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Economia e Turismo

Napoli, Stellone e Corbelli al contrattacco

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 27 marzo 2002 00:00:00

Roberto Stellone (nella foto in alto) oggi sarà sotto i ferri per curarsi quel menisco che lo ha mandato in tilt. Ieri mattina era a fare gli ultimi accertamenti; nel primo pomeriggio era disponibile a parlare, dopo aver letto i giornali ed aver ingoiato un boccone amaro. Stellone che va ad operarsi mentre il Napoli lotta, fa pensar male a qualcuno, lo sa? «Credo di averlo intuito. E sono profondamente dispiaciuto, perché dietro la mia decisione c'è sofferenza, preoccupazione, rabbia». Decisione improvvisa. Come se lei avesse pensato "visto che il Napoli va a fondo preferisco pensare a risolvere i miei problemi": «No, per piacere. Non posso sentire queste cose dopo aver lottato per mesi col dolore e col ginocchio gonfio. Dopo essere andato avanti a colpi di iniezioni per cancellare il dolore ed andare in campo a cercare di fare qualcosa per il Napoli. No, se ho deciso di operarmi è perché la situazione era diventata insostenibile». Quando ha avuto i segnali del guaio al ginocchio destro? «Durante l'amichevole contro la formazione cinese che giocammo al San Paolo. La domenica successiva fui costretto a fermarmi. Andai a farmi visitare dal dottor Mariani, che mi disse: prova ad andare avanti». E lei ci ha provato: «Naturalmente. Ho lottato con il dolore, ho stretto i denti. Poi alla vigilia della partita contro la Salernitana sono crollato. Non potevo più andare avanti, ma mi sono detto che il derby era la partita più importante, non potevo mancare». Eppure adesso Stellone è nel mirino...«Capirei se fossi venuto a Roma a farmi un intervento di lifting. Invece, se sono qui e ho deciso di tornare sotto i ferri, è anche per il bene del Napoli». In che senso? «Nel senso che mandare in campo un giocatore al 50% non conveniva né a me né alla squadra. Forse nessuno si è reso conto che nelle ultime giornate non riuscivo più a calciare col destro, tiravo solo di sinistro. E poi, conto di avere tempi di recupero rapidi. Per le ultime due, forse tre giornate, potrei tornare in campo a dare una mano nello sprint conclusivo». E poi? Nel futuro di Stellone cosa c'è? «Mi sembra di aver dimostrato chiaramente che nel mio domani vedo il Napoli. Ho un contratto che mi lega al club azzurro per altri due anni. Prima che il presidente venisse arrestato stavamo discutendo addirittura un allungamento. Significa che la mia volontà è quella di rimanere in azzurro». Anche se non arrivasse la promozione? «Io non smetto di crederci. Per me la squadra può ancora tentare il possibile e l'impossibile». E se a causa dei guai economici Stellone dovesse essere messo in vendita? «Io sono pronto ad accettare tutto, per il bene del Napoli. Ma non voglio che si pensi che sono scappato nel momento del bisogno. La gente dovrebbe sapere quanto è stato difficile decidere, sveglio fino alle 5 del mattino. Ma ora voglio pensare solo a rimettermi in forma per tornare nello sprint finale».

CORBELLI VARA LA STRATEGIA PER SALVARE IL NAPOLI

Gli imprenditori bresciani Micheli e Gnutti pronti a sostenere il progetto

Lunedì a Brescia un lungo incontro col suo commercialista, ieri a Milano per il Consiglio d'Amministrazione di Finante: con l'autorizzazione del giudice di Bari, Giorgio Corbelli (nella foto al centro) sta riprendendo le redini del suo impero che ha rischiato di crollare. Telemarket, Finarte, quindi il Napoli. Anzi, a tutte e tre le cose contemporaneamente si starebbe dedicando Corbelli, nelle sue lunghe giornate in casa ed ora anche fuori casa. Segno, quest'ultimo, che qualcosa sta cambiando. E la conferma arriva dall'avvocato Palumbo, che è il suo difensore a Bari: «Sono fiducioso. Si stanno chiarendo molte cose e nei prossimi giorni chiederò anche la revoca del provvedimento di custodia a casa». Nessuno avanza previsioni, è ovvio, ma è impressione diffusa sull'asse Brescia-Bari che Corbelli presto potrebbe tornare libero di muoversi senza più alcuna restrizione. E chi ha notizie fresche di Corbelli giura pure che l'ex presidente azzurro è come sempre battagliero. E non solo questo: rimbalza da Brescia, infatti, la voce che, appena potrà, tornerà a Napoli per «risolvere i guai della società». E del Napoli lunedì Corbelli avrebbe a lungo parlato col suo commercialista. Ovvero, dell'amministrazione giudiziaria e, soprattutto, delle risposte da dare al prof. Minervini (nella foto in basso) ancor prima del 16 aprile, giorno in cui ci sarà l'assemblea dei soci. Corbelli, dunque, avrebbe già fissato una strategia per il salvataggio della società. Primo passo: la convocazione dell'assemblea della lussemburghese Napoli S. A. In quella sede, ai primi di aprile, Corbelli, azionista di maggioranza, direbbe sì all'aumento di capitale che Minervini riterrà necessario e sufficiente per rimettere in ordine i conti del club (più o meno venti milioni di euro). Ricapitalizzazione, dunque. Ricapitalizzazione per scongiurare di veder andare in fumo gli investimenti fatti sino ad oggi; per evitare «incursioni» di altri soci (magari finanziati dall'esterno), che potrebbero impossessarsi della società accollandosi il «rosso» e niente più; per rimettersi al comando della società e poi, se possibile, trovare un compratore, limitando così un danno finanziario che, altrimenti, sarebbe di dimensioni spaventose. Venti milioni di euro per salvare il Napoli: un piano che diventerebbe concreto grazie all'intervento di un Istituto di Credito del Nord e, forse, anche grazie ad un finanziamento da parte di un amico bresciano di Corbelli. E di amici a Brescia Corbelli sembra averne ancora: da Micheli (E-Biscom) a Gnutti (ex Telecom), i quali potrebbero aiutarlo nell'impresa. Ed in caso di vendita, è ovvio, toccherebbe a Naldi far valere il diritto d'opzione, mentre dal Comune, dopo gli incontri per lo stadio e la dichiarata disponibilità a dare un aiuto, seppure nel rispetto dei ruoli e delle competenze, non arriva l'ombra di un segnale. Intendiamoci, ricapitalizzare secondo le indicazioni dell'amministratore giudiziario non farebbe rientrare automaticamente il provvedimento del tribunale, ma sarebbe un primo importante passo verso la normalizzazione. Contemporaneamente, infatti, bisognerebbe anche eliminare dai conti e dal bilancio le irregolarità rilevate dal tribunale. E sul fronte squadra, invece, che cosa significherebbe il «ritorno» di Corbelli? Probabilmente non eviterebbe una campagna vendite massiccia, per dare un forte taglio al monte-ingaggi. In quanto a De Canio, fatta chiarezza anche sul futuro tecnico, spetterebbe solo all'allenatore decidere se restare o meno sulla panchina azzurra.

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