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Nedo Nadi, scuola di sport e di vita

Inserito da Lello Pisapia (admin), domenica 16 luglio 2000 00:00:00

Imporsi all'attenzione generale pur non rientrando nel novero degli sport di massa, essere sempre protagonisti pur potendo contare esclusivamente sulle proprie forze: è ciò di cui è capace il "Club Scherma Nedo Nadi" di Salerno. Una vera fucina di campioni, come testimonia il brillante exploit realizzato nei Campionati regionali assoluti a squadre, disputatisi nella sede dell'Accademia Nazionale di Scherma, allo stadio Collana di Napoli. Il presidente della "Nedo Nadi", l'avv. Loreto D'Aiuto, con giustificato orgoglio ci svela la storia, la struttura e le caratteristiche di questo autentico fiore all'occhiello nell'ambito del panorama sportivo locale. «La nostra società - afferma l'avv. D'Aiuto - è l'espressione della radicata tradizione schermistica salernitana, sviluppatasi agli inizi degli anni '30, allorquando un gruppo di appassionati creò una scuola di scherma. Chiusa a causa del secondo conflitto mondiale, questa palestra fu poi riaperta dalle stesse persone il 31 ottobre 1948 e fu denominata "Club Scherma Nedo Nadi-Circolo della Spada", in onore del famoso schermidore livornese, pluricampione italiano ed olimpionico. Il nostro sodalizio ha sempre espresso una presenza qualificata su tutte le pedane d'Italia e del mondo e, al momento, si può tranquillamente annoverare tra le prime dieci società italiane. Attualmente abbiamo circa 80 tesserati, tra i quali figurano una ventina di atleti di assoluto valore nazionale. Tutto ciò grazie soprattutto alla bravura ed alla capacità dei nostri maestri. L'età migliore, probabilmente, per avviare un bambino alla scherma è otto anni, perché, così facendo, si consente al novello praticante di allenarsi, almeno per un anno, intensamente e senza l'assillo delle gare, che iniziano a nove anni per le competizioni a squadre ed a dieci per quelle individuali. Tutti saprete che nella scherma esistono tre armi: il fioretto, con il quale si può colpire l'avversario solo di punta, in una zona delimitata del busto, compreso il collo, ma escluse le braccia; la sciabola, con la quale si può colpire di punta, taglio e controtaglio, in una zona che comprende la testa, il busto fino alla cintura e le braccia; la spada, con la quale si colpisce soltanto di punta, avendo per bersaglio l'intero corpo, maschera compresa. Ebbene, da noi, fino all'età di dieci anni, i ragazzi fanno solo fioretto, che è l'arma base. In seguito vengono indirizzati dai maestri nelle varie armi, in virtù del loro estro e delle loro istintive peculiarità. In verità, noi presenziamo e siamo competitivi in tutti i campi, anche se va ricordato che in Campania si riscontra una grande prevalenza di sciabolatori. Ma, al di là di queste pur importanti considerazioni, mi preme sottolineare che il mio obiettivo, quale presidente del "Club Nedo Nadi", è sempre stato quello di formare i ragazzi, di creare una scuola, non solo di sport, ma anche e soprattutto di vita. Del resto, la partita vera non si gioca in pedana, ma si affronta quotidianamente, giorno per giorno. Quindi, il lato sportivo deve necessariamente abbinarsi al profitto scolastico, da noi ritenuto elemento prioritario - precisa l'avv. Loreto D'Aiuto - ai fini della formazione degli allievi». Dunque, un'organizzazione capillare, la presenza di tecnici di valore, le motivazioni e la passione degli allievi: sembrerebbe tutto perfetto ed idilliaco. In realtà, anche in questa disciplina non mancano di certo le difficoltà e le problematiche. «I risultati che riusciamo a conseguire - conferma il presidente della "Nedo Nadi" - sono il frutto di un paziente lavoro e di costanti sacrifici, che ci consentono di superare un'autentica selva di pregiudizi ed ostacoli. Innanzitutto, siamo costretti a confrontarci con la radicata concezione della scherma intesa come sport minore. A torto, visto che la nostra disciplina migliora l'intelligenza ed aiuta a crescere ed a diventare uomini, formando prima la persona, poi l'atleta. Certo, non si può negare che la scherma rappresenti uno sport d'élite, comportando essa dei costi che non tutti possono sostenere (alle spese ordinarie, infatti, va aggiunta quella necessaria per comprare la maschera e la divisa, che fa lievitare il budget occorrente ad una cifra non inferiore ai due milioni). Ed è questo probabilmente il motivo per cui la scherma, soprattutto nell'Italia meridionale (con qualche eccezione in Campania ed in Sicilia), conta un numero esiguo di praticanti. Ma il vero, grosso problema per la scherma, così come per tante altre discipline, è la totale mancanza di sensibilità delle Istituzioni nei confronti dei cosiddetti sport minori. Noi non chiediamo cifre o contributi esorbitanti, ma solo la quota che ci compete. Parole e nulla più: solo questo si è in grado di fare. Salvo, poi, aumentare improvvisamente il canone di locazione della palestra nella quale ci alleniamo: cose davvero inaudite. Già, la palestra: quella che abbiamo è corta, per cui gli atleti sono notevolmente disagiati nella fase di preparazione, non avendo nelle gambe tutta la pedana. E così ragazzi di grandissimo valore, che la "Nedo Nadi" ha forgiato e fatto maturare, sono costretti - riflette amaramente il presidente D'Aiuto - ad abbandonarci per cercare altrove ambienti più idonei per allenarsi». Un appello, quello lanciato dall'avv. Loreto D'Aiuto, che (ma siamo scettici) ci auguriamo non resti inascoltato. Del resto, non si vive di solo calcio...Anche gli sport minori hanno una loro valenza e dignità, risultando ancor più meritevoli di tutela ed attenzione quando, come nel caso della "Nedo Nadi", brillanti sono i risultati conseguiti e positiva è l'immagine che a livello nazionale si offre delle realtà sportive salernitane.

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