Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, un punto che sa di condanna
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 6 maggio 2002 00:00:00
Dura mezz'ora o poco più il sogno dei napoletani. Dura giusto il tempo che va dal gol del vantaggio di Jankulovski (nella foto in alto) alla «Favorita» al centro da tre punti di Dionigi in quel di Reggio. Cosicché, alla fine, da quarto che era a pari punti, il Napoli si ritrova quinto ed a quattro lunghe, interminabili lunghezze dalla zona A. Un tonfo, un crollo a capo di due match - quello con la Reggina e questo col Palermo - al quale ora solo la Caf potrebbe rimediare. Ma con la giustizia che di questi tempi soffia sul «pallone» la cosa è pura fantasia. Realtà assai diversa e triste, invece, è quella che dalla Sicilia il Napoli si trascina a casa. Realtà disegnata da una partita mal giocata, da un vantaggio amministrato ancora peggio e da una classifica che adesso fatica a far trapelare un filo d'ottimismo. Eppure, di riffa o di raffa, il Napoli questa benedetta partita se l'era anche ritrovata tra le dita. Un vantaggio conseguito con merito molto relativo, ma chi se ne frega se poi è solo il risultato quel che vale? Già, chi se ne frega. Ed invece se n'è fregato - e molto - il Palermo, che, dopo una lunga striscia di partite senza né anima né cuore, ha deciso di riscattarsi giusto ieri. Il Palermo derelitto, infatti, è tornato in campo trasformato, armato di un piglio al confine di una cattiveria - sportiva, si capisce - che attacco dopo attacco trova il gol, pure fortunoso in verità, che pareggia il tocco corto e senza rischi (37' pt) del ceko Jankulovski. Sul destro di Guidoni a palla ferma, infatti, è Stellone che devìa e mette Mancini fuorigioco. Eppure, c'è tutto il gol dei siciliani, perché per tre quarti d'ora è il Napoli a non starci, né con la testa né con le gambe. Cosa che dura sino al 42° minuto, quando, trascinato dalla disperazione e da due cambi necessari (Alessi e Graffiedi, entrati, però, entrambi troppo tardi), in sei minuti manca tre occasioni: con Graffiedi, che centra la traversa; ancora con Graffiedi, che non riesce a correggere una deviazione alta di Vidigal; infine con Rastelli, il quale, solo davanti a Sicignano, «appoggia» di testa al portiere invece di sfondare la rete con il destro. E si spegne su questo (ennesimo) errore il sogno azzurro del successo, ma anche su un mucchio di recriminazioni, che vanno da un rigore (45' pt) che Racalbuto non concede a Rastelli, spinto da Ferri in area palermitana, a quella punizione troppo allegramente concessa ai siciliani, dalla quale poi nasce il pareggio. Ma si potrebbe anche recriminare sui cambi tardivi in campo azzurro; su Vidigal stremato, eppure sino alla fine in campo; su Rastelli (nella foto al centro) a corto di lucidità, eppure sempre là; su un Napoli - per quanto rabberciato - sempre troppo lungo e largo e, nel secondo tempo, quasi esclusivamente ripiegato su stesso. Incomprensibile, poi, il cambio Rastelli-Floro Flores al 49° minuto. Dettagli, comunque. Questioni marginali in una domenica che, probabilmente, ha deciso il destino azzurro e quello di una serie B che premia chi fa meno errori. Il Napoli, invece, soprattutto in queste ultime due gare, di errori sotto porta ne ha fatti in quantità. Rastelli ha continuato a fare il mangiagol e Stellone, per colmo di sventura, ha sì fatto gol, ma al povero Mancini. Alla fine, nonostante tutto, si può pure dire che sarebbe bastata soltanto una mira più felice in questa settimana che è passata per raccontare oggi di un Napoli diverso. Ed invece...
«TROPPI ERRORI SI PAGANO»
Mister De Canio è arrabbiato per le occasioni sprecate, ma non getta ancora la spugna
È nero De Canio: non riesce a nascondere il suo giustificato stato d'animo. È nero, ma quando c'è da rendere pubblico il suo pensiero frena ed osserva: «È vero, abbiamo sbagliato troppo in fase di finalizzazione, ma la squadra ha fatto il possibile». È nero con l'arbitro, ma quando i giornalisti gli chiedono di commentare la decisione di Racalbuto, in occasione del fallo subìto da Rastelli nel primo tempo, si limita a dire: «A noi è sembrato che il fallo ci fosse, ma Racalbuto era più vicino. Io rispetto sempre le decisioni degli arbitri. Anche se sbagliano, sono sempre in buona fede. Tra l'altro, decidono in un attimo». È nero con il Palermo, nel senso che gli riesce difficile da comprendere l'atteggiamento tenuto dai rosanero nel secondo tempo, ma osserva: «Il Palermo ha fatto la sua partita, ha fatto quanto doveva fare. Il calcio è questo, mi sarei meravigliato del contrario». È nero perché, dopo essere stato in zona-A per quasi un'ora, da ieri sera si ritrova a quattro punti dalla quarta. È la seconda volta in questo campionato che gli azzurri, quando stanno per toccare la meta, vengono «scaraventati» nuovamente lontano. «C'è il rammarico per non aver vinto, ma il Napoli ha fatto il possibile, con gli uomini che avevamo a disposizione, per prendere i tre punti. Per vincere, a volte, occorre anche un pizzico di fortuna». Certo, di errori il Napoli ne ha commessi a iosa, quindi è anche giusto essere severi nei giudizi. Non bisogna mai dimenticare, però, l'organico che è stato consegnato a De Canio (nella foto in basso), il quale sta tentando di andare in zona-promozione con una squadra che schiera Quadrini, Pavon, Cristiano, Alessi..., tanto per citare i casi più emblematici. Inoltre, non dimentichiamo quanto discontinuo è stato l'apporto di Stellone e Vidigal, entrambi alle prese con problemi fisici, e quanto nullo sia stato quello di elementi che in B avrebbero dovuto fare la differenza: Moriero, Sesa, Saber, Husain. È nero, De Canio, ma riesce a mantenere il controllo dei suoi nervi: «Avevamo agganciato la Reggina, ma le partite durano novanta minuti. Vale quanto esprime, adesso, la classifica e non quella dopo i primi tempi. Noi, in vantaggio, abbiamo consentito al Palermo di giocare troppo il pallone, siamo stati disattenti in alcune circostanze, concedendo pericolosi contropiede agli avversari». In avvio di ripresa il Napoli ha patito troppo la pressione del Palermo. Era tale l'ardore della squadra di Mutti che sembrava fosse il Palermo in lotta per la A. «Sull'1-0 avremmo dovuto giocare in modo diverso, ma, ripeto, con questa squadra abbiamo fatto il possibile». Adesso, quante chances ha il Napoli? «Meno di quante ne avesse prima dell'incontro a Palermo. Siamo a meno quattro dalla Reggina e mancano quattro incontri. Non molleremo, anche se ora tutto si è complicato maledettamente».
A Cosenza senza Luppi, Cristiano e Jankulovski
La squadra riprenderà domani pomeriggio gli allenamenti in vista della prossima trasferta a Cosenza. Per il match in Calabria saranno recuperati Magoni e Montezine, ma non saranno utilizzabili Jankulovski, Luppi e Cristiano. I primi due, già diffidati, sono stati ammoniti e, quindi, saranno fermati dal giudice sportivo. Cristiano non sarà utilizzabile perché espulso: automatica la squalifica per l'ex-salernitano. Sono da valutare le condizioni di Villa, rimasto a Napoli per curare la distrazione alla coscia destra riportata nell'incontro con la Reggina.
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