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Economia e Turismo

Napoli, un punto per restare a galla

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 24 marzo 2003 00:00:00

Il Napoli pareggia, strappa un punto a Livorno, ma non cambia la sua storia, il suo conto-campionato, Dio non voglia, neppure il suo destino. Pur se apprezzabile in termini assoluti, infatti, il pari coi toscani per gli azzurri vale poco, perché troppo è stato sprecato sino ad oggi e troppo è stato compromesso il percorso verso la salvezza. Certo, il Napoli ha preso un punto fuori dopo due mesi e mezzo di digiuno, ha anche recuperato dopo essere andato sotto in avvio di gara ed ha sprecato un paio di occasioni d'oro con Dionigi e Pasino, ma tutto ciò non vale un briciolo di consolazione, visto che solo un successo gli avrebbe consentito di acciuffare quasi il Catania, riavviando in questo modo la speranza. Purtroppo è così: quello che per altri può essere accettabile e finanche benvenuto, per il Napoli ha il sapore di mezza sconfitta. Per questo, pure stavolta c'è poco da essere felici. Anche perché il Napoli ha dato l'impressione di non aver sperimentato tutto sino in fondo per vincere una gara che questo e solo questo pretendeva. Innanzitutto, ad un Livorno ancora gonfio d'antibiotico per l'influenza in massa patita in settimana, il Napoli oppone finalmente una squadra più quadrata, con più equilibrio e meno presunzione. Ma già un minuto dopo il pronti-via è chiaro che qualcosa non funziona. Donadoni, infatti, affidando a Grauso il ruolo di mediano davanti alla difesa, guadagna immediatamente il vantaggio di un uomo in mezzo al campo, con grande sofferenza di Vidigal e Marcolin. Di contro, Colomba non sfrutta il vantaggio che gli viene naturale sulla banda di sinistra, dove Bocchetti non si sovrappone a Martinez e dove raramente c'è profondità. Per giunta, dopo 9 minuti, complice un "inchiodatissimo" Saber, Doga fa pure gol. Ma nulla cambia in campo azzurro, almeno sino all'infortunio di Troise. Non ce ne voglia il giovanotto, ma il suo accidente torna utilissimo alla squadra. Poveretto, lui non c'entra, ma la sua uscita costringe Colomba a cambiar qualcosa. A fare, cioè, quant'occorreva: via un difensore e dentro un centrocampista, per pareggiare il conto in mezzo al campo e riequilibrare il match. Infatti, così accade. Montezine, ispirato, prende il Napoli per mano e lo trasforma, mentre il Livorno arretra, affanna e, lasciando Mancini in pace, becca pure il gol, che nasce da una bella combinazione Pasino-Dionigi, con Vidigal al tocco finale. Giusto così. E giusto anche che il Napoli abbia l'occasione di provare a vincere la gara. Ma, dopo aver risistemato il centrocampo (Stendardo per Marcolin e Montervino su Protti, diventato suggeritore nel Livorno), Colomba non azzarda. Tiene in campo Pasino, che vive di rari spunti e troppi errori, e "libera" Floro Flores soltanto nei tre minuti di recupero finali. Chissà, mandato in campo prima, il ragazzo avrebbe potuto dare velocità e profondità all'azione azzurra. Ma questo non accade. Come non accade che il Napoli, oltre all'impegno, che non è in discussione, anche stavolta non porti in campo quella rabbia, quella cattiveria sportiva senza la quale non ci sarà mai nessuna impresa. Ma tant'è. Per quel che vale, arriva un punto e basta. Il che vuol dire: stagione che si accorcia e classifica sempre più asfissiante.

MONTEZINE, L'UOMO DELLA SVOLTA

Assist, ritmo e grinta: l'ingresso in campo del brasiliano ha trasformato gli azzurri. Una carta in più per mister Colomba

Fabio Cesar Montezine ha dato la svolta alla partita del Napoli. Il suo ingresso in campo ha rappresentato il cambio di marcia e di mentalità per gli azzurri, che inizialmente avevano sofferto il Livorno al di là di ogni più nefasta previsione. Saber che resta a guardare mentre Doga salta e batte di testa Mancini; la difesa che soffre l'effervescenza di Enyinnaya; Pasino che appare un'ombra e, quando gioca palla, la gioca sbagliando; Dionigi che fallisce un'occasione da gol. Quando s'infortuna Troise, Colomba, che già era sotto di un gol, non fa alzare dalla panchina Stendardo, ma fa riscaldare Montezine. Nonostante Troise provi a rientrare, il dott. Russo fa cenno al brasiliano di continuare il riscaldamento. Il medico sa che Troise ha poche possibilità di rimanere sul terreno di gioco. Trascorrono pochissimi minuti e Troise è costretto ad abbandonare per un forte trauma alla caviglia sinistra. Entra Montezine e va a sistemarsi al fianco di Pasino, alle spalle di Dionigi. In molti vedono nell'infortunio di Troise l'ennesimo colpo di sfortuna di Colomba. Roba da fasciarsi il capo. Invece, la mossa è indovinatissima. Montezine appare sufficientemente gasato, ha tocchi deliziosi del pallone, dialoga bene con Pasino e con Dionigi. Soprattutto, rispetto a Pasino, appare più tonico fisicamente. Sa proteggere il pallone, sa distribuirlo, sa giocarlo. Dal suo piede, al 37', arriva un cross che appare pennellato per la testa di Dionigi. Purtroppo, la sfera termina fuori. «Montezine deve capire che nel campionato italiano occorre più carattere. Complimenti a lui, perché è cresciuto alla distanza»: sono le poche, ma chiare parole dell'allenatore a proposito della prestazione del brasiliano. Montezine ha avuto il gran merito di tenere più equilibrata ed alta la squadra. Spesso, i compagni l'hanno cercato. Lui si è fatto trovare pronto per la giocata, per le ripartenze. Sulla fascia sinistra non ha dato tregua alla retroguardia del Livorno, apparsa non irreprensibile. Con l'infortunio di Stellone, ora, Colomba sa di potersi giocare una carta in più in questo finale di campionato. È vero, Montezine gioca in un ruolo diverso rispetto a Stellone ed anche a Floro Flores, che ha giocato per pochi minuti, ma può essere una soluzione offensiva discreta, al fianco di Pasino ed alle spalle di Dionigi. Peccato che il silenzio stampa non abbia consentito a Montezine di manifestare la sua pacata soddisfazione per il felice rientro.

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