Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, Stellone rischia un nuovo stop
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 30 ottobre 2002 00:00:00
È davvero strano come il destino sembra essersi accanito contro Stellone (nella foto). Nel giorno in cui realizza una doppietta (comunque non sufficiente al Napoli per vincere), nel segnare il secondo gol avverte una crac nel polpaccio destro. Il giorno dopo il pareggio a Vicenza, ad ora di pranzo, all'aeroporto di Verona, Stellone è buio in volto. Va un po' meglio? «No, purtroppo. Speriamo bene». Lo staff medico, dopo il viaggio di ritorno, ha fatto riposare il bomber. Oggi, a distanza di poco più di 24 ore dall'infortunio (contrattura al polpaccio della gamba destra è la prima diagnosi), sarà valutata la situazione. È probabile che venga fatta un'ecografia. Al momento, Stellone è in dubbio per la gara con il Siena. Per Colomba sarebbe una gravissima perdita, che gli negherebbe la gioia di sorridere per il recupero di Husain. «Sarebbe un peccato - osserva Dionigi - se Roberto non dovesse recuperare, ma sono certo che la sua forza di volontà gli consentirà di stringere i denti ed essere in campo. L'intesa tra me e lui mi è sembrata subito eccellente. Insieme, potremo fare cose buone». Il Napoli, quint'ultimo in classifica, vanta il secondo migliore attacco (10 gol fatti), ma anche la quarta peggiore difesa (11 reti subite). Colomba non è preoccupato: «Ora la classifica non conta. L'importante è smettere di fare regali, di disgregarsi quando si è in vantaggio o in svantaggio. Poi, spero che la fortuna inizi a guardarci con occhio benevolo». La fortuna va intesa come arbitri. Colomba appare fiducioso, nonostante tutto, e replica a quei tifosi che hanno esposto lo striscione "Chi non ci crede, resti a casa": «Noi eravamo tutti lì, a Vicenza». Ovvero, il tecnico è cauto nelle previsioni, ma lungi da lui e dalla squadra l'idea di non battersi per il massimo traguardo. In linea con lui c'è Dionigi (nella foto). Una volta che, dopo due mesi, ha riassaporato il piacere di giocare una gara dall'inizio, ora Davide punta a qualcosa di più... gustoso: ritornare a segnare. «Sarebbe fantastico se, dopo la doppietta di Stellone, ce ne fosse una mia. Magari, già contro il Siena. Mi accontenterei anche di un solo gol, quello della vittoria, però. Basta con questa storia del San Paolo tabù. Diamo una svolta al nostro campionato: vinciamo ed iniziamo la risalita. C'è da arrabbiarsi di brutto al solo pensiero che abbiamo buttato al vento almeno quattro punti tra Cagliari, Verona e Vicenza. Adesso saremmo potuti essere a 11 punti, ad una sola lunghezza dalla zona-A».
SEGNALI DI RIPRESA, POI I SOLITI ERRORI
Qualcosa si muove, ma è ancora troppo poco. Dopo Verona, Vicenza: contromosse tardive e quattro punti persi
Inutile insistere, illudersi o magari aspettare gennaio, in attesa di chissà quale provvidenziale soluzione di mercato. Il Napoli, infatti, quest'è ed è nell'ambito della dimagrita rosa a disposizione che Colomba deve trovare di volta in volta la gente più adatta ed il disegno più opportuno. In verità, è quello che sta già provando a fare, ma, nonostante i tentativi, il cerchio azzurro ancora non si quadra. A Vicenza, però, almeno per metà partita, ci è andato assai vicino. Per un tempo ed un poco, infatti, il Napoli non solo ha imbrigliato l'avversario, ma gli ha fatto anche tre gol. Il tutto grazie a quel nuovo attacco (Stellone-Dionigi) che già al primo colpo ha funzionato bene e grazie ad un centrocampo costruito a misura di Vicenza. Ovvero «a cinque», con Saber centrale basso su Zanchetta trequartista. E se più o meno era dovuto un centrocampo così fatto, felice è stata l'intuizione di Saber mediano più arretrato. Segno che dopotutto, anche se spinto dalla necessità, pure dal poco che si ritrova tra le mani Colomba (nella foto) può ricavare qualche novità funzionale alla squadra ed al risultato. Cosicché, da Vicenza, oltre a tornare col fegato così, il Napoli torna anche con graffi di vitalità, di creatività, di voglia di avere ancora e sempre un obiettivo nel quale credere e per il quale andare avanti. Ma... ma il guaio è che dopo il primo, puntuale arriva il secondo tempo. Infatti, anche stavolta nella ripresa il Napoli ha vanificato tutto quanto di buono fatto prima. D'accordo, non ha avuto neppure il tempo di godersi il terzo gol che Jeda ha riaperto la partita; d'accordo pure sulla difesa difettosa, ma il pari vicentino è stato soprattutto figlio di una mossa di Mandorlini alla quale Colomba non ha replicato nei tempi dovuti. Ago del pareggio, infatti, è stato proprio Jeda, entrato al posto di Crovari e libero di andare per il campo a piacimento, mai inseguito, mai marcato, mai messo in condizione di non far del male. Con Jeda, insomma, è capitato quello che capitò con Cossu nella gara di Verona: mossa dell'avversario, contromossa inesistente, centrocampo che salta, difesa che non è più protetta, gol «nemico» e, complessivamente, quattro-punti-quattro sfumati all'ultimo momento. Morale: il Napoli è, sì, spesso arrangiato e manca di qualcuno che alzi la voce in campo e fuori, però fa pure di tutto per non vincere una gara. Neppure quando offre buoni esperimenti, neppure quando è in vantaggio di due gol.
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