Tu sei qui: Economia e Turismo‘Niente è ancora perduto'
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 20 febbraio 2002 00:00:00
Il giorno dopo il Napoli fa i conti. Non tutti tornano. È felice perché, rispetto alle prime cinque gare dell'andata, ha sei punti in più. È contento perché nelle ultime dieci giornate ha preso più punti delle altre quattro pretendenti alla serie A. È nero perché ritiene che le decisioni degli arbitri lo abbiano seriamente penalizzato. Senza voler ricordare quanto hanno iniziato a fare Nucini e Cassarà, poi «imitati» da Dondarini, Bolognino, Rosetti, Trentalange e Collina, ma limitandosi alle direzioni degli ultimi tre internazionali (Rosetti, Trentalange e Collina), Pavarese conta cinque punti in meno in classifica per i risultati con Salernitana, Vicenza ed Empoli: «Tre episodi in quattro gare, avendo avuto tre arbitri internazionali. Tre episodi che ci hanno seriamente danneggiato. Avremmo potuto avere cinque punti in più». Gli internazionali, designati per la B, dirigono con sufficienza, sapendo che eventuali errori non vengono puniti. «So soltanto che certi episodi restano incomprensibili. Un esempio? Ci sanzionano duramente i nostri falli (Bocchetti, Ametrano), poi, quando li subiamo (Pavon a Vicenza, Magoni con l'Empoli), neanche un cartellino giallo». E' l'effetto della vertenza che il Napoli ha in atto con la Lega? «Non credo che quando si va in campo qualcuno pensi a queste cose». Invece, sembra che le cose vadano proprio così. Attaccando il potere, tra l'altro non avendo né la forza, né i mezzi, è logico attendersi "risposte" da un Palazzo in cui il Napoli non è rappresentato. Non bastasse, in gare che spesso vengono decise da episodi, ecco che Empoli-Napoli viene diretta da Cassarà e Napoli-Empoli da Collina. Il primo non ha polso e decide pro-Empoli; il secondo dirige "senza vedere". «Collina mi ha detto di non aver visto il fallo di mano di Fusco. Non vogliamo regali, ma non vogliamo neanche farne. Inoltrare una protesta ufficiale? Servirebbe? Tutto si è complicato dopo che Aliberti ha detto che favorivano il Napoli». «Quando parlo di fortuna e sfortuna di una squadra, intendo certe decisioni degli arbitri, la disponibilità o meno di calciatori», osserva De Canio (nella foto). Non polemizza con Collina, ma sottolinea: «Fosse stato mezzo metro più avanti, avrebbe visto quello che tutti hanno visto: il mani di Fusco. Rigore per noi, espulsione di Fusco ed Empoli costretto a gettarsi in avanti per recuperare, non potendo sfruttare la sua arma migliore, cioè le ripartenze. Non è accaduto, quindi guardiamo al Cagliari. Sono certo che il Napoli si appresta ad intraprendere un'altra striscia positiva. Nelle ultime dieci gare, siamo la squadra che ha fatto meglio. Poi, recupereremo Stellone ed Jankulovski e miglioreranno Artistico e Pavon». Siete a meno sette dalla quarta. «Non molleremo. Sarebbe da disonesti dire alla gente "ce la faremo", ma, di certo, non trascureremo niente. Ci sono in palio 42 punti: sono tanti». Cappellini ha complicato... «... più che il suo ingresso, è stato lo spostamento di Bresciano a crearci problemi. Il nostro scollamento ha permesso loro di entrare negli spazi». I tifosi hanno fischiato Moriero. «È reduce da un periodo di inattività e ha un carattere sensibile. Avverte la sfiducia, ne resta condizionato». Il Cagliari, 15 punti in 7 gare, è in serie positiva. «Ho fiducia nei miei ragazzi. Ancora una volta in dieci, ancora una volta, hanno tentato di vincere. Purtroppo, è andata male a Montezine».
A che serve protestare?
L'altra sera, a Benevento, in area dei toscani si è giocato a pallavolo. Ben due volte, infatti, Fusco si è aiutato con le mani. Clamoroso, addirittura,b il primo impatto da rigore: un "muro" cercato, voluto e vincente su Pavon, con il principe Collina orbo ed imbambolato. Errore? Svista? Malafede? Macché: "solo" sufficienza, mancanza di concentrazione, oltre che di inquietante ed improvviso crollo di diottrie. Nessuno mai l'ammetterà, però chi fischia in B spesso lo fa con sussiego, con fastidio. E quando, poi, la disgrazia capita ad un internazionale, beh, allora va peggio addirittura: il fischio, infatti, ha spesso anche la puzza al naso. E poco conta se, come nel caso di Collina, in una stagione agli arbitri più bravi (sic!) il calcio garantisce entrate per trecento milioni e forse più. Certo, gli arbitri stanno facendo disastri ogni settimana e su ogni campo - vero signori Bergamo e Pairetto? - ma poiché quello del pallone è il regno dei due pesi e delle due misure, ecco che un gol giustamente annullato a Toni in Brescia-Roma diventa un caso nazionale, mentre delle malefatte di Collina a Benevento rimbalza poco o niente. Così come nulla hanno pagato per i danni provocati ben altri tre internazionali (Bolognino: Reggina-Napoli; Rosetti: Napoli-Salernitana; Trentalange: Vicenza-Napoli), oppure Nucini, Cassarà e Dondarini, i quali si dettero da fare nelle gare azzurre ad Ancona, ad Empoli e sempre all'andata col Messina. Il problema-arbitri, dunque, esiste pure in B, ma il Napoli a chi va a raccontarle queste cose? A chi può dirle, visto che gioca in una serie che conta niente e visto pure che, partendo da questa posizione di rincalzo, ha osato anche alzare la voce, denunciando ipotesi d'imbrogli e portando in Tribunale addirittura chi comanda? Intendiamoci, nessuna tentazione di rincorrere tesi di congiure, ma non v'è dubbio che il vagare ai margini del calcio, l'essere fuori e contro ogni porta ed ogni Palazzo costringe il Napoli a non avere voce. Ed è questo il segno della decadenza fuori campo. Sì, così com'è stato ridotto nell'ultimo decennio, il Napoli non ha margini neppure per rivendicare i diritti e le ragioni. Cosicché, non solo dal campo, dalla squadra deve partire la ricostruzione, ma anche - o soprattutto - dal recupero della dignità e del ruolo del club tra gli altri club. Corbelli e Naldi ne hanno già coscienza?
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