Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, ricapitalizzazione o fallimento
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 8 maggio 2002 00:00:00
L'amministratore giudiziario Gustavo Minervini (nella foto in alto) ha convocato l'assemblea per la ricapitalizzazione del club. È pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 104, nella parte seconda, quella riservata alle convocazioni. Ventiquattro righe che decideranno il futuro del Napoli. Tre i punti all'ordine del giorno: cancellazione delle decisioni dell'assemblea del 18 febbraio (quella contestata dalla Fallimentare); relazione dell'amministratore giudiziario ed approvazione della situazione patrimoniale al 15 marzo; infine, ricapitalizzazione fino ad un massimo di 30 milioni di euro o, in alternativa, scioglimento e messa in liquidazione della società. Semplice, eppure drammatico. Il 23 maggio (prima convocazione, la seconda è per il 25) diventa il giorno della svolta: dentro o fuori. Soldi o liquidazione, non c'è scampo. Tutto, naturalmente, è legato alle decisioni della Corte d'Appello, che deve ancora deliberare sul ricorso contro l'amministrazione giudiziaria presentato da Giorgio Corbelli. Meno di venti giorni per decidere il futuro, per studiare mosse che potevano anche essere preparate in anticipo. Si sapeva che Minervini avrebbe chiesto soldi, tanti soldi. Si sapeva che sarebbe stata un'impresa trovarli. Eppure finora i due soci di maggioranza, Corbelli e Naldi, hanno predicato calma e serenità, hanno cercato di nascondere, di non preoccuparsi, come se tutto fosse sotto controllo. Bene, ora dovranno dimostrare che davvero è tutto sotto controllo, che i soldi pretesi da Minervini ci sono e che il futuro del Napoli sarà sereno, come hanno spiegato e continuano a spiegare da sempre. Trenta milioni di ricapitalizzazione (circa sessanta miliardi di vecchie lire), ma non basteranno, o almeno, potrebbero non bastare, perché la convocazione dell'assemblea parla chiaro: si arriverà alla ricapitalizzazione solo dopo aver coperto le perdite. Ed è questo il vero punto interrogativo di tutta la vicenda: a quanto ammontano le perdite del club azzurro? Lo studio Giordano, incaricato dal professor Minervini di redigere un bilancio preciso al 15 marzo, sta quasi concludendo l'operazione. Non esistono ancora certezze, ma sono filtrate notizie molto preoccupanti: il buco nero del club azzurro si aggirerebbe intorno ai sessanta milioni di euro. Un'enormità difficile da colmare. È arrivato, dunque, il momento di scendere in campo. I soci di maggioranza Naldi (nella foto al centro) e Corbelli dovranno essere pronti, ma non solo loro. Le regole del club sono rigorose: la ricapitalizzazione verrà offerta innanzitutto al socio di maggioranza (la lussemburghese Napoli S.A.). Se non dovesse esserci risposta positiva, allora la parola passerebbe ai soci di minoranza. E nel novero dei piccoli azionisti ce n'è uno che ha assunto un valore maggiore rispetto agli altri, rastrellando tutti i titoli disponibili: si tratta di Giulio Ferlaino, figlio dell'ingegnere, che potrebbe tentare un colpo a sorpresa, offrendosi di salvare il club. Ma non è detto che solo Giulio Ferlaino tenti la mossa a sorpresa. Se volesse sganciarsi da Corbelli, anche Toto Naldi potrebbe utilizzare azioni di minoranza per sfondare il muro ed impossessarsi del Napoli entrando dalla porta di servizio. Queste, però, sono manovre che al professor Minervini non interessano: l'amministratore giudiziario chiede di coprire le perdite e ricapitalizzare il club, altrimenti sarà liquidazione. I soci, tutti, sono ufficialmente avvisati...
IL MONITO DI MINERVINI
«Ora tocca ai soci salvare tutto, il futuro non lo decido io»
Dal 15 marzo è amministratore giudiziario del Napoli. Da quel giorno lotta con i conti del club ed aspetta di poter rivitalizzare la società partenopea con la ricapitalizzazione. Professore, basteranno 30 milioni di euro? «Attenzione, quei trenta milioni si riferiscono al massimo della ricapitalizzazione. Prima bisognerà coprire le perdite». Significa che occorreranno molti più soldi? «Non lo so con certezza. Lo studio Giordano non ha ancora chiuso i conti». Ci si aspettava una convocazione solo dopo la decisione della Corte d'Appello... «Io ho scelto come data il 23 maggio, proprio pensando che per quella data la Corte d'Appello avrebbe deciso. E comunque, quella scelta ha anche altri significati». Ci spieghi, professore... «Ho cercato di trovare un giorno in cui il ricorso fosse già sicuramente discusso, ma che lasciasse comunque spazio alla società per progettare il futuro. Mi spiego meglio. Se i soci copriranno le perdite e ricapitalizzeranno, io farò una relazione al tribunale, che restituirà il club ai proprietari in tempo per la campagna acquisti. Io cerco di fare il bene del Napoli». Si aspetta che Corbelli (nella foto in basso) e Naldi facciano fronte alle sue richieste in assemblea? «Vedremo ciò che vorranno e potranno fare. Certo, il mio intento non è quello di affossare la squadra. Io spero che la mia missione termini presto». È già stufo del Napoli, professore? «Lo ha detto lei. Io penso che questo sia un delicato impegno e cerco di portarlo a termine con rapidità e precisione. Ma il futuro non lo decido io».
TANTI I GUAI DEL NAPOLI
Giocatori senza stipendio da quattro mesi. L'Erario chiede 15 milioni di euro
Nonostante gli sforzi dell'amministratore giudiziario Gustavo Minervini, è difficile far quadrare i conti del Napoli. I giocatori non percepiscono lo stipendio da quattro mesi e per firmare le liberatorie, che aprono le porte dell'iscrizione al campionato, dovranno ricevere tutti gli emolumenti entro la fine di questo mese. Nel frattempo c'è anche un nuovo fronte che si apre: l'Erario ha avanzato una richiesta di sequestro per 15 milioni di euro dovuti nel 2001 e non versati. La richiesta di sequestro è un atto che consente agli uffici erariali di ritrovarsi nel gruppo dei creditori privilegiati in caso di fallimento.
Per la Covisoc ancora possibile l'iscrizione al campionato
Il direttore generale della società azzurra, Raffaele Russo, ieri è stato a Roma nelle stanze della Covisoc. Ha preferito presentarsi spontaneamente (non è stato convocato il Napoli) negli uffici in cui si decide l'iscrizione al campionato di ogni squadra. Incredibile, ma la missione romana non si è conclusa con una debacle. Anzi, le parole del dg hanno fatto breccia, consentendo un'apertura che sembrava inaspettata ed insospettabile. Insomma, quei settanta milioni di euro di perdite, che la Covisoc avrebbe accertato, non rappresenterebbero un ostacolo insormontabile. Almeno per ora...
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