. Al triplice fischio di Guerriero gran festa tra gli ospiti, che vanno a salutare il manipolo di tifosi al seguito, e musi lunghi in casa metelliana per l'occasione persa. «Non disperiamo. Mica è detto - afferma Sasà Campilongo negli spogliatoi - che il Gallipoli vinca con il Venezia. Il calcio è bello perché imprevedibile. Comunque, debbo dire grazie a questi ragazzi, che anche con il Gallipoli, nonostante le tante assenze, hanno onorato l'impegno e tenuto testa ad una signora squadra».
L'ultimo saluto a Lello Senatore
Un mercoledì ancora di commozione e di dolore per il popolo sportivo biancoblù. Allo stadio poca voglia di festeggiare e tanta amarezza per un'altra tragedia. Quella della scomparsa, dopo la morte di Catello Mari, di Raffaele Senatore, il decano dei giornalisti sportivi metelliani, firma storica da Cava della Gazzetta dello Sport. Un lunghissimo e fortissimo applauso ha accompagnato tutto il minuto di raccoglimento osservato ad inizio gara. Tutti i giocatori si sono uniti in cerchio per tributare l'estremo saluto ad un figlio della città di Cava, che ha con la sua penna raccontato tanto della storia sportiva cittadina sui fogli della "rosea". In Curva Sud gli ultrà hanno esposto un lungo striscione, rimasto per tutta la gara a ricordarlo: "40 anni con una semplice penna hai onorato la tua città. Ciao avvocato».
Senatore, per gli amici Lello, ha sempre difeso i colori cavesi. È stato amico di un altro cavese eccellente. Quel Gino Palumbo, storico direttore della Gazzetta. E grazie a lui, a Cava approdarono alcuni Giri d'Italia indimenticabili. La Cava sportiva ha preso al balzo l'occasione della gara con il Gallipoli, per unirsi in un sol coro per salutarlo per l'ultima volta. Proprio mentre il corteo funebre è passato vicinissimo a quella tribuna stampa nella quale, per decenni, Senatore ha seguito le vicende della Cavese. Un amore viscerale per l'aquilotto, che l'ha portato a scrivere la storia della società. In tribuna stampa volti tesi tra quei colleghi ed amici che lo hanno sempre stimato e rispettato per il suo modo di fare giornalismo. Un mazzo di fiori è stato messo sulla sua poltroncina vuota. Ed al termine della gara, dal "Lamberti" quei fiori sono stati portati nella camera ardente del cimitero dal presidente dell'associazione giornalisti "Cava-Costa d'Amalfi", il prof. Antonio De Caro, e da una piccola delegazione.
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